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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2025
ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.
VITA SEZIONALE
L'Assemblea Ordinaria dei Soci
L'Assemblea Ordinaria dei Soci
è convocata mercoledì 5 novembre 2025 alle ore 12,
ed in mancanza del numero legale, in seconda convocazione, giovedì
6 novembre 2025
alle ore 21,15 presso la Sede Sociale, per discutere e deliberare il seguente:
ORDINE DEL GIORNO:
1 - Relazione del Presidente.
2 - Esame del bilancio consuntivo 01/10/2024-30/09/2025.
3 - Relazione dei Revisori dei Conti.
4 - Approvazione del Bilancio Consuntivo 01/10/2024-
30/09/2025.
5 - Esame e approvazione del Bilancio Preventivo
01/10/2025-30/09/2026.
6 - Nomina dei Revisori dei Conti.
7 - Proposta e approvazione Quote sociali 2026.
8 - Aggiornamento gestione Casa per Ferie Natale Reviglio.
9 - Aggiornamento attività iniziative anno Frassatiano
10 - Varie ed eventuali
11 - Nomina del Seggio Elettorale per l'elezione del Consiglio
di Presidenza e dei Delegati al Consiglio Centrale
per il biennio 2025-2027
Cari Soci,
alla prossima Assemblea del 6 Novembre si rinnovano gli organi
direttivi della Sezione - Consiglio di Presidenza, Revisori dei
conti, Delegati all'Assemblea dei Delegati.
Tutti i soci maggiorenni sono eleggibili, e vi invitiamo caldamente
a offrire la vostra diponibilità. In particolare, si sono resi
disponibili per questo impegno associativo:
- per l'elezione dei 9 consiglieri del Consiglio di Presidenza:
Monica VALLE
Umberto LEPORE
Daniele CARDELLINO
Marta RAINETTO
Luca MARMO
Maurizio BALZELLI
Lorenzo MAINA
Alberto BELLO
Guido VALLE
Marco BARBI
- per l'elezione dei 7 Delegati all'Assemblea del Consiglio
Centrale:
Luca BORGNINO
Giorgio ROCCO
Daniele CARDELLINO
Marta RAINETTO
Lorenzo MAINA
Guido VALLE
Marco VALLE
Alberto ZENZOCCHI
Il Consiglio di Presidenza
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ATTIVITÀ PREVISTA
23 Novembre 2025 - S. Messa al Monte dei Cappuccini - Premiazione dei Soci fedeli
Come di consueto, ci troveremo alla Chiesa di Santa Maria al Monte dei
Cappuccini, alle ore 9 di domenica 23 novembre.
La Santa Messa verrà celebrata nel Coro della Chiesa, in ricordo e suffragio
dei soci defunti. Nel chiostro interno, al piano terra, avremo il
consueto momento conviviale con la premiazione dei Soci fedeli, che
sono:
50 anni:
Brunilde BARBERO, Giovanna RASTELLI,
Renata ROSSO PONTILLO,
Silvana ROSSO SASSANO;
70 anni: Maria Rosa CAROSSA CASTAGNERI.
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25 Ottobre 2025 - Bocchetta Boscarola (1423 m) ( MTB )
Località di partenza : Bocchetto Sessera
Dislivello : 700 m circa
Difficoltà : MC (senza variante)
Esposizione (se necessario) : varia (nord prevalente)
Quota di partenza : 1380 m
Da Bocchetto Sessera si prende la strada sterrata che scende a sinistra. Dopo 3
km si arriva alla casa del Pescatore. Da qui, leggero saliscendi sino alla località
Selletto Grande e poi, in falsopiano e successiva leggera discesa, sino al ponte sul
torrente Dolca (quota 1105 m). Da qui la strada inizia a salire sino a quota 1300 m
(sbarra su un tornante). Proseguire in leggero falsopiano sino alla Bocchetta della
Boscarola, quota 1423 m. Ritorno per la stessa via dell'andata.
Variante - Alla sbarra di quota 1300, invece di salire subito alla Boscarola è possibile
iniziare un bell'anello (valutabile forse BC) che porta a pochi metri dalla cima
Camparient (1743 m), scende a Mera (1503 m) e ancora a Pian Rastò (1200 m) per
risalire infine alla Boscarola dal versante valsesiano.
Attrezzatura : MTB + abbigliamento caldo e antivento
Logistica : Verrà definita la settimana precedente
Coordinatore di gita: Marco VALLE Cell. 347 6510744
mtwin64@gmail.com
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26 Ottobre 2025 - Falesia Rocce Baciasse ( A )
Quota di partenza : 1000 m
Falesia ubicata non lontano dalla più famosa Rocca Parei.
I vari settori si raggiungono in circa mezz'ora dall'auto che lasceremo lungo la strada
che porta all'Aquila di Giaveno (terzultimo tornante).
Avremo la possibilità di cimentarci su diedri, lame e tettini oppure su tiri prevalentemente
di placca. L'uso dei piedi sarà fondamentale ma rimarrete stupiti
dalla roccia fantastica (gneiss) che permette un'aderenza incredibile.
Vi aspetto numerosi !
Attrezzatura : Da arrampicata (casco, imbrago, scarpette )
Chi ne fosse sprovvisto è pregato di segnalarlo
il giovedì precedente l'uscita.
Logistica : Partenza ore 8,30 - Giaveno
Coordinatore di gita: Alberto Bello Cell. 324 9521693
alberto.bello@libero.it
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9 Novembre 2025 - Laghi di Sagnasse (2083 m) (E)
Località di partenza : Rivotti
Dislivello : 630 m
Difficoltà : E
Descrizione:
I Laghi di Sagnasse sono due laghetti alpini che si trovano rispettivamente a
quota 2053 m e a quota 2083 m, ai piedi del Corno Bianco e Cima Barrouard. Sono
collocati nelle Valli di Lanzo, più precisamente in Val Grande, a Rivotti, una frazione
di Groscavallo.
I laghi si raggiungono con un'escursione che non presenta nessuna particolare difficoltà
e che percorre buona parte del Sentiero Balcone Rivotti Gias Nuovo
Fontane. Questo sentiero, lungo circa 6km, è conosciuto e molto frequentato data la
sua facilità di percorrenza. Si sviluppa su strada sterrata dalla pendenza lieve ma
da cui si ha una vista spettacolare sulle montagne circostanti, sulla bassa e
sull'alta Val Grande. Poco prima dell'arrivo al Gias Nuovo Fontane si può decidere
di imboccare la deviazione che porta ai Laghi di Sagnasse, due bei laghi posti in
una verdeggiante conca.
Logistica : Da definire
Coordinatore di gita: Paolo FRANCO Cell. 331 4150561
paolo.franco007@gmail.com
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16 Novembre 2025 - Monte Falò (1080 m) (E)
Località di partenza : Coiromonte
Dislivello : 350-400 m
Difficoltà : E
Esposizione (se necessario) : non applicabile anello di 10,4 Km
Quota di partenza : 775 m
La proposta di una passeggiata al monte Falò è nata da un mio interesse per la
geologia di quella zona.
Data la modestissima elevazione della vetta (che in realtà sono tre) e l'aspetto più di
passeggiata ad anello che di gita, capisco che non sia così attraente; se poi aggiungiamo
la distanza da Torino (circa140 Km) da percorrere quasi tutta in autostrada e
data la stagione la probabile presenza di neve (spruzzatina s'intende) penso che nessuno
si iscriva.
Ma come premesso la zona ha un certo interesse geologico anche se non appariscente.
Di attraente per i profani di geologia c'è il panorama che spazia dal lago Maggiore al
monte Rosa. Qualcuno potrebbe obbiettare che dal vicino Mottarone il panorama è
ancora più spettacolare data la maggior quota e questa potrebbe essere una valida
meta alternativa in caso di giornata tersa.
Con neve o tempo coperto ho in serbo un piano B che al momento è ancora in fase di
elaborazione e che vi prometto sarà più stimolante
Attrezzatura: Scarponcini
Logistica : Ritrovo ore 8.00 piazza Rebaudengo
Coordinatore di gita: Alberto Guerci Cell.329 9774628
galberto53@hotmail.com
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PROSSIME SERATE IN SEDE
Giovedì 13 novembre 2025 - Alle ore 21.15 - In volo sulle Alpi
Ammirare in volo le vette più famose delle nostre montagne permette di vivere
un'emozione unica.
Con la serata in sede che propongo voglio trasmettere a tutti quelle emozioni da me
vissute nel sorvolo delle vette, perchÉ sono solo le emozioni che alimentano i ricordi,
e i ricordi senza emozioni sono solo nebbie che scompaiono nel tempo.
Invito quindi tutti a partecipare alla serata che vi emozionerà.
Alberto GUERCI
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Giovedì 4 dicembre 2025 - Alle ore 21.15 - I BIVACCHI DELLE ALPI
Presentazione del libro:
I BIVACCHI DELLE ALPI
100 anni di emozioni in scatola
Il bivacco è quel puntino che quando vai in montagna
cerchi di scorgere su una parete, cresta o colle, che sogni
di raggiungere per posare lo zaino e prepararti per
la gita del giorno dopo.
Ma "In alta quota, i bivacchi sono la quintessenza
dell'abitare estremo in condizioni minime"
In questa serata ne ripercorreremo la storia, prevalentemente
italiana, a partire dalla loro invenzione.
Sperimentazioni tecnologiche di ogni tempo, trasferimento
di saperi, trasformazioni e innovazioni.
Con piacere accogliamo nella nostra Sede Luca Gibello,
giornalista, storico e critico di architettura contemporanea,
oltre che appassionato alpinista ed
escursionista, per la presentazione del suo nuovo libro.
Vi aspettiamo numerosi!
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ATTIVITÀ SVOLTA
18 maggio 2025 - Monte Vandalino - 2125 m (Escursionismo sulle tracce di PGF)
Ci ritroviamo in sette a percorrere le pendici
del monte Vandalino, meta che curiosamente
dagli archivi della Giovane Montagna risulta
essere stata salita praticamente un secolo
prima (era il 10 maggio 1925) in gita sociale
proprio da Pier Giorgio Frassati e alcuni altri
soci (vedi breve relazione sotto).
Raggiunta in auto la Sea di Torre, punto di
partenza poco sopra Torre Pellice, seguiamo
il sentiero panoramico che con ripide svolte
ci fa guadagnare in poco tempo i 1780 metri
dell'Alpe Vandalino, dove una breve sosta ci permette di rifiatare e ripartire
alla volta dell'ampia cresta erbosa che con pendenze più dolci ci consente di
guadagnare prima l'anticima e poi la vetta del monte Vandalino.
Purtroppo, la giornata calda e
l'umidità risalita dalla pianura
non consentono un panorama
aperto, ma ci accontentiamo
volentieri delle nuvole e di
qualche passaggio del sole,
consci del fatto che ai nostri
predecessori di 100 anni prima
era toccate in sorte condizioni
ben peggiori, con nebbia,
pioggia e persino neve in vetta!
Un'altra uscita semplice e
molto piacevole nel ricordo di
Piergiorgio!
Marco VALLE
Di seguito la relazione, divenuta "centenaria", della gita al Monte Vandalino,
effettuata dai nostri predecessori.
VI Gita Sociale - M. Vandalino (m 2121)
Domenica 10 Maggio 1925
Malgrado le alternanti minacce di Giove Pluvio, quaranta gitanti si
trovano puntuali alla Chiesa della Visitazione per la S. Messa.
Si parte da Torino sotto un cielo corrucciato, e si arriva alle ore 8 a
Torre Pellice, accolti da una pioggerella primaverile rallegrata a tratti
da un fugace apparire del sole.
Si prosegue subito per la ripida mulattiera, che toccando la Borgata
TagliarÉ, ci conduce al colle di Sea, dove arriviamo alle ore 10.
Mentre consumiamo un primo spuntino, siamo raggiunti da gelide
folate di nebbia che ci fanno affrettare la partenza. Perciò riprendiamo
la salita su per il largo crestone Est, prima per tracce di sentiero,
poi per ripidi nevati, raggiungiamo un piccolo ammasso di
roccie, scoperte di neve. Ne approfittiamo per far tappa, consumare
il pranzo al sacco e raggiungere più comodamente la vetta.
Intanto comincia a nevicare, e quando alle quattordici raggiungiamo
la vetta, per la facile cresta, siamo accolti da un fitto nevischio, che
ci rende breve la permanenza.
Prendiamo quindi la via del ritorno e per il colle di Sea, raggiungiamo
Torre Pellice alle 17,30, in anticipo per la partenza del treno.
Esito della gita molto soddisfacente, sia per l'affiatamento dei partecipanti
come per la persistente allegria canora di molti.
Unico rimpianto il mancato panorama che si poteva godere dalla
vetta.
G. Denicola.
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31 maggio - 3 giugno 2025 - 4 giorni nelle ALPI APUANE
La proposta di uno dei trekking di quest'anno ci ha portati alla scoperta delle
Alpi Apuane Meridionali e del Gruppo delle Panie.
Per noi piemontesi, abituati alle nostre montagne con le cime e i pendii innevati,
l'ambiente che ci ha "abbracciato" per 4 giorni sembrava un po' strano
... anche queste montagne presentano pendii "bianchi", ma non è neve bensì
cave di marmo ... un vero spettacolo della natura!!
Il trekking inizia sabato 31 maggio con il ritrovo dei 18 partecipanti a
Sant'Anna di Stazzema, luogo tristemente noto per una strage nazista durante
la Seconda guerra mondiale.
Lasciate le auto si prosegue per il Rifugio Forte dei Marmi dove lasciamo un
po' di materiale e da dove ci si divide in due gruppi: alcuni saliranno il Monte
Procinto per la via ferrata mentre altri saliranno al Monte Matanna e al Monte
Nona.
La salita al Monte Procinto percorre la bella via ferrata che presenta anche una
parte di gradini scavati direttamente nella roccia da coloro che in queste zone
lavoravano nelle cave di marmo; la salita ai Monti Matanna e Nona si effettua
invece su un bel sentiero che raggiunge queste cime, dalle quali si gode una
vista stupenda sul litorale toscano e sulle isole situate davanti a quest'ultimo.
Domenica 1 giugno, dopo un'abbondante colazione, partiamo per il Monte FoForato;
anche in questo caso la comitiva si divide in due gruppi: alcuni saliranno
al Monte Forato per la via ferrata, mentre gli altri per il sentiero.
Lo spettacolo che ci accoglie in cima è veramente stupendo: il Monte Forato si
presenta con un meraviglioso arco naturale che collega le due punte della
medesima montagna. In discesa ci si divide nuovamente in due gruppi che
per "strade" diverse raggiungeranno il Rifugio del Freo dove si pernotterà per
due notti.
I sentieri che ci conducono al rifugio attraversano boschi e zone prative dove
purtroppo sono presenti anche le zecche; giunti al Rifugio dobbiamo quindi
procedere con un'analisi approfondita alla ricerca di zecche ed alla rimozione
delle stesse. In quest'attività Daniele dimostra tutta la sua abilità.
Lunedì 2 giugno il tempo è bello ma abbastanza fresco; il programma della
giornata prevede la salita al Monte Pania della Croce, ovvero la "Regina delle
Apuane".
Tutto il gruppo raggiunge la vetta e con lo sguardo che si perde ad ammirare
la bellezza di questi luoghi recitiamo la preghiera della Giovane Montagna.
Alcuni rientrano al Rifugio per la via di salita, mentre altri proseguono compiendo
un ampio giro che li ricondurrà al Rifugio nel pomeriggio.
Martedì 3 giugno ultimo giorno del trekking: alcuni di buon mattino salgono
ancora al Monte Corchia e poi tutti insieme si scende verso Levigliani.
Prima di giungere a Levigliani transitiamo per l'Antro del Corchia dove visitiamo
le grotte omonime. La visita delle grotte è particolarmente bella e interessante;
si percorrono alcuni chilometri dentro il "cuore" della montagna ammirando
quanto la natura è stata in grado di costruire e quanto l'uomo, con
impegno e molta fatica, ha scoperto e portato alla "luce" affinchÉ altri uomini
e donne potessero ammirare.
Giunti a Levigliani gli autisti proseguono con le auto, qui precedentemente
parcheggiate, per Sant'Anna di Stazzema, mentre gli altri raggiungono Pontestazzemese
in autobus; ci si ricongiungerà tutti in questo luogo. Ancora un ultimo
momento conviviale per scambiare quattro chiacchere, mangiare un po'
di frutta (sono quattro giorni che non ne mangiamo) e fare qualche sana risata
e poi si parte per Torino.
Questo trekking, complice anche il meteo che ci ha regalato quattro giorni di
bel tempo, ci ha permesso di camminare insieme in un ambiente veramente
bello e suggestivo e di condividere momenti di allegria e amicizia.
Un grazie particolare a Maria Teresa che con un'ottima organizzazione ci ha
regalato queste belle giornate.
Carola RAINETTO
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15 giugno 2025 - Gita Pier Giorgio FRASSATI a Rocca Sella - 1508 m
Per la chiusura del ciclo delle gite dedicate a Pier Giorgio FRASSATI, a metà
giugno ci siamo ritrovati in cinque a percorrere l'itinerario che da Celle raggiunge
Rocca Sella, meta cara agli alpinisti torinesi dei primi anni del secolo,
in quanto offriva la possibilità di un cimento "arrampicatorio" vicino alla città
e frequentabile praticamente tutto l'anno.
Nel nostro caso si trattava anche di fuggire
dalla prima calura estiva, già abbastanza
aggressiva, e la nostra scelta di
Rocca Sella per sostituire il Gran Tournalin
messo a calendario ma ancora troppo
ingombro di neve, è stata fortunata, regalandoci
una piacevole salita nel bosco per
il sentiero che dolcemente dall'abitato di
Celle raggiunge il colle Arponetto, con un
po' di ombrosa frescura qua e là. In breve,
siamo in cima, ahimè senza più fronde a
proteggerci dal sole impietoso.
Dopo un momento di meritato riposo, supportato
da alcuni graditi generi di conforto,
una preghiera con Pier Giorgio
nella cappelletta e il ricordo del socio
Paolo Fietta recentemente scomparso a Ivrea, scendiamo per lo stesso itinerario
a Celle. Siamo sempre diligentemente seguiti da Leila, il cane di Sara, al
suo esordio nelle uscite montane ("ma perchÉ Sara non mi ha portato prima a
sgambettare nei boschi?" sembra dire la sua espressione curiosa e dolce).
Una gita breve per sviluppo e impegno, ma densa di significato, sia perchÉ
molto cara a Frassati ma anche alla Giovane Montagna, che la percorse
frequentemente sin dalle prime battute della
fondazione. Come dire, a volte per gustare
l'essenziale - che è poi il camminare insieme
- non serve andare molto lontano!
Un grazie sincero alle partecipanti alla gita di
oggi (tutta al femminile a parte il sottoscritto),
e a tutti i soci e amici che hanno
sciato, ciaspolato e camminato nelle 5 uscite
2025 che abbiamo proposto con cadenza
mensile nel segno di Pier Giorgio Frassati.
Sono state davvero belle occasioni di nuovi
incontri e di riscoperta di mete e di relazioni.
Marco VALLE
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21 giugno 2025 - Beaulard / Bardonecchia
Scappati dal caldo torrido di Torino approdiamo con gioia all'ombroso bosco
di Beaulard e ci mettiamo in cammino in direzione Bardonecchia su comoda
strada, ex pista di fondo.
Ci hanno accolti i "padroni di casa" Rodolfo e Ivana insieme ad una piacevole
frescura, profumo di resina e la voce del torrente. Ma...il bosco finisce presto
e attraversiamo una zona assolata e torrida che ci fa allungare il passo in attesa
di altra ombra. Camminiamo fino alla frazione di Royeres chiacchierando e
osservando le belle fioriture.
Il ritorno è piacevole perchÉ si è alzato il vento ad alleviare il calore. Una sosta
di preghiera presso un piccolo pilone dedicato alla Vergine poi...eccoci nel
giardino dei Risatti dove troviamo pronto l'aperitivo e molto altro.
Nel pomeriggio quattro passi fino al laghetto di Orfu' finchÉ l'orologio dice che
il treno non aspetta e mettiamo la parola fine ad una bella giornata.
Grazie Rodolfo e Ivana e... alla prossima .
Laura REGGIANI
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22 giugno 2025 - Escursione fotografica del Parco Gran Paradiso
Il 22 giugno, approfittando del bel
tempo, abbiamo fatto una gita in alta
valle dell'Orco alla ricerca di animali
selvatici da fotografare.
Abbandonate le macchine un pò prima
di raggiungere la diga del lago Serrù
(quota circa 2000 m ) abbiamo percorso
in direzione est il sentiero Bruno Tempo ( 538 ), raggiunto l'alpeggio Muanda
( 2350 m ) abbiamo imboccato il sentiero 550 in direzione ovest. Purtroppo,
vista l'elevata temperatura, di animali ne abbiamo visti pochi, un camoscio
sfuggente e qualche rapace molto lontano, fino a quando in prossimità dei laghi
di Losere abbiamo incontrato un bellissimo stambecco in posa per noi adagiato
su un masso con lo sfondo del lago Agnel.
Nei laghetti Losere abbiamo anche
fotografato la rana temporaria che
riesce a vivere in questi ambienti
severi.
Con un bicchiere di vino nella casa
dei guardia Parco abbiamo iniziato
il ritorno verso le macchine ma
poco prima di arrivare alla base un
bellissimo camoscio ci ha salutato
con una lunga corsa in salita verso
il colle del Nivolet.
Marcello BADIALI
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22 giugno 2025 - Rio Prale
Il gruppo di torrentismo si sta ampliando e consolidando con le nuove presenze
giovanili.
In val D'Aosta il rio Pacoulla, segnato a calendario,
è decisamente troppo carico di acqua
viste le ultime precipitazioni.
Voltiamo la scelta verso gli Appennini e decidiamo
di anticipare il Rio Prale in zona di
Ormea che in stagione avanzata rischia di rimanere
secco.
Indossiamo le mute, come spesso capita, proprio
sul ciglio stradale dove lasciamo il furgone
e, per rinfrescare le manovre di corda,
ci caliamo direttamente dal ponticello della
strada stessa.
Così il primo tratto segue il ruscello quasi
pianeggiante in mezzo ai prati!
Ma finalmente comincia a scendere e ad incassarsi nel canyon.
Questa forra è scavata in una roccia
scura e levigata e ci offre degli scorci
unici, soprattutto dove il sole riesce a
infilare i suoi raggi dall'alto.
Spesso bisogna scavalcare dei vecchi
tronchi rimasti incastrati e le calate non
sono particolarmente lineari. Una in
particolare ci ha riservato una sorpresa!
In un antro dietro la cascata è rimasta
la carogna di un animale, fortunatamente
abbastanza lontano dalla
nostra corda.
Più avanti, sopra un arco naturale, arrugginisce
un vecchio relitto di una
Cinquecento buttata giù da almeno
una trentina di metri più in alto.
Nell'ultimo tratto acceleriamo un po' il passo, il sole non ci raggiunge più e
comincia a fare freddino.
Con un sentiero poco segnato nel bosco, torniamo sulla statale. Un grazie ad
Ema che recupera il furgone con la bici precedentemente lasciata all'uscita.
FRANCO Dario
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28-29 giugno 2025 - Monte Emilius - 3.559 m
A ben vedere la ferrata dell'Emilius si presenta come una delle più ostiche
della Valle d'Aosta, con le sue cinque ore di percorrenza a strapiombo tra
ponti, creste e pareti. Ma accompagnata da un buon meteo questa severa
ascesa alla "Montagna d'Aosta" si fa splendida balconata sulla regione
intera, regalando agli occhi Tersiva, Grivola, Bianco, Rosa, Rutor, Gran Paradiso,
Gran Combin, Cervino e i gruppi svizzeri sullo sfondo...spettacolo!
Umberto LEPORE
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2/6 luglio 2025 - Gran Giro del Marguareis - Trekking avanzato nelle Alpi Liguri
Il ritrovo a metà giornata è alla Certosa di Chiusa Pesio, siamo in 13 partecipanti,
da Torino io e Gianni Siletto che ha preparato delle dettagliate cartine
di questo giro ad anello con partenza e arrivo al Rifugio Garelli contornando
(e salendo in cima) il Marguareis e il Mongioie, le principali vette delle Liguri.
Paolo Torazza di Genova e Roberto Mazzoleni di Milano sono i coordinatori di
questo itinerario che ha anche come obiettivo anche quello di formare i capigita
sezionali e i co-organizzatori di appuntamenti intersezionali.
Le condizioni meteo non sono il massimo,
proviamo subito le mantelline per la salita al
rifugio Garelli, ma è una pioggerellina leggera
e contiamo sul breve percorso. Al rifugio,
decisamente al completo ma ben attrezzato
e accogliente, abbiamo un camerone
tutto per noi; l'atmosfera è gioiosa, ci sono un
gruppo di giovanissimi del CAI e un altro di
ragazzi e ragazze di un liceo di Rimini accompagnati
da un professore che ritroveremo più
avanti nel percorso. Facciamo anche un piacevole
saluto al gruppo della sezione di Cuneo
che percorre itinerario nella stessa zona
e il mattino seguente ci salutiamo prima della
partenza con la foto ricordo tutti insieme. Ci
avviamo per il Marguareis attraverso la ferrata
Sordella, il tempo è bello e raggiungiamo
facilmente la cima più alta delle Alpi
Liguri. Discesa al rifugio Don Barbera e poi
relax, con birra e taglieri (diversi bis) prima
della interessante chiacchierata sull'alimentazione
in montagna con Mario, medico del gruppo. Spaziando con lo sguardo
sull'ampio altipiano carsico ascoltiamo anche Gianni raccontarci le sue avventure
in zona in qualità di giovane universitario aspirante geologo alcuni
anni addietro.
Il giorno seguente ci aspetta la traversata al Rifugio Mongioie perlopiù in discesa,
e durante il percorso mi è piaciuto ascoltare le descrizioni della flora
alpina da parte di Ivana e Laura in particolare e ho finalmente capito come
distinguere la genziana dal veratro (tossico!).
Bello il piccolo posto tappa di Carnino Inferiore incontrato durante il percorso.
Al rifugio Mongioie nel pomeriggio il gestore e Guida Alpina Silvano Odasso
ha tenuto (grande idea dei coordinatori averla prevista) un breve riassunto
delle regole base per la gestione di un percorso escursionistico avanzato e
soprattutto alpinistico con uso della corda, che si può riassumere con "poche
regole ma chiare e da sapere a memoria" e soprattutto l'importanza di esercitarsi
in pratica.
Il giorno seguente, il più impegnativo come distanza e dislivello, il meteo è
previsto virare al brutto nel pomeriggio da cui la saggia decisione dei coordinatori
di partire il più presto possibile; difatti saliamo bene il Mongioie e iniziamo
la discesa con le prime nebbie che si addensano. Cercando di non attardarci
troppo puntiamo dritti (per modo di dire, discesa abbastanza lunga e
tortuosa) al Rifugio Havis De Giorgio Mondovì in tempo per evitare l'inizio
della pioggia. E qui scatta la sorpresa, l'interno è un paradiso per alpinisti affamati/
golosi, ogni ben di Dio è disponibile dalla cucina, da cui si materializza
tra l'altro lo chef in Kilt scozzese; quindi, chi una fetta di torta (io) chi una squisita
polenta con contorno cediamo quasi tutti alla tentazione. Dopo la pausa
visto che non ci sono segnali di miglioramento ma continua a piovere decidiamo
comunque di partire (inutili i tentativi di Fabrizio di convincerci ad attendere
una fantomatica "finestra" di miglioramento meteo) perchè mancano
ancora alcuni km di percorso con dislivello per raggiungere il Rifugio Garelli.
Qui scattano le due opzioni del dilemma: via più rapidamente possibile per
bagnarsi per meno tempo, oppure procedere con calma tanto ci si bagnerà
comunque? Chi sceglie la prima evita il vero e proprio nubifragio che si scatenerà
più tardi, e così in gruppetti separati giungiamo al Garelli per asciugarci
e ristorarci.
La notte porta miglioramento meteo e il programma dell'ultimo giorno ci consente
con calma di scendere alla Certosa di Pesio per la S.Messa nel Santuario,
poi un ultimo spuntino tutti insieme in una trattoria.
Bella esperienza, in cui è bene immergersi anche e soprattutto per conoscere
le persone e condividere il sole, la pioggia e l'asciugatura degli abiti, gli
splendidi panorami e le cene.
Mi ha colpito il gruppo dei giovani incrociati in un paio di occasioni, accompagnati
da un giovane professore di Religione che ha scoperto anni fa questo
angolo delle Marittime e ora ogni anno a inizio estate porta una ventina di ragazzi
e ragazze a conoscerlo e a camminare insieme, in semplicità e con il
sorriso sul volto anche se si hanno le vesciche ai piedi.
Ci serve forse un po' di questo spirito in associazione.
Un grosso grazie a Paolo e Roberto per la loro preparazione attenta e la disponibilità
con tutti.
Guido VALLE
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5/13 luglio 2025 - Settimana Giovane Montagna Famiglie - Campodolcino
La piacevole settimana GM Famiglie è iniziata sabato 5 luglio, e quest'anno
ha trovato campo base a Campodolcino, un paesello della Valchiavenna, in
Lombardia.
La settimana è stata intensa, tra montagne che erano a noi tutti sconosciute, e
che ci hanno regalato tante attività, diverse ogni giorno: la via ferrata con
panorami mozzafiato, e l'arrampicata in falesia, il canyoning lungo i torrenti
Bodengo e Pilotera (moooolto lunghi ma bellissimi e divertentissimi!!!), il giro
in bici e, ovviamente, le escursioni: non dimenticheremo il divertente sentiero
affiancato alle "Cascate dell'Acqua Fraggia", la gita al rifugio Chiavenna, e il
"gitone" della settimana al Piz Spadolazzo e Passo dello Spluga!
In ogni giornata ci sono stati
momenti entusiasmanti ed
emozionanti: correre sotto la
pioggia, tuffarsi dall'alto, o
semplicemente parlare lungo il
cammino ... abbiamo realizzato
che è bellissimo camminare insieme,
e condividere preghiere
e pensieri in cima a un
monte, dopo la fatica della salita.
Non sono mancati, poi, i momenti di relax a fine giornata: chi suonava la chitarra,
chi ballava in cortile, chi giocava a carte o a pallone ... abbiamo trascorso
pomeriggi e serate ricchi di divertimento e piacevole compagnia... ma
anche di riflessione e meditazione: ci siamo ispirati a Piergiorgio Frassati, di
cui abbiamo ricordato la santificazione imminente, per arricchire il significato
che ha il nostro andare in montagna: ci siamo accorti di quanto è bello stare
insieme e avere fantastici amici intorno a noi !
Uno degli appuntamenti più piacevoli in assoluto, però .... è la conclusione
delle nostre avventure quotidiane a tavola, con le meravigliose cene preparate
da Nonna Laura !!!! insieme alle sue amiche cuoche, Marisa, Maria e Graziella.
A tutte loro va il nostro grande GRAZIE !!!
Irene
Come ogni anno ho aspettato con gioia la mia settimana di "lavoro" in cucina
per il Gruppo Famiglie GM e ogni volta mi chiedo: ...sarò ancora in grado...?
Questa volta (supportata dalle mie tre "colleghe") sono ancora stata promossa.
è stata una mezza vacanza nel senso che le mattinate erano dedicate a passeggiare
in questa bella valle a noi sconosciuta e i pomeriggi ai fornelli per accontentare
tante bocche voraci. Abbiamo tanto apprezzato il clima di amicizia
vera, di attenzioni gli uni per gli altri, di allegria "pulita", di energia da vendere.
E a tavola nessuno spreco: pentole e padelle tornavano assolutamente
vuote e... c'erano pure giovani volontari a lavare i piatti... cosa chiedere di
più
Spero che il prossimo anno mi venga rinnovato l'ingaggio e, anche a nome
delle mie amiche cuoche, ringrazio per la fiducia.
Nonna Laura
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19-20 luglio 2025 - Barre des Écrins - 4.102 m e Dôme de Neige - 4.015 m
Nello scorso mese di luglio un gruppo di otto soci della Giovane Montagna
ha raggiunto le due principali vette del massiccio degli Écrins, in Francia.
L'avvicinamento al Refuge des Écrins (3.175
m) è avvenuto sotto una pioggia insistente,
che ha reso la serata al rifugio piuttosto
"umida" e animata dai tentativi di asciugare
indumenti e scarponi.
Il mattino seguente il meteo si è aperto, permettendoci
di partire presto lungo la via
normale sul Glacier Blanc. La salita ci ha
portato prima alla Barre des Écrins (4.102
m) per la cresta dalla Brèche Lory, con passaggi
di II grado, e successivamente tutti i
partecipanti hanno raggiunto anche la vetta
del Dôme de Neige (4.015 m).
La lunga discesa verso valle ha
messo alla prova il gruppo, ma
non sono mancate soddisfazioni
e incontri: lungo il percorso abbiamo
incrociato gli amici della
sezione GM Genova in salita.
Sorpresa finale...! Sulla discesa
interminabile i giovani lasciati
indietro da tre assatanati con
passo da camosci, qualcuno
dice dovessero avvisare il presidente della buona riuscita!
Due giorni intensi, tra meteo variabile e splendidi panorami, che hanno permesso
a tutti i partecipanti di misurarsi con un ambiente di alta montagna impegnativo
ma gratificante.
Lorenzo GAIDO
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27 luglio/3 agosto 2025 - Settimana di Pratica Alpinistica - Vallone di Piantonetto - Rifugio Pontese
Nella settimana a cavallo tra luglio ed agosto, con base al rifugio Pontese nel
Vallone di Piantonetto, si è tenuta la Settimana di Pratica Alpinistica organizzata
dalla CCASA.
Il gruppo, in realtà un "gruppetto", era composto da 7 soci, provenienti dalle
Sezioni di Genova, Milano, Verona, Torino e dalla Sottosezione Frassati.
Il livello dei partecipanti sembrava poter consentire di affrontare vie di arrampicata
su difficoltà di terzo/quarto grado, cosa che ci avrebbe permesso di
compiere alcune belle salite classiche, magari meno battute, ma su quel livello
di difficoltà.
Purtroppo, la realtà sul campo si è rivelata peggiore, in quanto alcuni dei partecipanti
mancavano dell'allenamento necessario per affrontare gli avvicinamenti
lunghi e faticosi, mentre altri della dimestichezza necessaria per muoversi
su terreno impervio e pietraie.
Questa situazione ci ha conseguentemente obbligato a passare diverse giornate
su monotiri in falesia o su vie brevi e spittate piuttosto che su vie di montagna.
Nonostante ciò, siamo riusciti a fare un'attività interessante ed anche un po' di
didattica nella giornata di giovedì.
In breve, l'attività svolta è stata questa:
- Lunedì: bastionata del Carpano, monotiri.
Nel pomeriggio abbiamo risalito la Gorgiassa e siamo andati al bivacco
Carpano, rientrando poi per il canalone, per quello che era il sentiero
normale di accesso al bivacco e che ormai è completamente devastato
da frane e smottamenti.
- Martedì: via Malvassora al Becco Meridionale della Tribolazione per
una cordata, via normale del Becco Meridionale della Tribolazione per
gli altri.
- Mercoledì: falesia Rock Paradise, nei pressi del Rifugio: alcuni monotiri
più una via lunga di 4 tiri (Cochise).
- Giovedì: tentativo di salire la Roccia Viva per la via normale ma, una
volta raggiunto il canalone che era ormai privo di neve e quindi impraticabile,
abbiamo modificato la nostra meta e ci siamo recati alla Bocchetta
del Monte Nero.
- Venerdì: falesia Climbing School, a 15 minuti dal rifugio, dove abbiamo
fatto un po' di monotiri ed esercizi di didattica, tra cui manovre di cordata,
recupero del secondo, paranco semplice, uso delle protezioni veloci,
eccetera.
- Sabato: sperone Est della Punta 2424 m (a 20 minuti di cammino lungo il
sentiero che va al Colle dei Becchi); via "Davanti al prato dell'amore" sei
tiri, con difficoltà massima 5c.
- Domenica: rientro a valle.
Dal punto di vista del gruppo la compagnia è stata sempre piacevole; non ci
sono stati problemi di rapporti e tutto sommato abbiamo fatto sempre attività
tutti insieme, in modo gradevole.
Il tempo è stato decisamente
favorevole; magari
non sempre con giornate
spettacolari, ma ci ha consentito
comunque tutti i
giorni, anche quando è
stato un po'perturbato e nuvoloso,
di svolgere l'attività
che avevamo previsto per
la giornata.
Infine, l'accoglienza al Rifugio Pontese è stata ottima.
I gestori, cortesi e disponibili, ci hanno sempre aiutato (dal trasporto in teleferica
del materiale più pesante, al menù gustoso e vario ogni sera, alle indicazioni
ed i consigli per le nostre attività), e nel corso della settimana si instaurato
un bel rapporto di convivenza e collaborazione.
Daniele CARDELLINO
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28/31 agosto 2025 - Le Pale di San Martino - Trekking della Giovane Montagna di Torino
Le Pale di San Martino, una delle più belle catene montuose delle Dolomiti,
dominano la Val Cismon, sopra San Martino di Castrozza, a cavallo tra Trentino
e Veneto, meta ambiziosa per il trekking di quest'anno lungo quattro
tappe dell'Alta Via n 2.
Già in fase di programmazione si incontrano le prime difficoltà: benchÉ contattati
con notevole anticipo a febbraio, i rifugi che servono la traversata, che
normalmente si svolge nel senso di marcia nord-sud, non dispongono più
della necessaria capienza, per cui è necessario non solo organizzare il trek in
senso inverso ma anche posticipare di due giorni la data di partenza.
Poi, al momento di partire a fine agosto, le previsioni meteo volgono al brutto.
Decidiamo di andare comunque, con l'obiettivo minimo di raggiungere tutti e
tre i rifugi prenotati sfruttando, alla peggio, alcune possibili vie di salita alternative.
Siamo in 13, qualcuno dice che è il numero a portar male, qualcun altro
asserisce che invece dovrebbe portare bene... Mah...
Primo giorno. "La nebbia agli irti colli piovigginando sale" mentre da Malga
Canali percorriamo il breve sentiero verso il rifugio Canali Treviso. è una
scorciatoia rispetto alla prima tappa che ci avrebbe condotto al rifugio partendo
dal Passo Cereda attraverso la panoramica Forcella d'Oltro. Il panorama
d'altronde è ridotto alle selvagge e verdissime pendici boscose di crode
dolomitiche che si prefigurano irte e spettacolari ma che si perdono in una
stagnante e densa coltre di nubi grige da cui pioviggina inesorabilmente.
Il rifugio ci riceve con un bel cartello intitolato "Gocce di montagna", questo
sì di cattivo auspicio benchÉ si riferisca alla scarsità di acqua, accentuata negli
ultimi anni dal riscaldamento climatico, ma oggi di stridente inattualità. Il rifugio
è una simpatica costruzione d'antan, accogliente e poco affollato.
Il clima non è propriamente estivo, un'unica stufa di ceramica riscalda come
può l'ambiente, sovrastata da indumenti e scarpe messe ad asciugare. A riscaldare
i cuori ci pensa un giro di birre.
Nel pomeriggio un nutrito gruppo dei nostri tenta una sortita verso la Forcella
d'Oltro. I malcapitati vengono sorpresi da una "bomba d'acqua" che in un batter
d'occhio trasforma l'asciutto canale roccioso attraversato in salita in un vorticoso
torrente in piena che, una volta girati i tacchi, i nostri faticano a riattraversare,
a prezzo di calzature e vestiti fradici. I rifugisti ci spiegano che il toponimo
Val Canali si riferisce proprio ai numerosi canali che incidono i fianchi
scoscesi della valle e che, data la particolare natura del suolo roccioso, in caso
di abbondanti piogge han già provocato smottamenti e frane disastrosi. Il violento
rovescio, dopo avere inzuppato i nostri amici, si placa, salvo riprendere
poi furioso a sera e imperversare tutta la notte.
Riguardo alle previsioni, l'evoluzione
meteo in questi giorni è
particolarmente incerta e i siti
meteo ovviamente non sono concordi.
Chi segue l'uno chi l'altro,
i telefonini sempre alla mano, le
discussioni si infittiscono. uno
prevede schiarite al mattino e
peggioramento nel pomeriggio,
l'altro esattamente il contrario e
in ogni caso le finestre sono
troppo brevi per noi, un gruppo
numeroso e poco omogeneo per cui è prudente attendersi tempi di percorrenza
lunghi. Per decidere che fare ci affidiamo perciò all'ultimo aggiornamento
meteo che verrà fornito dai rifugisti più tardi. Attendiamo la sera giocando
a carte e leggendo. Dopo cena le previsioni annunciano lo stesso meteo
di oggi, con nebbia, pioviggine e possibili temporali. Si decide di non cimentarsi
con la traversata, che si svolge sullo stupefacente altopiano delle Pale
dove, tuttavia, trovarsi immersi nella nebbia non sarebbe affatto simpatico e
persino "navigare a vista" diventerebbe un eufemismo.
Secondo giorno. A malincuore, ridiscendiamo tra una goccia e una folata di
vento al parcheggio nella Val Canali. Da qui ci spostiamo con le auto a San
Martino e ne portiamo una a Passo Rolle, dove arriveremo in qualche modo
l'ultimo giorno. Ci rechiamo quindi agli impianti di Colverde intenzionati a
raggiungere dal basso il successivo rifugio Pedrotti alla Rosetta. Alla partenza
del Colverde interpelliamo alcuni turisti stranieri, che stanno scendendo dagli
ovetti, riguardo alle condizioni lassù e ne riceviamo questa laconica e ironica
risposta: "Stormy, windy, rainy". Se non altro ci rincuora avere fatto la scelta
giusta.
Chi con l'impianto Colverde e
chi stoicamente a piedi ci
riuniamo alla partenza del secondo
impianto, quello del Rosetta,
che con un'aerea campata
ci deposita al passo omonimo.
Da qui raggiungiamo in pochi
minuti il vicino rifugio, una
grande costruzione su due piani
stracolma di gente, evitando
tempestivamente l'ennesimo
scroscio di pioggia, mentre la
nebbia domina incontrastata il
paesaggio accompagnata da un vento fortissimo.
Una inaspettata finestra pomeridiana di un paio d'ore ci sprona a sgranchirci
le gambe verso il Passo Pradidali. Percorriamo così un tratto del bellissimo
altopiano delle Pale in un paesaggio lunare davvero unico. Colpito da un raggio
di sole un banco di calcare risplende bianco come la seraccata di un ghiacciaio.
Le nebbie si sono alzate, ma non abbastanza da concederci la visione
delle cime, così la Pala di San Martino ci rimarrà sconosciuta. Una successiva
sortita per toccare la vicina sommità della Cima Rosetta, subito sopra l'arrivo
dell'impianto, viene frustrata a poca distanza dall'obiettivo, quando nel giro
di pochi minuti tuoni, fulmini e infine la grandine convincono ancor una volta
i volenterosi a un precipitoso dietrofront. A consolarci provvedono movimentate
partite a carte e poi un'ottima cena.
La tappa di domani, che conduce al rifugio Volpi al Mulaz, è la più impegnativa,
comportando tratti di sentiero molto esposti e alcuni tratti attrezzati, dove
beccarsi un temporale non sarebbe il massimo. Al rifugio non c'è rete per i
telefonini, quindi ci si affida ai rifugisti, i quali ci rimandano all'aggiornamento
delle 6... del mattino dopo. Andiamo dunque a dormire senza aver preso decisioni.
Terzo giorno. Meteo brumoso e la possibilità di piogge e temporali ci induce
a seguire l'alternativa suggerita dai rifugisti, priva di pericoli e che si rivelerà
molto interessante dal punto di vista esplorativo, con la quale raggiungeremo
il terzo rifugio, il Volpi al Mulaz.
Partiamo dal rifugio Rosetta che non piove. Torniamo all'arrivo della funivia
del Rosetta e scendiamo il bel sentiero che, sfruttando magistralmente i punti
deboli di un aereo crestone, supera il salto roccioso sotto l'impianto. Il sentiero
prosegue poi traversando lungamente le ripide e verdi pendici delle pareti di
Cima Corona, Croda della Pala e Cimon della Pala, dove ci imbattiamo in un
branco di camosci e poi in alcuni placidi cavalli al pascolo, fino a poca distanza
da Passo Rolle.
Il meteo ci concede ancora una
tregua fino a Malga Segantini,
poi, al momento di iniziare la salita
verso il passo Mulaz, inizia a
piovigginare. La pioggerella si
trasforma rapidamente in uno
pesante scroscio, quindi esce addirittura
qualche raggio di sole.
Inutile rammentare il continuo
mettere e togliere mantelle, gusci
e coprizaini dai colori lucidi e
gocciolanti. Pareti e creste luccicanti
di pioggia fan capolino tra le nebbie, in un gioco di luci spettacolare. Dal
Passo Mulaz con breve discesa giungiamo infine nel pomeriggio all'agognato
omonimo rifugio, attorniato da una spettacolare corona di cime.
Troviamo la capanna piena come un uovo, le sistemazioni a tavola e poi nei
dormitori sono veramente sacrificate. Tuttavia, il meteo sembra volgere al
bello e finalmente le previsioni concordano su una giornata di tempo caldo e
asciutto.
Quarto giorno. Partiamo di buon'ora per il giro del Monte Mulaz, classica e
frequentata escursione ad anello. Con grande piacere godiamo finalmente
dell'aspro ambiente dolomitico che avrebbe dovuto accompagnarci fin qua.
Perseverare è stato premiante. Tocchiamo una piccola cima lungo il percorso,
il Sasso Arduini, da cui lo sguardo può spaziare su buona parte del paradiso
dolomitico, dalla vicina parete sud della Marmolada, al massiccio del Sorapis,
il Pelmo e il Civetta. Con innumerevoli discese e risalite, attraversando le due
forcelle di Focobon e di Venegiota, ci affacciamo sulla Val Venegia nella quale
discendiamo passando da un laghetto dalle acque ferme come uno specchio
nel quale si riflettono le superbe pareti del Monte Mulaz. Man mano la vista si
apre sulle aggettanti quinte rocciose dei Bureloni, Cima Vezzana e Cimon
della Pala, finalmente accarezzate dal sole.
Da Malga Venegiota, nel fondovalle, dove cerchiamo invano ristoro presa
d'assalto com'è dalla folla di escursionisti domenicali, riprendiamo il cammino
sul sentiero che, sul lato opposto della valle, dovrebbe condurci ad un bivio e
da qui sul Castellaz, modesta cima secondaria ma dal decantato magnifico panorama.
Nonostante le precise indicazioni dei rifugisti e pur chiedendo aiuto alle moderne
tecnologie, non riusciamo a trovare il bivio, così ci accontentiamo
di completare il giro lungo il Sentiero delle Malghe che, con altri innumerevoli
saliscendi, conduce infine sulla sterrata che collega Passo Rolle alla Baita Segantini.
In ogni caso, a dispetto delle prime tappe sacrificate per il meteo avverso,
riusciamo a concludere il trekking delle Pale nello splendido
scenario di Passo Rolle con un sole splendente.
Mentre ci rifocilliamo al vicino rifugio Cervino, l'austero Cimon della Pala,
messosi in bella mostra per tutta la mattina, nasconde civettuolo la testa in un
bianco manto di nubi. Ha vinto lui.
Igi SALZA
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6 Settembre 2025 - Parco Cavalieri di Vittorio Veneto - Torino
Questo parco per noi torinesi è conosciuto come Piazza D'armi.
è uno degli spazi verdi pubblici più' estesi della città' ed è' delimitato dai corsi
Sebastopoli, corso Galileo Ferraris, corso Monte Lungo e corso IX Novembre.
è diviso da una fascia centrale dedicata all'addestramento sportivo dei militari
e quindi non accessibile al pubblico. Nel suo perimetro alberato è circondato
da una pista ciclabile, ospita ben tre aree gioco per bimbi e adolescenti
ed inoltre è provvisto di alcuni impianti sportivi come campi di bocce.
Visitiamo un laghetto circondato da un canneto dove nuotano alcune oche.
Vediamo pure una fontana a specchio somigliante ad un canale d'acqua su cui
si specchia la monumentale torre Maratona. Verso mezzogiorno ci sediamo
su comode panchine all'ombra di alti tigli per consumare il nostro pranzo :
siamo in nove e con noi c'è anche Maria Rosa. Prima di congedarci ci fermiamo
al chiosco per prenderci un caffè' e per continuare le nostre lunghe chiacchierate
intraprese fin dal mattino.
Maria Piera LEONE
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6 settembre 2025 - Rio Pacoulla
"Discesa dal torrente con dimostrazione
dal vivo di manovre di emergenza, che ci
hanno costretto due volte a risalire la calata
per liberare la corda incastrata tra le rocce
durante il disarmo.
Nonostante gli imprevisti, siamo
arrivati al fondo calandoci e tuffandoci
in pozze splendide e, per concludere
la giornata, ci siamo divertiti
facendoci trasportare dall'acqua
del torrente del Lys!"
Dario FRANCO
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6-7 settembre 2025 - CANONIZZAZIONE di Pier Giorgio FRASSATI
Nel centenario della salita al Cielo di Pier Giorgio Frassati e a 35 anni dalla
sua beatificazione, domenica 7 settembre si è tenuta a Roma la celebrazione
per la Sua Canonizzazione.
Quest'anno, per ricordare i 100 anni dalla sua morte, la nostra sezione ha proposto
una serie di uscite nel segno di Pier Giorgio; l'essere stati presenti a
Roma, alla sua canonizzazione, ha rappresentato un po' la conclusione di questo
percorso.
L'appuntamento è per sabato 6 settembre alle ore 21,30 alla Stazione di Porta
Nuova.
Della Sezione di Torino siamo in 5 e con il gruppo della Diocesi saliamo sul
treno diretti a Roma dove giungiamo dopo 8 ore di viaggio. Verso le 6 di domenica
mattina, con poche ore di sonno e un po' di stanchezza ci dirigiamo in
Piazza San Pietro. Qui ci siamo subito resi conto che la canonizzazione di Pier
Giorgio Frassati e di Carlo Acutis aveva richiamato tantissimi fedeli a riprova
che l'esempio di questi due Santi è particolarmente sentito.
In una piazza San Pietro, gremita e, sotto un sole cocente, ci siamo ritrovati con
altri amici della Giovane Montagna di Roma, Verona, Milano, Genova e la sottosezione
Frassati, nonchÉ il Presidente Centrale.
Con loro abbiamo condiviso la gioia di essere presenti a questa importante
giornata.
Le parole del Santo Padre ci hanno ricordato che la Santità può nascere dalla
semplicità e dalla normalità della vita di tutti i giorni; i Santi canonizzati oggi
sono infatti due giovani che nella loro quotidianità hanno messo
Cristo e l'Eucaristia al primo posto praticando la carità verso le persone più
bisognose. Papa Leone XIV ha esortato tutti, specialmente i giovani, a non
sciupare la vita, ma a orientarla verso l'Alto e a farne un capolavoro.
Carola e Marta RAINETTO
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14 settembre 2025 - Lavori di manutenzione al Bivacco Pol - 3173 m
Alla data prevista di luglio non era stato possibile salire al Bivacco perchÉ
non era ancora stato ripristinato il ponte che permette di attraversare il torrente
Eufralet.
Durante l'estate il Comune ha provveduto ad installarlo e quindi è stato di
nuovo possibile accedere al sentiero.
La proposta è quindi stata quella di andare nel weekend del 13 e 14 settembre.
...Proposta che purtroppo non ha ottenuto grandi adesioni... Infatti, alla fine,
siamo solo in due, Marta ed io e decidiamo di andare domenica 14 in giornata,
anche a causa di un impegno il giorno precedente.
Considerato il dislivello della gita ed anche il notevole sviluppo la partenza
deve essere necessariamente molto presto; quindi, alle 4:00 di mattina partiamo
da Torino e alle 6:20 iniziamo a camminare da Valnontey.
Con le prime luci dell'alba cominciamo a renderci conto del disastro che le
alluvioni degli ultimi due anni hanno provocato in tutta la valle.
Enormi frane hanno devastato tutto il fondovalle e da ogni piccolo torrentello
o ruscello sono scese colate di detriti.
Il sentiero, che prima si inerpicava gradualmente lungo una gradevole pineta,
è cancellato in più punti da massi e pietrame e scavato dall'acqua, per cui
quello che era un piacevole cammino è diventato impervio.
Fortunatamente la parte alta dell'itinerario, invece, non ha subito grossi danni.
Gli attraversamenti dei torrenti sono abbastanza agevoli e non abbiamo avuto
necessità di utilizzare il cavo che è stato posizionato per attraversamento alla
tirolese.
L'ultimo tratto della morena, quando arriva poi ad appoggiarsi alla bastionata
rocciosa, è invece ormai un'esile cresta di terriccio, sempre meno solida; la
scaletta che è stata posizionata per superare la balza rocciosa ormai pende nel
vuoto ed è veramente difficile riuscire ad arrivare a prenderla. A questo riguardo
le Guide sono intenzionate a intervenire, probabilmente ancora
nell'autunno, per cercare di spostare la scaletta ed agevolare quindi la salita
sulla balza rocciosa.
Il resto del percorso invece è rimasto più o meno come ricordavo: sempre
ripido ed impervio, con i tratti attrezzati con le catene abbastanza in ordine.
In poco più di 6 ore siamo finalmente al bivacco.
La giornata è piuttosto bella; un venticello sostenuto e gelido ci accoglie sulla
porta del bivacco.
Mangiamo qualcosa e poi ci dedichiamo
a fare un po' di pulizia.
Il Bivacco è abbastanza in ordine: tutto
sommato l'affluenza non è molta ed i pochi
che vengono fin quassù sono evidentemente
educati e rispettosi.
Sarebbero da cambiare le federe dei cuscini,
ormai abbastanza lise, c'è qualche
coperta da rammendare, ed il libro del
bivacco non ha più molte pagine bianche.
Per il resto va abbastanza bene
Nel frattempo, sulle montagne comincia
ad annuvolarsi ed il cielo si chiude velocemente.
Decidiamo quindi di incamminarci sulla
via del ritorno; per superare il tratto
della scaletta facciamo una calata in
corda doppia di 7-8 metri; poi il resto
della discesa non presenta nessun problema
se non molta attenzione e prudenza.
Ogni tanto qualche gocciolina ci spaventa,
ma alla fine il tempo regge ed arriviamo
alla macchina senza problemi.
Resta sempre una gita di grande soddisfazione e notevole impegno, a maggior
ragione adesso che i sentieri sono in così cattive condizioni
Daniele CARDELLINO
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20 settembre 2025 - Cima del Vallonetto - 3217 m
Causa meteo sfavorevole sulla domenica,
la prevista salita alla Ciamarella è
stata sostituita da un'escursione in giornata
alla Cima del Vallonetto nel massiccio
dell'Ambin. Partendo dal rifugio Levi
Molinari, il gruppetto giovani composto
da 8 partecipanti (di cui 4 nuovi) ha raggiunto
con buon ritmo in un paio d'ore l'altopiano
che si affaccia sul colle del Sommelier
per poi giungere alla cima del Vallonetto,
dalla quale siamo riusciti a godere
del grandioso panorama fino al
Monte Bianco. Una volta rifocillati, siamo
discesi per la stessa via di salita al fianco
di qualche stambecco curioso. Arrivati
alle auto si è di comune accordo deciso di celebrare la giornata con una birra
in bassa val di Susa, degna fine di una bella giornata tra giovani in montagna.
Matteo VALLE
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VITA SEZIONALE
Lutti
Lo scorso mese di giugno, una mattina presto "come si addice ad una gita impegnativa,
Cesare Barbi è partito per raggiungere la cima più alta" (come ci ha scritto
Antonella).
Ci uniamo in un forte abbraccio alla cara moglie Franca e ai figli Luisa, Marco e
Chiara, nel ricordo del caro Cesare.
Queste le parole con le quali gli amati nipoti lo hanno ricordato:
Su Cesare ci sono tante cose da dire e
non basterebbe una giornata. Siamo
tutti pieni di ricordi, ma vorrei raccontare
chi lui era tramite gli occhi dei suoi
figli e dei suoi nipoti.
Papà, nessuna guerra è giusta: quella
che hai vissuto ti ha rubato il padre a
soli 13 anni.
Eri poco più di un bambino ma hai voluto
affrontare la vita come un adulto.
Hai però protetto con lo scudo della
rettitudine, dell'onestà e della severità,
il tuo giovane cuore e l'hai preservato
negli anni: dietro l'essere integerrimo,
innanzitutto con te stesso, c'era la
bontà e la purezza del bambino che hai
lasciato in corso Palermo sotto le
bombe.
La mitezza e la dolcezza del tuo sguardo spesso erano adombrate dalla severità
con la quale affrontavi la vita famigliare e lavorativa ma la capacità di essere
giusto ed equo, ti faceva apprezzare da tutti. La generosità così schiva e
spontanea, senza cerimonie, l'hai invece incontrata sui sentieri e sulle vette
alpine dove prima della richiesta c'era il gesto: la borraccia offerta, i guanti
presi dallo zaino per scaldare le mani al compagno di cordata, la rinuncia alla
vetta per ricondurre a valle un infortunato.
La montagna, ammaliante e spietata, ti ha sfidato molte volte ma tu non hai mai
fatto prevalere la tua soddisfazione personale sulla prudenza, frutto della tua
umiltà.
Nonno, non abbiamo parole per dire quanto ci mancherai.
Siamo così fortunati ad averti avuto nella nostra vita. Te ne sei andato senza
fare rumore, coerente a come sei sempre stato. Pensavamo di essere pronti a
salutarti, sai? Ci sei stato fino all'ultimo, con i tuoi sempre più deboli sorrisi e
il tuo gatto sulle gambe.
I tuoi gesti semplici e umili ci hanno permesso di diventare ciò che siamo oggi.
Ci hai insegnato l'importanza dello studio per farci avere un futuro migliore e
ti sei commosso quando ci siamo laureati. Ci hai sempre aiutato senza batter
ciglio a realizzare i nostri sogni perchÉ la nostra felicità era la tua.
Ma soprattutto ci hai passato l'amore per la montagna. Eri nel tuo ambiente e
volevi condividere quel sentimento con noi, lo stesso sentimento che noi passeremo
ai nostri figli parlando di te durante le salite. E canteremo ancora "quel
mazzolin di fiori" nello stesso modo tuo e di nonna.
Ai tuoi occhi apparentemente severi, che celavano un cuore buono e immensamente
generoso,
Ai pomeriggi passati in officina a costruirci le armi per giocare,
Ai giri in carriola intorno alla casa di Netro,
A tutte le cose che ci hai insegnato sulla vita, sulla guerra, sull'antifascismo,
A come ci hai insegnato a credere nei nostri ideali e a lottare per difenderli,
All'amore per i tuoi alberi e ai frutti che ti hanno dato grazie alle tue cure,
Alla tua instancabile voglia di imparare, di conoscere e di comprendere,
Alle tue mani ruvide e sempre indaffarate,
Alla tua passione per la settimana enigmistica, per i sudoku e per le freddure
che instancabile ci proponevi,
Tanto a te bastava che ridesse la nonna
Alla conta degli agnolotti a Natale,
A come ci guardavi da piccoli e a quello sguardo che ha saputo adattarsi a
come siamo cresciuti in un modo a cui non avevi pensato, ma che hai saputo
accogliere e rispettare,
A come rinascevi quando eri tra le tue amate montagne,
A te e a tutto ciò che hai rappresentato per ognuno di noi,
Grazie per averci regalato la famiglia che siamo,
è stato ciò di cui eri più fiero, lo leggevamo nei tuoi occhi quando ci guardavi
tutti insieme.
Sarai sempre con noi, non potrebbe essere diversamente
Ciao nonno, ciao papà
A tutti noi ricordando il caro Cesare viene in mente la figura dell'alpinista innamorato
delle sue montagne. Io vorrei ricordarlo per la sua professionalità che manifestava
con un evidente attaccamento al lavoro. Ho avuto modo di conoscerlo
sotto questo aspetto perchÉ mi sono sempre interessato personalmente di impianti
idroelettrici e quando ci incontravamo in sede era sempre ben disposto a raccontarmi
del suo lavoro. Dalla sua disponibilità a soddisfare le mie curiosità era evidente
che il lavoro alla AEM era per lui quasi una passione che traspariva con naturalezza.
Lascio anche ai lettori questo mio ricordo personale di Cesare che mi porterò sempre
nel cuore.
Alberto GUERCI
Ricordo di Cesare Barbi da quasi 80 anni socio della GM Torino.
Mi piace ricordare la pacatezza di Cesare quando da ragazzi iniziavamo a frequentare
le montagne con il gruppo giovanile. Ho sempre apprezzato l'umiltà della
persona, che ha fatto grandi cose in montagna in gioventù e non solo, ma non lo
faceva pesare, anzi dispensava a noi giovani quelle conoscenze di base con semplicità
ma facendo capire l'importanza delle cose.
Cercando nel nostro prezioso archivio dei notiziari associativi compaiono decine
di richiami alla sua persona relativi alle gite di livello alpinistico da lui coordinate
in decenni di frequentazione (Dufour, Strahlhorn, Monviso Cresta Est, Herbetet,
traversata dei Lyskamm, Barre des Ecrins, Ciarforon, Bessanese ...). Ma poi escono
i resoconti delle settimane bimbi/ragazzi organizzate per i nostri figli allo Chapy
nei primi anni duemila, ed ecco Cesare nella veste di "nonno tuttofare" ancora con
le sue capacità a disposizione di tutti.
Grazie Cesare per la generosità che ti contraddistingueva e che non hai risparmiato
nella Giovane Montagna.
Guido VALLE
Desideriamo inoltre esprimere la nostra più sincera vicinanza a:
Anna Maria IVIGLIA per la perdita della Mamma,
Paola e Lucia CINATO per la perdita del Papà,
Francesco ARNEODO per l'improvvisa perdita del fratello Michele.
Ci stringiamo a loro nel ricordo e nel dolore, per la perdita di una persona
speciale.
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Un piccolo sfogo
Come redazione volevamo inserire qualche riga che potremmo
definire "un piccolo sfogo".
Ci mettiamo tutto l'impegno possibile per portare avanti e realizzare
un notiziario serio e attendibile, ma i testi sono esclusivamente quelli
che ci vengono forniti dai soci e solo a quelli dobbiamo attenerci.
Spesso interpretiamo le nostre richieste di presentazioni e di relazioni
gite come una seccatura di cui si vorrebbe fare a meno.
La collaborazione associativa non si può limitare al divertimento in
montagna, ma deve permettere a chi non partecipa di persona, con la
lettura del notiziario, di godere delle emozioni vissute dai partecipanti
per poterle rivivere in parte.
Il notiziario deve inoltre essere uno strumento che permette di tenere
traccia, nel miglior modo possibile, dell'attività della nostra Sezione.
è con questo spirito che vorremmo continuare il nostro lavoro di redattori
del notiziario usufruendo della vostra più sentita collaborazione
con lo scopo ultimo di coinvolgere tutti i soci nella vita sociale
della Giovane Montagna.
Grazie!
La Redazione
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