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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 2001



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








VITA SEZIONALE


   ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI - GIOVEDÌ 11 OTTOBRE - ORE 21,15


L?Assemblea Ordinaria dei Soci è convocata presso la Sede Sociale per discutere
e deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
1) Relazione del Presidente
2) Conferimento al Presidente di delega a rappresentare i Soci della
sezione di Torino alla redazione dell'atto costitutivo
dell'ASSOCIAZIONE GIOVANE MONTAGNA
3) Autorizzazione al Presidente a nominare due procuratori per l'atto di
cui sopra
4) Esame del bilancio consuntivo, 1/10/2000 - 30/9/2001
5) Nomina del seggio elettorale per l'elezione del nuovo Consiglio di
Presidenza e dei Delegati al Consiglio Centrale 2002/2003
6) Varie ed eventuali
D A T A L I M P O R T A N Z A D E G L I A R G O M E N T I , V I
P R E G H I A M O D I N O N M A N C A R E
N.B. Il socio ordinario destinatario di questo notiziario è tenuto, sotto la sua responsabilità,
a informare di questa Assemblea tutti i soci a lui aggregati.
MODALITÀ PER IL VOTO
1) Ogni Socio ha ricevuto, tramite posta, la scheda che dovrà essere
spedita o consegnata in SEDE, compilata e sigillata, al Seggio
elettorale entro le 23 h di giovedì 11 ottobre.
N.B. Il tagliando numerato NON DEVE essere separato dalla scheda;
tale operazione è svolta dal Presidente del seggio all'atto
dell'inserimento nell'urna.
2) Come da Statuto Sezionale (art. 19), hanno diritto al voto i Soci
maggiorenni e in regola con la quota sociale
3) Il seggio elettorale resterà aperto solo la sera di giovedì 11 ottobre
4) Dovranno essere eletti 14 Consiglieri e 13 Delegati.
Si raccomanda di indicare i prescelti con nome e cognome
L'occasione di questo scritto ai soci, mi permette di ringraziare tutti i Consiglieri,
Delegati uscenti e Collaboratori, che nel biennio 2000/2001 hanno
collaborato nelle varie attività della nostra sezione.
Inoltre, soci non facente parte del Consiglio di Presidenza vi hanno collaborato
nelle varie attività; in particolare i seguenti soci: Laura REGGIANI,
Claudia VASSALLO, Giovanni RICCABONE, Carlo ALLARA, Antonello SAPORITO.
Soci che, sapranno e potranno dare un'attiva collaborazione nel
prossimo Consiglio di Presidenza.
i l P re s id e n te

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   ASSEMBLEA DEI DELEGATI - TORINO 27-28 OTTOBRE 2001


La nostra sezione quest'anno è impegnata ad organizzare l'Assemblea
dei Delegati, che si terrà nei giorni 27/28 ottobre p.v., presso VILLA LASCARIS
a PIANEZZA (tel. 011.96.76.145).
Quest'Assemblea riveste particolare importanza, perché chiamata ad alcuni
adempimenti fondamentali per il futuro dell'Associazione, rivolti ad ottenere
la personalità giuridica per la Giovane Montagna, Sede Centrale.
Si dovrà provvedere alla ricostituzione dell'Associazione Giovane Montagna
a mezzo atto pubblico redatto dal notaio, atto mai stipulato finora, ma necessario,
come richiesto dal Codice Civile per ottenere la personalità giuridica
(le singole sezioni, se in futuro saranno interessate, dovranno provvedere
a loro volta. La nostra sezione si è ricostituita nel novembre dello
scorso anno).
Dopo l'importante impegno della ricostituzione dell'Associazione, i Delegati
saranno chiamati alle votazioni per il rinnovo delle cariche sociali alla Presidenza
Centrale, per il biennio 2002/2003.
PROGRAMMA
Sabato 27 ottobre
Ore 14 / 14,30 - Accoglienza dei partecipanti, sistemazione per il soggiorno
Ore 15 - Inizio dell'Assemblea (SI RICHIEDE LA MASSIMA PUNTUALITÀ).
Illustrazione delle modifiche tecniche legislative, apportate allo Statuto
Fondamentale e deliberare, alla presenza del NOTAIO, la ricostituzione
dell'atto di fondazione della GIOVANE MONTAGNA.
Ore 17 circa - Relazione del Presidente Centrale e lavori Assembleari
Ore 19,30 - Cena
Ore 21 - Proseguimento dei lavori Assembleari
Votazioni: inizio operazioni di voto per il rinnovo del Consiglio
di Presidenza, biennio 2002/2003
Domenica 28 ottobre
Ore 8 - Colazione
Ore 8,30 - Santa Messa
Ore 9,30 - Proseguimento dell'Assemblea
Votazioni: completamento delle operazioni di voto e votazione,
con voto separato, del Collegio dei Revisori dei Conti
Chiusura dell'Assemblea
Ore 12,30 - Pranzo
Ore 15,30 - Commiato
P R E NOTA Z ION I
Le prenotazioni dovranno pervenire, tassativamente entro il 18 ottobre
p.v., in SEDE (telefono 011747978), oppure telefonicamente a:
RAINETTO Marta, (telefono 011884148)
RONZANO RAINETTO Carola, (telefono 011883108)
Vi raccomandiamo di rispettare la data di prenotazione, meglio se potete
anticiparla, per organizzare al meglio la ricettività a Villa LASCARIS.
QUOTE - Sabato 27 / Domenica 28
(pernottamento, colazione, due pasti) 90.000 Lit
Sabato 27 (solo cena) 20.000 Lit
Domenica 28 (solo pranzo) 30.000 Lit

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ATTIVITÀ PREVISTA


   14 ottobre - Traversata del Monte Orfano (794 m) (E)


Località di partenza ... : Stazione FS di Verbania-Pallanza opp. Montorfano
Dislivello.................. : 590 m
Tempo di salita......... : 3,30÷3 h; totale 4,30÷5 h
Difficoltà ................. : Escursionistica
Il Monte Orfano è così detto perché si ritiene "orfano" del Lago Maggiore
che un tempo lo cingeva da quasi tutti i lati. La montagna è un blocco di
granito ricoperto di vegetazione; da essa sono stati estratti blocchi per illustri
monumenti.
Dalla Stazione FS di Verbania-Pallanza ci si porta per strada carrozzabile al
grazioso paesino di Montorfano, indi per strada di cava e per sentiero alla
vetta. Si passa vicino alle cosiddette "lizze" cioè i piani inclinati sui quali si
facevano scendere a valle i blocchi di granito; ora provvedono gli autocarri
di cava.
In questo tratto il sentiero non è troppo agevole ed è abbastanza ripido.
Dalla vetta si gode di un panorama notevole sul Lago Maggiore, sulla foce
del Toce, sulla Valle d'Ossola e sul lago di Mergozzo. Dal ripetitore televisivo/
telefonico si diparte una bella mulattiera che scende con ampi tornanti
fino ad una anticima bifida. Segue un breve tratto pianeggiante.
Qui inizia il sentiero "Cadorna" costruito dagli Alpini sul versante sud della
montagna, che ci condurrà al fondovalle cioè a Ponte Toce, vicinissimo
all'autostrada. Il sentiero Cadorna si sviluppa in una zona dirupata per cui
occorre un poco di prudenza al fine di non provocare cadute di sassi; si
passa anche in una enorme grotta.
Equipaggiamento ...... : Attrezzatura Escursionistica e Pedule
Ritrovo di partenza.... : P. Pitagora alle 6,30 h
P. Bernini alle 6,45 h
Coordinatore di gita... : Vittorio GERMANO tel. 0113091547
Termine prenotazioni . : giovedì 11 ottobre in sede tel. 011747978

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   7-14-21 ottobre - Uscite di arrampicata


Come già pubblicato sul precedente notiziario quest'anno sono in programma
tre uscite in falesia, con l'opportunità, per chi volesse avvicinarsi
all'arrampicata, di compiere i primi passi sulla roccia.
Ma l'invito a partecipare è rivolto anche a chi già ha esperienza e vuole trascorrere
delle piacevoli giornate su e giù per le pareti.
I giovedì precedenti l'uscita si terrà in sede un "ripasso" su materiali, manovre
e tecniche di arrampicata.
La prima uscita, che sarebbe dovuta essere a Caprie, ha subito una variazione.
Poiché nella stessa data ha luogo l'AGGIORNAMENTO DI TECNICHE
DI ROCCIA, organizzato, dalla COMMISSIONE CENTRALE DI ALPINISMO,
alla Pietra di Bismantova, si è pensato di svolgere in quella località anche la
nostra gita.
Le destinazioni delle altre uscite restano invariate.
Per tutte le informazioni riguardanti queste attività l'appuntamento è per :
giovedì 4 ottobre in sede alle 21,15 h
oppure: Daniele CARDELLINO tel. 0118172212

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   4 novembre - Gita di chiusura e pranzo sociale - Abbazia di S. Alberto di Butrio (760 m) (T)


~ i vini dell'OltrePo Pavese e i salami di Varzi ~
Località di partenza ... : Salice Terme, Pontenizza
Difficoltà ................. : eno-gastronomica
L'OltrePo Pavese è una località all'estremo confine del Piemonte già verso
la Liguria, ma geograficamente ancora in Lombardia.
Ho proposto questa valle dello Staffora che attraverso il Passo del Penice
porta in Liguria in quanto l'ho giudicata assai adatta a un pranzo sociale di
chiusura: ottimi vini e prelibati i salami di Varzi capitale europea D.O.C. del
salame crudo.
In località Butrio, su uno sperone montuoso a circa 800 m in posizione isolata
tra i boschi, sorge l'abbazia di S. Alberto, vero capolavoro artisticoarchitettonico,
a ragione indicato come la "perla dell'OltrePo".
Dopo aver lasciato il pullman, un breve e riposante percorso a piedi su una
stradina asfaltata ci conduce all'Abbazia: il luogo era ben munito, alla stregua
di un castello. Delle strutture fortificate originarie, bastioni e mura di
cinta, non restano che tracce nei basamenti dei muri perimetrali. La torre si
erge sul sagrato a lato dell'ingresso al santuario: è stata mozzata in epoca
imprecisabile. L'abbazia fu fondata nel XI sec. dall'eremita monaco Alberto
benedettino.
È costituita da quattro edifici sacri e dal chiosco con un antichissimo e pregevole
pozzo: l'interno è ricco di affreschi medievali. Fra? Ivan ci farà da
guida e ci illustrerà ogni particolare.
L'ambiente in cui è arroccata l'abbazia di S. Alberto è quanto mai solitario,
ma molto ameno e riposante circondato com'è dai boschi che vestono le
dolci colline dell'OltrePo con un alone quasi magico.
Appena arrivati, alle 10,30 h il parroco Don Francesco celebrerà la S. Messa
e poi seguirà la visita alla Abbazia.
Ritornati al pullman, dopo breve tratto in salita, ci condurrà da "Nobile" il
ristorante: un'oasi di pace nello splendido e suggestivo scenario ancora inviolato
delle colline dell'OltrePo Pavese.
E buon appetito!!!
Ritrovo di partenza.... : P. Bernini alle 7,30 h
P. Pitagora alle 7,45 h
Mezzo di trasporto .... : pullman
Coordinatore di gita... : ALLARA Carlo tel. 0114342675
in sede al giovedì sera tel. 011747978

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   18 novembre - Castello di Masino e dintorni (T)


Località di partenza ... : Borgomasino
Località di arrivo ....... : Vestigné
Tempo di percorrenza strade e sentieri: 3,30 ore
Tempo di visita ai castelli: 2-3 ore
Dopo aver visitato il castello di Borgomasino accompagnati dal proprietario,
si percorre la vecchia strada per Masino, passante in mezzo a castagneti,
querceti e a boschi cedui.
Si possono ammirare i resti di un castrum risalente a prima dell'anno mille e
la pera conca, dove sembra che nelle sere di plenilunio si riuniscano alcuni
adepti per ricreare gli antichi riti druidici. A Masino si può mangiare al sacco fuori dal castello e in alternativa, nel caso di brutto tempo ci si potrà riparare
in due bar adiacenti al castello.
Dopo pranzo visita guidata al castello di Masino.
Percorrendo la carrareccia si raggiungerà Vestigné dopo si ritroveranno gli
automezzi per il ritorno.
Ritrovo di partenza.... : p. Bernini alle 7,30 h
Borgomasino alle 8,30 h
Mezzo di trasporto .... : pullman o auto propria in funzione dei partecipanti
Coordinatore di gita... : Enrico PRINETTO tel. 012448403

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   25 novembre - Funzione religiosa al Monte dei Cappuccini


25 novembre - Funzione religiosa al Monte dei Cappuccini
Come è ormai abituale nella nostra Sezione, ai primi rigori invernali ci ritroveremo
a Santa Maria del Monte o Monte dei Cappuccini.
alle 9,30 h sarà celebrata la Santa Messa in suffragio dei Soci defunti; ad
essa faranno seguito i saluti per i soci da 20, 50 e più anni di sodalizio.
Sono con noi Carlo BAFFERT da 20 anni, e Carlo BANAUDI da 50.

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 15 novembre - 21,15 h


L A G U E R R A D I M E N T I C ATA
UNA PAGINA DI STORIA RECENTE, così potrebbe intitolarsi questa
serata offertaci da Dario Gariglio.
Gariglio, che molti di noi ricorderanno per averci guidati nella visita del forte
di Fenestrelle, e per la serata di diapositive sullo stesso argomento, sarà
ancora con noi per illustrarci la sua ultima fatica.
L'Autore, affermato scrittore di storia militare, ha pubblicato, per le edizioni
Blu di Peveragno il volume "POPOLO ITALIANO CORRI ALLE ARMI, 10 -
25 giugno 1940, l'attacco alla Francia"
Questo studio attento su un argomento a lungo trascurato, si addentra negli
eventi , dando voce ai protagonisti. Numerose testimonianze ci raccontano
le difficili condizioni in cui si svolsero le battaglie, in zone impervie dal
clima rigido, contro un nemico non sentito tale dai soldati. Il testo è corredato
di numerose immagini inedite, carte topografiche sulle fortificazioni e
sul territorio teatro degli eventi bellici.
È uno scritto che affronta, credo per la prima volta nel dettaglio, l'attacco
che l'Italia effettuò contro la Francia quando questa era ormai sconfitta dalle
truppe tedesche ?
Di questi avvenimenti Gariglio ci parlerà commentando le sue diapositive.
Si ricordano alcune sue opere oggetto di conferenze e comparse su riviste
specializzate di storia ed archeologia: Le fortezze delle alpi occidentali,
scritto con Mauro Minola (1994 - 95). Fortezze e cittadelle del Piemonte
Sabaudo (1997). Le Fenestrelle, La grande Muraglia delle Alpi (1999).
Battaglie alpine del Piemonte Sabaudo (1999). Exilles, Storia di una
fortezza Piemontese (2000).
Franco Ghiglione

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ATTIVITÀ SVOLTA


   1 aprile - Monte Zatta


Domenica mattina presto, un nutrito gruppo di escursionisti, compresi
molti discesisti, che per una volta hanno rinunciato alla neve per "scendere"
al mare e camminare, ed un piccolo gruppo di Moncalieri si sono messi
in viaggio per effettuare una gita nell'alto Appennino Ligure.
Le previsioni del tempo sono favorevoli e, infatti, per tutto il giorno avremo
un sole meraviglioso.
Già sul pullman Carlo, capogita sempre disponibile ed efficiente, ci
preannuncia che prima dell'inizio dell'escursione ci sarà offerta una lauta
colazione da parte della Giovane Montagna. Grazie G.M.!
Da Chiavari, percorrendo una strada con parecchi tornanti lungo il torrente
Sturla, raggiungiamo il passo del Bocco (956 m), posto sullo spartiacque
tra il bacino del suddetto torrente, versante ligure, ed il Taro, versante
emiliano.
L'escursione inizia di qui: dapprima su una mulattiera abbastanza larga,
poi su un sentiero che risale gradualmente in mezzo al bosco.
Qualcuno ode il ticchettio di un picchio "lavoratore" che, ovviamente
disturbato dal passaggio di ben cinquantotto persone, per un po' desiste
dal suo lavoro. Sui bordi del sentiero c'è una bella fioritura di ciclamini ed
altri fiori blu piccoli, non ben identificati, comunque molto graziosi. Vediamo
ancora e di sicuro riconosciamo l'erica rossa a cespuglietti bassi e
l'erica bianca ad arbusto.
Dopo circa un'ora di cammino il sentiero si apre verso il mare e ci
permette di ammirare un panorama splendido su Lavagna e, più in là, fino
al promontorio di Portofino. Ma la vista migliore l'avremo una volta giunti
alla prima vetta, quella di ponente, 50 metri più in basso di quella di levante
(1404 m). Qui, grazie anche alla particolare luminosità della giornata, lo
sguardo spazia dalle Cinque Terre alle Alpi Apuane, dal promontorio di Portofino
alle montagne dell'Appennino ligure ed emiliano.
Sosta pranzo, frugale sì, ma innaffiata da buon vino bianco (Malvasia)
e rosso (Bonarda), entrambi provenienti dalle fornite cantine valsusine di
Gino, assaggino di dolce moncalierese e per finire un po' sambuca di Lidia.
Recitiamo la preghiera di ringraziamento davanti ad un'edicola della
Madonna, posta sul monte e ripartiamo per la vetta vera, qualche centinaio
di metri più in là, dove il panorama è meno sensazionale; del resto Carlo ce
l'aveva già detto.
Discendiamo in mezzo ad una faggeta molto fitta da cui riusciamo ad
intravedere sulla nostra sinistra una bella cima innevata, il monte Penna. Inizialmente
c'è un vento molto forte che di sicuro è una buona sveglia per
chiunque abbia problemi di sonnolenza postprandiale. Sotto i nostri piedi un
bel tappeto di foglie morbido e scivoloso, ma i giovani montanari passano
indenni.
Incrociamo un gruppo di genovesi che effettuano la gita in senso contrario
al nostro.
Scambio veloce di "informazioni". Quando si dice l'incomunicabilità.
Gianni: da dove venite?
Genovese: da dove state andando voi?
Gianni: ma da dove siete partiti?
Genovese: da Genova. E voi dove andate?
Gianni: a Varese Ligure.
Genovese: non è possibile, è troppo lontano.
Bella fiducia nelle nostre doti atletiche! Effettivamente a Varese Ligure ci
porta il pullman, che raggiungiamo dopo un ultimo tratto di strada asfaltata.
La discesa a questo tipico paesino ci procura qualche brivido: la strada
è ripida e stretta: cerchiamo di distrarci guardando i cespugli di erica bianca,
ma lo sguardo è calamitato dallo stretto nastro di asfalto. In alcuni punti
ci sono addirittura dei lavori in corso e la carreggiata si restringe ancora
di più; il giovane autista però se la cava egregiamente con ovvia soddisfazione
dei gitanti che lo ringraziano con un caloroso applauso.
Visitiamo la parte antica di Varese Ligure, il Borgo Rotondo; percorriamo
una stretta via porticata, sormontata da archi di controspinta, osserviamo
belle case liguri colorate e dopo cinque minuti siamo al punto di partenza;
del resto il Borgo è rotondo sì ma anche molto piccolo. Uno sguardo
al Castello, già casa-forte dei Fieschi, passeggiata fino al ponte medievale
detto Grecino, all'inizio del quale ammiriamo un bel bassorilievo in pietra
del XVI secolo, rappresentante una Madonna in trono.
Purtroppo dobbiamo riprendere il viaggio, che prosegue in maniera
scorrevole sulla strada statale, un po' meno sull'autostrada che imbocchiamo
da Sestri Levante. Ma dopo Genova le cose vanno meglio e comunque,
noi all'interno del pullman siamo in piacevole compagnia, conversiamo
amabilmente e, soprattutto, siamo allietati dalla musica del Premiato
Gruppo Canoro e Strumentale (ben due chitarre) di Roberto e C. Repertorio
molto vario dei più amati cantautori. Mi rimane solo un dubbio: "una carezza
in un pugno" di Celentano è stata cantata sì o no? Di sicuro sarà eseguita
in occasione della prossima gita, che si spera avrà di nuovo l'adesione
massiccia di escursionisti semplici e "complessi", cioè anche cantanti e
strumentisti, sempre molto graditi.
Arrivederci.
Brunalba De Felicis Riccabone

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   28 aprile-2 maggio - Gita nel Marchigiano - Piceno e Monti Sibillini


28 aprile. Partenza alle ore 7 da Torino. Le previsioni atmosferiche sono
incerte e l'umore generale dei partecipanti non è perciò dei migliori.
Tuttavia appena saliti in pullman l'atmosfera si fa allegra e gioviale e, mano
mano che il mezzo corre verso l'Emilia, le nubi si diradano e il sole incomincia
a fare capolino qua e là. Un allegro chiacchiericcio si diffonde mentre
il pullman corre silenzioso e veloce verso la prima meta, Urbino.
Il solerte capo-gita si adopera in tutti i modi per rendere il viaggio confortevole
e, avvalendosi di alcune cassette registrate in precedenti viaggi, diffonde,
tramite la televisione di bordo, immagini e commenti che portano la
comitiva nella giusta atmosfera vacanziera.
Verso le 11 si arriva ad Urbino, dove ci attende una visita guidata alla Città.
Appena si arriva, l'immagine che se ne ricava è di una Città dove il
tempo sembra si sia fermato. Urbino presenta tuttora la caratteristica di
città rinascimentale, armoniosa, calda e dorata. È posta su un'altura ed è
circondata da dolci colline, ed il verde primaverile forma un incantevole
contrasto con il caldo colore dei mattoni. Il Palazzo ducale, i Musei, la Galleria
Nazionale, il Giardino botanico, per citare i più importanti, sono le cose
da visitare. Urbino ha inoltre dato i natali al pittore Raffaello Sanzio e detiene
un'università tra le più frequentate d'Italia.
Puntualmente, alle 15 si parte alla volta di San Benedetto del Tronto.
Intanto il cielo s'è fatto sereno e tutto fa presagire a buone condizioni meteo.
Qualche elemento di spicco nella compagnia, anima le discussioni del gruppo,
in un'atmosfera di spensierata allegria. Intanto il pullman corre velocemente
tra le colline da una parte ed il litorale marino dall'altra, verso San
Benedetto del Tronto e la pensione "Maria Immacolata" che ospiterà
l'intera comitiva.
29 aprile. La giornata è dedicata alla visita della città di Ascoli Piceno. Città
di origine romana, è situata alla confluenza del torrente Castellano con il
fiume Tronto, i quali formano un anello di protezione naturale alla città
stessa. Unico accesso, libero da corsi d'acqua, è quello costituito dalla via
Salaria, a Ovest, naturale collegamento verso Roma capitale.
A Nord della città si staglia il Monte Ascensione con il suo imponente profilo
seghettato, formato da enormi denti; a Sud, la valle del Castellano,
l'Eremo di San Marco, il Parco Nazionale Gran Sasso-Laga; a Est, le colline
del Piceno, con il centro Offida, i colli del Tronto e in distanza il mare di
San Benedetto.
Ascoli, città dei Piceni prima, nell'89 a.C. diventa romana in seguito ad un
lungo assedio. Molte cose ci fanno ancora ricordare la civiltà romana (la
Porta Romana, il Teatro Romano, il Ponte Augusteo, la via Salaria). Nel
578 d.C., la Città entrò a far parte del Ducato di Spoleto. Il periodo medievale
è caratterizzato dalla costruzione di numerose torri, da cui la definizione
di "città dalle cento torri". Il travertino è il materiale da costruzione per
eccellenza: con questa pietra si sono costruite chiese, palazzi, ponti, strade,
oggi monumenti della città.
Tra le cose curiose annotate durante la visita vi è una scritta tardo medioevale,
scolpita sulla pietra, che recita così:
CHI PO NON VO
CHI VO NON PO
CHI SA NON FA
CHI FA NON SA
COSI? IL MONDO MAL VA
MDXXVIII
Il salotto della città è la Piazza Del Popolo, con il colonnato dei portici rinascimentali
che ospitano le disordinate botteghe artigiane. Il tutto si raccorda
però bene con i grandi edifici medioevali preesistenti: Il Palazzo dei Capitani
del Popolo e la chiesa di San Francesco con la Loggia dei Mercanti.
Inoltre questa Piazza racchiude una chicca di stile liberty e squisitamente
mondana: il famoso Caffè Meletti, inaugurato nel 1907, dove si gusta
l'anisetta (liquore dolce al sapore di anice), prodotta da Silvio Meletti.
A rendere ulteriormente gradevole la visita guidata alla città, hanno molto
contribuito le sottolineature puntuali ed appassionate della Signora Bruna,
nativa di queste terre.
Rientrando a San Benedetto del Tronto, si passa per Offida, un centro posto
sulle alture del Piceno. Interessante sotto il profilo storico ed architettonico
è la chiesa di Santa Maria della Rocca, imponente costruzione romanico-
gotica, in cotto, ricostruita nel 1330 su una chiesetta del XI secolo. Il
fatto stesso che la chiesa sia costruita su di una rocca ripida e scoscesa,
rende il paesaggio molto panoramico e suggestivo.
Visitata la chiesa, si sale in pullman per il ritorno alla base attraverso un
percorso che si snoda sui crinali della colline picene: il percorso risulta veramente
molto interessante sotto il profilo panoramico.
30 aprile. In questa giornata ci aspetta la visita alla città di Fermo, nonché
all'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra.
La città di Fermo si trova su un promontorio situato circa a venti Km. a Sud
di Macerata e ad una decina di kilometri dal mare (Porto S. Giorgio), da dove
si intravede già, in lontananza, la Città ed il promontorio che la ospita.
Giunti a Fermo si intraprende una breve visita guidata alla Città, della quale
si devono segnalare le interessanti "Cisterne Romane", una grandiosa opera
di ingegneria idraulica che forniva acqua potabile a tutta la zona (struttura in parte ancora utilizzata fino a tempi molto recenti), la Pinacoteca, il
Museo Archeologico, il Teatro dell'Aquila, la Piazza del Popolo con il Palazzo
dei Priori, la Spianata del Girifalco, la chiesa romanico-gotica di San
Domenico e la Cattedrale.
Nel pomeriggio si parte per l'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra.
Trattasi di un complesso monastico fondato nel lontano 1142 dai monaci
cistercensi. A seguito di varie vicende, nel 1773 subentrano i principi
Giustiniani Bandini che fanno edificare, sul lato Sud del chiostro, un monumentale
e ricco palazzo. I monaci cistercensi ritornano ad abitare
l'abbazia solo nel 1985, su invito dell'attuale Fondazione Bandini, tuttora
proprietaria del complesso monastico e dei 1800 ettari di terreno circostante,
oggi riserva naturale. Grazie al suo buono stato di conservazione, si può
oggi ammirare, del complesso monastico, l'originale architettura cistercense
ed alcune strutture lavorative operanti al suo interno. Il convento era abitato
da due categorie di monaci, che mantenevano diversi stili di vita: i
"Monaci di coro", quelli istruiti e dotati di cultura, ed i "Monaci conversi",
quelli che svolgevano i lavori manuali, anche i più umili.
Lungo il tragitto di ritorno si è fatta un'ulteriore sosta a Urbisaglia, per visitare
la Città medioevale. Edificata sulle antiche rovine romane della città
"Urbs Salvia", potente città del Piceno sorta nel I secolo a.C., conserva
una interessante rocca cinquecentesca, con la poderosa costruzione quadrilatera
merlata. Non distante dall'attuale città di Urbisaglia esistono ancora
le tracce e i resti di un teatro romano. A raccontarne la storia, le gesta e i
fasti di quella civiltà si è cimentato un vispo vecchietto del luogo che, con
conoscenza storica e passione, ha fatto rivivere le gesta antiche di quei
luoghi. La giornata volge al termine e si rientra quindi a San Benedetto del
Tronto.
1 maggio. La giornata è dedicata alla salita ai Monti Sibillini ed in particolare
al Monte Vettore che, con i suoi 2476 metri di quota, è la cima più alta
di questo sistema montuoso.
Viene posto il problema di come affrontare la salita in quanto la nostra comitiva
è molto variegata. Tranne un piccolo gruppo che decide di rimanere
in San Benedetto, comunque il resto della comitiva decide di salire.
Il percorso in pullman da Ascoli Piceno prosegue verso Acquasanta Terme.
Poco dopo si devia a destra passando per Arquata: un bel paesino di fondo
valle, con suggestivi torrioni. Come si entra in Paese si presenta un imprevisto:
è giorno di fiera e le bancarelle sono disposte lungo la via principale,
ed alcune di esse occupano quasi l'intera sede stradale. Proseguire in pullman
è per il momento impossibile. Dopo lunghe discussioni e rimossi gli
impedimenti, il mezzo può riprendere la corsa. Lentamente, con fatica e perizia
di guida, tra curve, controcurve e strettoie varie raggiungiamo la meta,
Forca di Presta, quota 1540 metri, dove vi è un Rifugio alpino. Certamente
l'autista, durante la salita, ha sudato le fatidiche 7 camicie: e dire che si
trattava del I° maggio, festa dei lavoratori!
Il paesaggio a quella quota si apre sorprendentemente a 360° e i panorami
che si ammirano sono incantevoli . In lontananza si possono intravedere i
sistemi montuosi del Gran Sasso d'Italia, della Maiella, dei Monti della Laga,
e lo spettacolo è assicurato. A quest'altitudine non vi sono più alberi e
l'occhio riposa e spazia su ondulati e verdi pascoli.
Zaini in spalla, la comitiva si divide in due gruppi: una decina di persone si
dirige verso la località di Forca Canapine, il resto della comitiva in direzione
opposta verso il Monte Vettore. In breve tempo il gruppo che sale al monte
si dirada ed ognuno assume il passo che gli è più congeniale. Il tutto sembra
un lungo serpentone che si snoda sul tortuoso sentiero.
Molte sono le leggende popolari che narrano i misteri di questi monti: tra
queste, una tradizione popolare risalente al periodo medioevale, racconta
come il Monte Sibilla sia stata sede della fastosa dimora della Sibilla Alcina,
lassù esiliata, al di sopra della compatta ed impenetrabile cortina di nubi, in
corrispondenza dell'imboccatura dell'Inferno. La realtà assume piuttosto le
sembianze di un paradiso terrestre.
La maggior parte degli scalatori ha raggiunto la cima, quota 2476; chi scrive,
insieme ad alcuni amici di percorso, si è fermato al rifugio Zilioli, quota
2215. Il massiccio del Vettore è la cima più alta del gruppo che, all'interno
delle sue creste, racchiude il lago Pilato, unico lago di origine glaciale esistente
sull'Appennino.
L'altro gruppo invece ha effettuato una riposante passeggiata in altura, in
un contesto meraviglioso con vista sulla Piana di Castelluccio di Norcia e
del paesino medesimo.
Verso le ore 14 il gruppo è tutto riunito presso il pullman. Considerato il
tempo ancora a disposizione, il coordinatore propone di fare una piccola variante
al programma e visitare il poco lontano paese di Castelluccio di Norcia.
Questo Paese si trova nel territorio dei Monti Sibillini, ma sul versante umbro.
L'Altopiano di Castelluccio di Norcia comprende un vasto sistema di
piani carsici situati alle falde del Monte Vettore. In passato queste ampie
praterie erano sommerse dalle acque di un esteso lago, prosciugatosi poi in
seguito alla formazione di un inghiottitoio naturale apertosi nel terreno, ancora
oggi visibile ed attivo. Questo grande altopiano in primavera si riveste
di stupende fioriture dalle mille sfumature e tonalità cromatiche, che noi
abbiamo però visto soltanto in cartolina.
Intanto è giunta l'ora di ritornare alla base, passando per Norcia. Poiché è
l'ultima sera che la comitiva è ospite della pensione "Maria Immacolata", le
suore che la gestiscono ci hanno deliziato con tutte le premure e le attenzioni
possibili, servendo una cena coi fiocchi: dagli antipasti alla torta, lasciando
trasparire il piacere di servire, atteggiamento veramente prezioso e
raro. Inoltre, a ciascuno dei componenti della comitiva è stato donato un
volumetto, illustrante la figura del loro padre fondatore: il servo di Dio F.
Antonio Marcucci.
2 maggio. Oggi è purtroppo il giorno del ritorno a casa, ma non prima di
visitare le grotte di Frasassi. Esse si trovano nella gola omonima, nel Comune
di Genga in provincia di Ancona.
Aperte al pubblico nel 1974, le grotte sono oggi meta turistica importante,
per la bellezza delle loro concrezioni e del loro affascinante itinerario. Il percorso
è sapientemente illuminato, in modo tale da dare il massimo risalto
agli ambienti: stalattiti intrecciate ed arabescate, stalagmiti gigantesche, alle
quali la fantasia popolare ha attribuito diverse denominazioni, prendendo
spunto dalle verosimili sembianze. E così abbiamo le canne d'organo, le
candeline, le colonne della sala bianca, l'orsa, ecc., ecc.: un mondo fiabesco
e suggestivo al tempo stesso.
Il gruppo si riunisce attorno al pullman pronto per il ritorno a Torino.
Giuliano Santero

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   1 maggio - Monte Vettore (2476 m)


Nel programma dei cinque giorni organizzati nel Piceno la gita al m.
Vettore era la più ambita da noi escursionisti e "collezionisti di cime". Di
buon mattino, dunque, il primo di maggio si annunciava come una bella
giornata, migliore delle precedenti.
Eravamo solamente un poco preoccupati, dopo aver superato le difficoltà
stradali, per la molta neve caduta da poco e che dava un aspetto invernale
alla montagna; ma già dalla Forca di Presta, luogo dove ci aveva
portati l'ottimo autista, si vedeva che buona parte del percorso era libera
dalla neve. L'unica lieve difficoltà è quindi stata un pendio di neve prima
del Rifugio Zilioli ma una buona traccia rendeva sicuro il passo.
Nessun altro problema per raggiungere la vetta da parte di 20 di noi;
notevole la vista delle vicine cime di Prato Pulito e Del Lago nonché del
sottostante vallone del Lago di Pilato ancora totalmente innevato tanto da
poter essere disceso in sci. In lontananza si scorgeva il Gran Sasso ben
presto inghiottito dalle nebbie.
In vetta grande scambio di effusioni e preghiera di ringraziamento ed
anche un pensiero ai bravissimi organizzatori ed a coloro che non sono
giunti in vetta (poi ritrovati alla Forca di Presta).
Vittorio Germano

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   1 maggio - Museo Malacologico Piceno di Cupra Marittima


Il 1° maggio, giorno programmato per l'escursione ai monti Sibillini, Anita,
Tina e io abbiamo optato per una visita al Museo Malacologico Piceno di
Cupra Marittima. Siamo scesi dapprima al porto di S. Benedetto, abbiamo
passeggiato nei bei giardini sul lungomare e consumato il nostro picnic. Nel
primo pomeriggio ci siamo avviate alla stazione ferroviaria e siamo partite
per Cupra. Il paese è diviso in due parti, una sul colle vicino (120 m) che
porta l'antico nome di Marano, con mura medioevali, e l'altra parte in basso,
moderna. Prima di recarci al museo, siamo salite a visitare il piccolo
borgo arroccato in alto con bel panorama sulla costa.
Il museo Malacologico, mal per noi, è situato a circa due kilometri dalla
stazione ma, con buon passo e sebbene col sole a picco abbiamo raggiunto
la meta accaldatissime. Il museo merita veramente una visita. È disposto
su due piani e contiene, in innumerevoli bacheche, conchiglie provenienti
da tutti i continenti, da quelle microscopiche a quelle giganti, dalle forme
più diverse e dai colori impensati, tutte catalogate con il loro nome scientifico
e la provenienza. Alcune bacheche contengono conchiglie fossili, madrepore,
altre ancora espongono collane, bracciali e altri ornamenti sempre
di conchiglie. La madreperla è presente in fibbie, bottoni e altri oggetti decorativi
come piastrelle, vasi, ecc. Una parte del museo, anch'essa molto
interessante, è dedicata agli squali e ai dinosauri.
Al termine della visita, un addetto del museo, gentilmente offertosi, ci ha
riportate alla stazione, un po' stanche, ma ugualmente soddisfatte del nostro
1° maggio.
Lucetta Villani

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   28 aprile-2 maggio - Piceno e Monti Sibillini


Al ritorno da ogni viaggio è ormai consuetudine consegnare (da parte del
tour operator) un modulo a ogni partecipante affinché lo stesso possa esprimere
un giudizio sulla vacanza effettuata.
Il nostro tour operator "BRUNA e GIANNI r.", essendo ancora in fase sperimentale
non ha preparato il questionario, ma io vorrei supplire a questa
mancanza a modo mio.
Località del viaggio ........ : Piceno e Monti Sibillini
Periodo ...................... : dal 28/4 al 2/5
Mezzo di trasporto ......... : pullman (per fortuna non a due piani, ma per
qualcuno, di gamba un po' lunga, poco confortevole!)
Sistemazione alberghiera. : presso la pensione "M. Immacolata" gestita da
alcune stupende suore che ci hanno offerto un ottimo trattamento
sia dal punto di vista "culinario" (come non ricordare gli squisiti
piatti di pesce accolti da tutti con molta gioia?) sia da quello "logistico"
(belle e luminose camere a due letti tutte con servizi).
Accompagnatori ............ : qui la valutazione è un "ottimo" veramente meritato
dai nostri amici Bruna e Gianni per la cura con la quale hanno
organizzato il viaggio e per la disponibilità, premura, attenzione
con la quale ci hanno accompagnati durante cinque giorni rendendo
molto piacevole la nostra vacanza.
Guide locali ................... : anche le guide locali che ci hanno accompagnato
durante le visite di Ascoli, Fermo e abbazia di Piastra sono state
molto apprezzate.
Suggerimenti................. : Uno solo: che presto il tour operator "BRUNA e
GIANNI r." ci organizzino un altro viaggio!!
Giovanna Pari

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   13 maggio - Sentiero delle Anime - Valchiusella


In una bella giornata di sole (cosa non consueta in tale valle), la gita si
è svolta con un buon numero di soci.
Partendo da Traversella, siamo saliti al rifugio Bruno Piazza, presso la
palestra di roccia, ne abbiamo costeggiato i vari speroni che la costituiscono
e siamo giunti in traversata ai Piani di Cappia, dopo aver ammirato le
varie incisioni rupestri che danno il nome a questo sentiero.
Da questi pianori era troppo invitante il sentiero fino a Succinto, paesino
sull'altro versante del vallone trasversale appena raggiunto. Invitante si, ma
purtroppo non breve, come non agevole è stata la discesa da Succinto alla
strada principale, presso Chiara. Ma con il conforto delle buone condizioni
meteo, una volta raggiunte le auto dopo aver atteso per breve tempo si
completasse lo spostamento delle auto da Traversella a Chiara, ci siamo
salutati pensando alle prossime gite e all'impegno elettorale che ci attende.
Ettore Briccarello

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   27 maggio - Strada Reale Novalesa-Moncenisio


Domenica 27 maggio una bella e calda giornata accoglie una ventina
di gitanti a Ferrera Cenisio, comune spesso ricordato nelle cronache elettorali
come il più piccolo del Piemonte per numero di abitanti.
Una comoda mulattiera ci porta ad una Regia casa di ricovero (ne incontreremo
altre al ritorno). Ripresa la Strada Reale passiamo vicino ai laghi
Arpone e Rotorel dove facciamo una breve sosta. Più avanti attraversiamo
due piccoli nevai, quindi percorriamo, anche in galleria, resti della ferrovia
costruita dall'ing. John Fell che superava il valico del Moncenisio con pendenze
dell'84 per mille, anche grazie ad una rotaia centrale. Inaugurata nel
1868, la concessione venne revocata nel 1871 quando, grazie al traforo
del Frejus, i treni potevano percorrere il tratto Roma-Parigi senza trasbordo.
Arriviamo infine al lago del Moncenisio, dove possiamo ammirare
l'imponente diga costruita con 14 milioni di metri cubi di terra e massi.
Il ritorno avviene in parte attraverso la strada napoleonica, aperta alla
circolazione nel 1809. Raggiunta nuovamente la Regia casa di ricovero riprendiamo
la Strada Reale che ci riporta a Ferrera Cenisio.
Giorgio Maria Robatto

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   27 maggio - Monte Orsiera


Il 27 maggio è una giornata di bel tempo, e il mio compare Sergio si
presenta con il sottoscritto all'appuntamento in piazza Caio Mario con discreto
ritardo. Presto però partiamo alla volta dei monti e in circa due ore
raggiungiamo la località "Pra Catinat", sopra Fenestrelle. Il luogo di partenza
è un po' affollato (e chi potrebbe sprecare una soleggiata domenica primaverile?),
ma basta allontanarsi un poco lungo il sentiero per ritrovare la
tranquillità. Procediamo ordinatamente e senza intoppi finché non si incontrano
i primi lembi di neve: qui siamo costretti ad indossare subito le ghette
per evitare che lo sprofondamento nell'abbondante manto nevoso si traduca
in fretta in "piedi fradici". Si scopre così che nel gruppo (siamo una dozzina)
c'è chi (improvvido!) è sprovvisto di tale indumento: per fortuna c'è
Daniele, che da buon capogita si prodiga nell'adattamento di due sacchetti
di plastica ai piedi del malcapitato. Ripartiamo e superiamo un canalino nevoso
e le modeste roccette sommitali. Siamo in vetta! Il tempo però sembra
averci voltato le spalle e qualche nuvola ci invita a rimandare un consistente
e meritato approvvigionamento ad un luogo più tranquillo. Tornati alle
macchine non troviamo più scuse, e con la benedizione di un Sole che
torna protagonista festeggiamo l'ottimo esito della gita.
Pietro Bologna

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   10 giugno - Forte Esseillon Pont du Diable - Modane


Domenica 10 giugno ci troviamo in una ventina, senza farsi spaventare
troppo dalla pioggia, alla ridotta Maria Teresa dei forti dell'Esseillon dove
ci ha portati il pullman. Subito scendiamo al Ponte del Diavolo, ardita passerella
gettata sull'orrido. Dopo poco cammino si giunge al forte Vittorio
Emanuele che percorriamo in tutta la sua estensione a gradinata dalla teleferica
manuale alla polveriera. Altro tratto di cammino e si passa innanzi alle
rovine del forte Carlo Felice distrutto dai Francesi per allenamento di artiglieria.
Dopo altro tratto di zona prativa arriviamo sul bordo dell'altopiano
dove sorge Aussois.
Vista l'impossibilità di fare picnic sotto la pioggia e tantomeno in una
baracca senza protezione ci siamo rifugiati grazie all'interessamento di
qualcuno di noi in un bar stipandoci tutti in spazio ristretto. Dopo il pranzo
al sacco, svoltosi con un poco di "cagnara" ci dirigiamo al forte Maria Cristina,
autentica "torre" di cannoni e l'unico completamente restaurato.
Il pullman che ci ha raccolti alla sommità della salita ci conduce quindi
alla cascata di St. Bénoit ed alla chiesetta omonima e subito al forte sotterraneo
St. Gobain rimasto intatto ed adibito a museo da un gruppo di appassionati
francesi. Si sarebbe anche potuto visitare il piccolo Museo del
Traforo del Fréjus situato all'uscita originale (poi modificata) della galleria,
ma lo troviamo chiuso. Un'occhiata veloce alla cosiddetta "Maison Penchée",
casermetta piegata tutta intera dell'esplosione del 1945, una breve
sosta al Moncenisio e la gentile autista ci riporta a casa quasi sempre sotto
la pioggia.
Ottima giornata nonostante il tempo inclemente perché buona ed allegra
era la compagnia ed interessanti i luoghi visitati.
Vittorio Germano

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   10 giugno - Monte Niblé


Partiti con il favore delle tenebre, per non dover patire troppo il caldo e
non sfondare troppo nella neve, non erano ancora le 7,00 che già calzavamo
gli scarponi e potevamo purtroppo intuire che il tempo non era un granché.
Dopo poco colorate mantelline ci coprivano ed il nostro capogita, dal
riparo del suo ombrello, cercava di convincerci che non era poi così brutto.
Ancora un'ora e mezza circa di cammino ed anch'egli doveva cedere e
con "gran rammarico" decidevamo di fare rientro.
Giunti alle nostre auto fu tutta un'allegra gara a chi poteva trovarsi
addosso un pezzettino ancora asciutto. Rientrammo a Torino quando i "cittadini"
aprivano appena gli occhi, ed un sole beffardo ci accolse.
Ma durò poco.
Marta Rainetto

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   16-17 giugno - MTB allo Jafferau


Doveva essere una gita intersezionale, ma per vari problemi i genovesi
all'ultimo si sono tirati in dietro. Peccato!
Così, tre povere personcine, dopo essersi guardate in faccia hanno deciso
ugualmente di partire. Anche il tempo, un tantino capriccioso, non invogliava
certamente a passare un intero week-end fuori, ma la voglia era
così forte, che pur di andare abbiamo accettato il compromesso di salire in
macchina fino al forte Pramand.
Lasciata la macchina e caricate le bici con tutto l'equipaggiamento per
passare una bella notte in tenda, abbiamo fatto gli ultimi chilometri passando
in una galleria bella buia e bella bagnata che, chi conosce questi posti,
ha sicuramente molto ben presente.
Montata la tenda, ci siamo subito dedicati ad accendere un bel fuocherello
per degustare una superba grigliata. Un delizioso venticello, un pochino
irrequieto arricchito da una fitta pioggerella, ha conciliato il nostro
profondo sonno.
Un stupendo sole alla mattina ci ha risvegliato. Rifocillati da una energetica
colazione a base di latte, biscotti, croissant e marmellatine, siamo
ripartiti con le nostri bici cariche di tutti i nostri bagagli in direzione dello
Jafferau. Purtroppo la troppa neve ancora presente ci ha fermato a 2500
metri di quota. Altro pranzetto delizioso ci ha preparato per gustare a fondo
i 25 km di discesa.
Stefano Risatti

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   23-24 giugno - Sacra di San Michele


Problemi logistici hanno fatto si che la gita fosse cambiata : salita alla
Sacra di San Michele passando dalla Ferrata. Anche se partiti di buon ora ci
siamo, dopo poco, ritrovati in mezzo a molte altre persone con lo stesso
nostro obbiettivo. La via molto ben attrezzata e con spesso ampi terrazzini,
ci ha evitato code ed attese inutili. Il tempo ottimo e per fortuna non troppo
caldo ci ha accompagnato per tutta la salita.
Discesa tramite il sentiero.
Stefano Risatti

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   30 giugno-1 luglio - Col de la Tortisse e Lacs de Vens


Dopo un lungo viaggio per le pianure cuneesi e la Valle Stura di Demonte,
da Bersezio siamo saliti a Ferrere. a 1869 m, isolato paesino con
una popolazione ora assai ridotta. Ci fermiamo a pernottare al rifugio Becchi
Rossi mentre da Cuneo giungono Cesare e Anna per accoglierci.
La mattina dopo salgono numerosi altri amici da Cuneo ed in folto
gruppo attraversiamo l'ampia conca prativa dei Prati di San Lorenzo. Con
un sentiero sempre più ripido, per morene e nevai tocchiamo il Colle del
Ferro (2555 m) gettando lo sguardo sui monti francesi fra cui spicca la Cime
de la Bonette, raggiungibile anche in auto. Una breve traversata ci porta
al Col de la Tortisse dal quale in pochi minuti sostiamo su un terrazzo
dal quale ammirare i laghi di Vens. Presso il più alto sorge un rifugio mentre
a quote via via più basse si stendono gli altri bacini lacustri.
Curiose forme geologiche, costituite da archi e pinnacoli, ci sono accanto,
mentre altri colli ed altre creste ci invitano ad ulteriori escursioni.
Ma il cammino è lungo ed in breve ci apprestiamo al ritorno. Così alle
ultime luci del giorno ci salutiamo fra le vie di Torino, paghi di due giorni
passati fra monti e valli inconsuete.
Ettore Briccarello

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   30 giugno-1 luglio - Barre des Ecrins


La calda e assolata mattina di sabato 30 giugno ci vede, in tredici, accompagnati
dalla guida Claudio Bernardi, tanto esperto quanto allegro e
simpatico, raggiungere Pre de Madame Carle (1870 m), luogo di partenza
per la salita alla Barre des Ecrins (4101 m) o al Dôme de Neige (4015 m),
le nostre mete, ambite e prestigiose. Sono queste le due cime più elevate
del massiccio Des Ecrins, nell'alto Delfinato, situate in un parco alpino selvaggio
e di rara bellezza, caratterizzato da numerosi ghiacciai, guglie rocciose
e vette tra 3500 e i 4100 m di altezza.
Un breve tratto su sentiero, quindi si sale per nevai fino al rifugio Glacier
Blanc (2550 m) e poi sull'omonimo ghiacciaio, fino all'affollato ma
suggestivo rifugio Des Ecrins (3170 m), posto su di uno sperone roccioso
di fronte al versante nord della Barre e del Dôme. Lo spesso strato di neve
che ancora copre quasi tutti i crepacci ci consente un percorso più comodo
e rettilineo, pur dovendo procedere con la necessaria attenzione. Giunti al
rifugio, abbiamo il tempo di sistemarci in camerata e riposare un po' al sole,
poi alle 18,30 si cena: la sveglia per domani è programmata alle 3,00!!
È ancora buio quando le luci delle frontali delle numerose cordate brillano
risalendo il Glacier Blanc; noi abbiamo formato cinque cordate: Claudio
e Piera, Daniele e Marta, Stefano e Carola, Alberto ed Alessandra, Beppe e
Giovanna, mentre MariaRosa, Dodi, Claudia e Mauro rimangono ad attenderci
al rifugio. Al sopraggiungere dell'alba attacchiamo la parte più ripida
della salita: la fila delle cordate si allunga e ci si allontana un po', per riunirci
poi più in alto, nei pressi della Breche Lory, vicino al crepaccio terminale.
Qui le vie della Barre e del Dome si dividono e così anche noi: Claudio
e Daniele, Beppe e Giovanna alla Barre; gli altri al Dôme.
Superato il crepaccio la salita diventa più impegnativa: un tratto di neve
ripido e piuttosto ghiacciato ci permette di raggiungere il filo di cresta
che seguiamo fino in cima abbastanza agevolmente; solo qualche passo è
un po' ardito e lì decidiamo di lasciare i ramponi.
Poi finalmente in vetta: lo sguardo si perde in un orizzonte di cime e
ghiacciai che si stagliano contro l'azzurro del cielo. Entusiasmo, un po' di
commozione, una stretta di mano, un abbraccio, e subito incominciamo a
scendere ripercorrendo con cautela la stessa via di salita; poi un paio di calate
in corda doppia ci consentono di arrivare velocemente sul comodo e
più facile ghiacciaio sottostante.
Di buon passo raggiungiamo gli altri amici al rifugio e, con la neve che
diventa sempre più marcia e pesante per il gran caldo, scendiamo tutti insieme
a valle. Quando anche il peso degli zaini e gli scarponi iniziano a farsi
sentire, arriviamo alle auto, stanchi ma soddisfatti e felici per la buona salita
e concludiamo la giornata in allegria con alcune fresche birre e saporiti
formaggi locali, prima del ritorno a casa.
Beppe Truffo & Giovanna Bonfante

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   30 giugno-1 luglio -Dôme de Neige des Ecrins


Che caldo fa questo fine settimana! È proprio un piacere quindi partire
per la montagna. Dopo un lungo viaggio in auto arriviamo finalmente a Pré
de Madame Carle dove non ci resta che parcheggiare sotto un sole cocente
già alle 9 di mattina, caricarci gli zaini (che come al solito? pesano troppo)
e partire sudando? Per fortuna appena messo piede sul ghiacciaio la temperatura
cambia decisamente, il fresco fa camminare molto meglio, e dopo
una doverosa sosta al Refuge du Glacier Blanc (dove aspettiamo tutti facendo
uno spuntino e rifornendoci di acqua - è l'ultimo posto dove esiste
acqua corrente) affrontiamo la salita, in gran parte su un lungo pianoro, fino
al nostro rifugio. La giornata è bellissima e lo spettacolo del Glacier
Blanc con i crepacci vicinissimi, della catena dei Pelvoux e, dopo, della Barre
des Ecrins ci allieta la salita e ci fa ben sperare per domani.
La sveglia butta "giù dalle brande" alle 3 e dopo la colazione e i preparativi
cominciamo il cammino sul ghiacciaio alla luce delle pile frontali. Alla
fine del pianoro (che troveremo eterno, al ritorno, sotto il sole!) albeggia e
la salita si fa decisamente più seria? come tante formichine (quante cordate ci sono!) risaliamo una dopo l'altra le ripide rampe, in un ambiente sempre
più spettacolare, tra saracchi dirompenti e un panorama che si fa sempre
più ampio via via che si sale. Il sole è ormai alto e i colori del cielo e del
ghiaccio sono stupendi. Alla crepaccia terminale alcuni di noi non sono
molto in forma? così decidiamo di "lanciare" sulla vetta Daniele, Giovanna
e Beppe, accompagnati da Claudio. Noi ci "accontentiamo", si fa per dire,
di raggiungere la vetta del Dôme, punta nevosa, comunque bellissima e di
grande soddisfazione. E poi?è pur sempre un 4.000! (4.016 m per essere
precisi!). Foto (d'obbligo), complimenti, un veloce spuntino (bisogna pure
far benzina?), una preghiera, poi si scende velocemente perché sappiamo
che il ritorno sarà lungo. Infatti sotto il sole abbagliante-ustionante-cocente
e gli zaini sempre più pesanti per via degli strati di indumenti che ci si toglie
man mano? che fatica arrivare al rifugio e poi alle macchine! Comunque
un'altra cima conquistata, un'altra domenica in montagna che ci fa tornare
in città stanchi ma contenti e pronti a programmare altre avventure?
Alessandra Re

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   8 luglio - Monte Tabor


Quest'anno devo ammettere che le presenze alle gite di MTB sono state
un po' scarsine.
Constatata la scarsa affluenza di persone e la presenza di neve ancora
abbondate nella Valle Stretta, la decisione di cambiar meta è stata quasi
obbligatoria. Questa volta anziché partire dal basso per salire si è deciso di
partire dall'alto verso il basso, o quasi.
Partiti da Torino con il treno e le bici al seguito siamo sbarcati a Limone.
Caricate le borse sulle bici ci siamo avviati in direzione del colle del
Tenda. Passato il colle, una favolosa discesa in questa fantastica strada, ci
ha portato fino a Ventimiglia anche se contrastati da un fastidioso vento
contrario.
Da qui siamo andati a San Remo dove amici ci hanno ospitati per la
notte, logicamente dopo un bel bagnetto ristoratore.
Stefano Risatti

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   14-15 luglio - Punta Dufour


Il presentimento mio, che difficilmente saremmo riusciti a compiere
questa gita, purtroppo si è avverato. Un vero peccato in quanto era da tanto
che mi sarebbe piaciuto salire in vetta.
Qualche settimana prima eravamo già giunti alla conclusione che la
troppa neve in quota sconsigliava la salita alla cima. Il programma originale
era stato ridimensionato nel raggiungere Capanna Margherita. Comunque
ancora un'ottima salita. Il tempo ha continuato ad infierire poi imponendoci
la fatidica decisione di annullare il tutto.
Chi ci ha rimesso in particolare, sono stati quelli che dovevano partecipare
alla settimana di pratica alpinistica, che hanno dovuto aspettare ben
un giorno per poter salire al Rif. Mantova.
Alla prossima volta!!
Stefano Risatti

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   4 giugno e 8 luglio - gite famiglia


Nei giorni 4 giugno e 8 luglio 2001 abbiamo ripreso l'attività delle "gite
famiglia" con un buon successo di partecipanti.
Una decina di giovani coppie con i loro pargoli hanno camminato fino
al rifugio Amprimo, nonostante il forte vento, e fino al Pian dell'Orso.
Le mete scelte hanno consentito ai giovanissimi partecipanti di camminare
giocando e divertendosi tra di loro. Particolarmente apprezzata e
gradita dai nostri piccoli camminatori è stata la tenda portata da Maria Teresa,
dove i nostri piccoli amici hanno trascorso l'intero pomeriggio, consentendo
un po' di riposo ai loro genitori.
Vogliamo ringraziare Bruno e Giovanni Riccabone per la loro compagnia
alle nostre gite e speriamo continuino ad accompagnarci in questa nostra
attività.
I nostri piccoli aspettano con ansia la prossima gita del 23/9/2001 p.v.
per potersi incontrare insieme ad altri bimbi.
Un arrivederci a presto da Davide, Silvia, Erica, Silvia, Francesca, Cecilia,
Rebecca, Elena e Monica.
Raffaella e Marco Demaria

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   15 luglio - Lago Miserin


Alle 7,15 h ci siamo trovati in 16 in piazza Bernini, pronti a dirigerci
con le auto in Valle d'Aosta, meta lago Miserin, nonostante le previsioni del
tempo sfavorevoli.
A Pont St.Martin abbiamo raggiunto un altro gruppetto che ci aspettava,
e così, in 22, abbiamo cominciato a risalire i tornanti che portano a
Champorcher ed anche se tutti speranzosi, ci auguravamo che non piovesse
molto, ha iniziato a piovere moltissimo.
Una volta raggiunta Chardonney, località da cui sarebbe dovuta iniziare
la nostra escursione, c'è stata una breve consultazione sul da farsi e qui,
Carlo, capogita come sempre bene organizzato, ha tirato fuori il suo asso
nella manica: il numero telefonico del rifugio Dondena (2200 m), presso cui
ha prenotato un "pasto" caldo ed al caldo per tutti. Quindi, sempre con le
nostre auto siamo saliti a Dondena e di qui, per una comoda carrareccia, in
un paio d'ore di cammino, anche se sotto la pioggia, ma ovviamente bene
attrezzati, abbiamo raggiunto il nostro punto di ristoro.
Il pranzo è stato ottimo ed abbondante. C'è stata anche una breve (ci
auguriamo più lunga la prossima volta) esibizione canora di alcuni partecipanti,
rinfrancati da salumi vari, polenta, dolci e vino a volontà.
Anche durante il ritorno abbiamo camminato quasi sempre sotto la
pioggia, ma siamo stati tutti ugualmente soddisfatti della giornata passata
in piacevole ed allegra compagnia e pazienza per il lago Miserin: prima o
poi lo vedremo.
Brunalba De Felicis Riccabone

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   15-21 luglio - I 5 sensi + 1 della settimana di pratica alpinistica


Di questa settimana mi resta un rullino da 36 pose (e sono poche), per
non parlare dei volti, delle strette di mano, delle mani di cirulla e di briscola.
Ma è confuso ogni ricordo, ha un sapore strano a metà tra la "grolla" e la
mousse di cioccolato. L'una ce la siamo concessa al termine di una giornata
di riposo (meno male?), l'altra è il simbolo di ogni dessert offerto dalla
gestione del rifugio Mantova. Il profumo è indubbiamente quello del salame,
un citterio stagionato ma non troppo che ci siamo fatto bastare per i
sette giorni. Veniva dalla mia dispensa, più fornita, forse, di quella del rifugio
da cui sapevo tirar fuori ogni sera qualcosa di nuovo?
Odo ancora il silenzio del vento, perché il ghiaccio congela il rumore,
lo allontana e finalmente lo sperde. Solo di notte riprendeva vigore in un
crescendo paradossalmente rossiniano, sotto forma di una gigante caffettiera
napoletana di nome Alessandro, che bolliva e bolliva nei miei sogni?
(o forse era il mio vicino di letto?!).
Sento scivolare sui polpastrelli la crema viscida di Pietro (schermo totale,
protezione 60plus UVA-B-C) che ha vegliato sulle pelli delicate di tutti
i partecipanti (e chi non l'ha voluta - Tanto io non mi scotto?! - s'è procurato
una "bella" insolazione).
Ora il ricordo si fa più nitido, assume una forma definita. E sono tante
le immagini che mi si proiettano nella mente: Davide diretto in bagno che
armeggia con una piccozza da piolet (per inciso, tirava "un po" di vento?),
l'igloo stile gotico-decadente che abbiamo realizzato davanti all'ingresso
dopo la nevicata, il nodo-coniglio (?)?
Questi i cinque sensi della scoperta di una dimensione totalmente
nuova della montagna (e non c'è da stupirsi se al ritorno in funivia ero triste
e mi sentivo come un "angelo caduto"). Lassù il mondo e il Paradiso si
compenetrano tanto che non capisci dove inizia l'uno e termina l'altro.
E il "sesto senso"? Beh, quello è l'amicizia, che non può fare a meno
di nascere in circostanze così magiche.
Sergio Sereno

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   22-29 luglio - VI Settimana di pratica escursionistica a Cogne


Quest'anno la settimana di pratica escursionistica si è svolta a Cogne,
nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.
La settimana è strutturata con lo scopo di formare dei capigita; alle
escursioni di difficoltà crescente è affiancata l'attività didattica che permette di acquisire nozioni di base sull'orientamento, sulla lettura delle cartine,
sulla meteorologia: nozioni atte alla corretta preparazione e conduzione di
una gita.
Grati saranno i partecipanti se il capogita sarà in grado di fornire loro
spiegazioni sulla botanica e per i più dotti e preparati nozioni geologiche. A
questo proposito vorrei citare la bellissima gita effettuata al giardino botanico
alpino Paradisia nella Valnontey, dove ci si può avvicinare alle piante
che si potrebbero incontrare durante un escursione, conoscerne il nome
scientifico, la distribuzione geografica e imparare così a rispettarle, e le affascinanti
spiegazioni geologiche forniteci da Bruno Lombardo durante la
visita al complesso di Colonna, villaggio-miniera di Cogne ormai abbandonato
e praticamente in rovina.
I 52 partecipanti accolti magnificamente dalla casa della F.U.C.I. hanno
preso parte alla settimana divisi in allievi e soggiornanti, anche se le gite
in programma, per qualche eccezione, sono state condivise.
Per quel che mi riguarda è difficile tradurre su un foglio bianco tutte le
emozioni e le soddisfazioni provate di ritorno dalle gite, stanca e felicissima,
quasi misteriosa nel descrivere i tempi ed i "modi tecnici" dell'ascesa a
chi, a casa, si aspettava resoconti minuziosi.
La ragione che mi ha spinto a partecipare per la prima volta è il fatto di
poter assaporare il clima di amicizia che nasce e si sviluppa nel corso della
settimana tale da renderla un'esperienza indimenticabile.
Insomma, che dire di più: settimana di pratica ottima per compagnia,
paesaggio. Ora, nel redigere questa relazione mi scopro intenta nel rimembrare
il massiccio del Gran Paradiso, così affascinante con le sue nobili vette,
che van dicendo all'animo di tutti i partecipanti di "passaggio": noi qui
da sempre, organizza presto un'altra settimana, Arrivederci!
Claudia Vassallo

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   Soggiorno estivo 2001 al Natale Reviglio


26 agosto, ultima domenica prima di chiudere il Reviglio dopo sette settimane
d'apertura.
Soci di diverse sezioni si sono alternati nei vari turni, venuti per ritemprarsi
e dimenticare i problemi di tutti i giorni.
Analizzando il bilancio delle presenze, è stato inferiore allo scorso anno, in
particolare nelle prime settimane di luglio, dove purtroppo il cattivo tempo
e il freddo hanno fatto da padroni. Con l'arrivo della "luna nuova", come
vuole la tradizione popolare, è arrivato anche il bel tempo, iniziando così un
lungo periodo di bellissime giornate, che hanno permesso ai soggiornanti di
realizzare gite escursioni e alpinistiche (alcune impegnative).
Durante il soggiorno sono state organizzate, con discreto successo ed entusiasmo,
gite con accompagnatore naturalistico.
Una buona presenza si è avuta nelle ultime tre settimane, con soci delle
sezioni di Venezia, Roma, Cuneo, Modena, Genova e Torino, che hanno caratterizzato
il soggiorno portando vivacità e allegria tra i presenti.
I soci Serena e Ilio, della sezione di Roma, a conclusione del loro soggiorno,
durante la festa di commiato hanno composto e cantato una filastrocca in
versi, che ha riscaldato l'atmosfera e sintetizzato i momenti d'amicizia creatasi
fra tutti i partecipanti.
Ve la proponiamo:

Se vuoi andare in Val d'Aosta
e goder se poco costa
guarda, allor ti do un consiglio
prenotati su al Reviglio.
Poi, se vuoi che la vacanza
sia "condita" in fratellanza,
tieni bene aperti gli occhi,
Direttore fai ZENZOCCHI!
Perché, in quanto a condimenti,
potrai metter sotto i denti
brodo, pasta, gnocchi o riso
cotto sempre col sorriso!
Il benessere è già grande
quando vai al passavivande;
la giornata è già perfetta
col "buondì" di ELISABETTA.
E si agguanta il pranzo al sacco,
poi si volta lesti il tacco
e si finge una scalata
per smaltire la cioccolata.
Poi si scende dalle rocce
giù giù giù fino alle docce;
ci si trova già più in vena
verso l'ora della cena.
Tanti posti su ogni tavolo
e mai si apparecchia a cavolo:
ma affidandoti al PIOMBINO
poi ti sgomiti col vicino.
ILIO vuole essere cortese
e i Roman ne fan le spese:
ANNA porge le porzioni,
lui le invia ad altre sezioni!
Mangian tutti: torinesi,
genovesi, cuneesi;
non sono ultimi i romani,
perché arriva anche PELLACANI!
Forse è molto preoccupato
che sia il vitto razionato:
perché i viveri non sian pochi
porta dietro anche i suoi sei cuochi!
Come fan veri comandanti
li traveste da cantanti;
con la scusa di fare cori
intanto fa la cucina fuori.
crescentina e poi burlengo
e le diete vanno a remengo;
non puoi esssere in ritardo
se vuoi accalappiarti il lardo.
la serata in allegria
toglie voglia di andare via;
forse mancan solo le carte
ma buon viaggio a chi doman dorme!
Serena (24 agosto 2001)

A chiusura di queste brevi note, rivolgo un grazie sincero a quanti hanno
dato disponibilità per i lavori primaverili di manutenzione, ai vari direttori
dei turni, alle collaboratrici della cucina.
A tutti un arrivederci ai prossimi impegni della Giovane Montagna.
Cesare Zenzocchi

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SERATE IN SEDE


   giovedì 17 maggio - Di qua e di là delle Alpi


Sono le 21,30 di giovedì 17 maggio: nella sala della G.M. un gruppo
di soci attende la proiezione di diapositive scattate in montagna da parte di
Ettore Briccarello, presentate con il seguente titolo: "Di qua e di là delle
Alpi".
Le immagini di montagne, ghiacciai, ripidi pendii si susseguono davanti
ai nostri occhi. Alla visione di ghiacciai perenni il nostro Ettore alterna
diapositive di fiori di montagna dai colori vivacissimi. Durante la proiezione,
qualcuno in sala non riconosce i luoghi che si vanta di aver scalato; infatti
la Levanne, l'Albaron, la Ciamarella, fotografati "al di là delle Alpi", (Francia
e Svizzera) presentano inquadrature molto diverse da come si vedono
"al di qua".
Le diapositive si susseguono e si giunge all'ultimo, stupendo fotogramma:
dal balcone di casa sua Ettore ha fotografato un tramonto sulla
città di Torino, con una visione lontana ma importante del Monviso, il nostro
"Gigante di pietra".
Cesare e Tina Bonfante

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   14 giugno - Thailandia


Ancora una volta grazie alle bellissime diapositive di Laura Reggiani
abbiamo potuto viaggiare con la fantasia in quel lontano paese al centro
della penisola indocinese che è la Thailandia.
Come al solito il dettagliato ma pur fantasioso reportage fotografico ci
ha ben illustrato una realtà dove - come in molti paesi asiatici - il contrasto
fra ricchezza e povertà è molto accentuato. Non solo nella capitale
Bangkok, ma anche in molte altre città i palazzi d'oro stridono vicino a catapecchie fatiscenti dove la vita si svolge in condizioni di estrema precarietà.
Abbiamo potuto ammirare una natura rigogliosa (alberi di teck, fiori di
loto, l'albero del pane, le palme da cocco) e animali per noi inusuali quali il
bufalo bianco, pappagalli dai colori sgargianti, elefanti. Questi ultimi utilizzati
ormai quasi soltanto più a scopo turistico per dimostrare quanto siano
stati utili negli anni passati nei lavori di edilizia o per il trasporto del legname.
Laura ha testimoniato anche la religiosità di questo popolo caratterizzata
dalla costruzione di innumerevoli "casette per lo spirito" e di tempietti
in quasi tutte le abitazioni. Molto belle e caratteristiche anche le immagini
del mercato galleggiante tra le palafitte.
Un grazie per la bella serata nella speranza di poter presto ammirare
nuovi paesaggi fissati dal suo prezioso obiettivo!
Alberto Bello

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VITA SEZIONALE


   LUTTI


Nel mese di giugno è mancato monsignor Agamennone; ad Anna e familiari
le preghiere di tutti i soci della Sezione.
È mancata la Socia Rosina Rosso; a Renata e Roberto e famiglie, le condoglianze
per la scomparsa della Madre.

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   CORALE "GIOVANE MONTAGNA"


A fine giugno, abbiamo terminato il primo ciclo di incontri della neo costituita
Corale "GIOVANE MONTAGNA".
Detta così sembra una cosa importante ed in effetti i risultati e soprattutto
la partecipazione decisamente superiore alle aspettative, incoraggia a proseguire
con un nuovo slancio.
Intanto continua la ricerca di un valido (e soprattutto disponibile) direttore
del coro, in quanto le mie limitate capacità, come detto fin dall'inizio, erano
disponibili fino a questo atteso e fausto evento.
Pure dovrà essere affrontato da chi di dovere, la dolorosa eventualità di un
investimento economico nell'acquisto di una tastiera, anche di modeste
proporzioni, per garantire il supporto necessario alle lezioni.
Per facilitare sia la partecipazione del maggior numero di soci (e non) che
per permettere i normali incontri in sede con gli altri soci, si è pensato, in
via sperimentale, mantenendo alterata la sera del Giovedì, di anticipare alle
8,15 - 8,30 h l'inizio delle lezioni, con termine alle 22 h.
Il calendario degli incontri, suscettibile di aggiornamenti in funzione delle
altre attività è quindi il seguente:
giovedì 13 settembre 1° incontro 8 novembre
27 settembre 15 novembre
4 ottobre 22 novembre
18 ottobre 28 novembre
25 ottobre Domenica 25 novembre - Funzione
al Monte dei Cappuccini
Si raccomanda a tutti i soci, e non, di fare proseliti al fine di rimpolpare le
già folta, ma mai abbastanza, schiere dei partecipanti.
Al termine di ogni lezione, come è ormai tradizione, verrà offerto beveraggio
adeguato ad eventuali gargarismi disinfettanti per ugole arrossate dal
gravoso impegno.
A tutti arrivederci al 13 settembre.
Rodolfo Risatti

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