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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 1992



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ATTIVITÀ PREVISTA


   8 novembre - Gita di chiusura in Val Casotto


La Val Casotto è la località scelta per l'annuale gita di chiusura che permetterà di ritrovarci per trascorrere insieme una domenica scacciapensieri tra cultura e manicaretti.
Lasciata la città di buon mattino, facciamo la prima tappa al Santuario di Vicoforte (Mondovì), per assistere alla Santa Messa delle ore 9.
Proseguiamo..."passando per Torre e Pamparato, al ponente del monte Mindino, s'affaccia di repente una valle non molto larga, ma né così augusta che non concede all'occhio di ricrearsi su molti accidenti di terreno qua di castagni e praticelli, là di faggi e di abeti rivestito, più oltre su nude giogaie di rupi. Il torrente Casotto, che non poco lungi prende la sua origine, ne bagna la falda occidentale. L'aere ivi è purissimo, le acque limpide e salubri. Ivi è la già Certosa di Casotto ... Era una reggia posta fra le balze alpine quale la fantasia dell'Ariosto avrebbe immaginato ..." (tratto da una stampa del 1837).
L'Antica Certosa, fondata nel secolo XI, venne acquistata dai Savoia nel 1835 che provvidero ad una sua parziale ricostruzione, ne divenne loro residenza estiva dal 1837 al 1881, per poi essere venduta a privati.
La signora Bonfante, durante il viaggio e la visita, ci illustrerà la storia del castello. Terminata la parte culturale, possiamo dedicarci ai manicaretti. Siamo attesi a Pamparato per l'ora di pranzo presso l'albergo ristorante Alpi, dove tra le altre cose possiamo gustare alcuni piatti tipici.

Ritrovo e partenza : piazza Bernini ore 7.15
piazza Pitagora ore 7.30
Mezzo di trasporto : pullman
Informazioni e iscrizioni in sede al giovedì sera (839.87.00)
oppure Boggero Rosangela - tel. 749.39.26
Zenzocchi Cesare - tel. 349.79.62

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   11 ottobre - Vallone di TALLORNO (E)


La gita parte da Fondo, ultimo paese raggiungibile con le macchine, a quota 1074 m.
Attraversato il bel ponte ad arco ci si porta sulla riva sinistra orografica del torrente Chiusella e si segue una mulattiera che porta a Tallorno (0,45 h), e di qui il sentiero del GTA per la Boc-chetta delle Oche.
Sul percorso si trovano le Alpi Pasquere (1486 m), le Alpi Nuove (1530 m) e il rifugio Gheia, ora in disuso, a quota 1878 m, che potrebbe essere la meta della nostra gita, avendo raggiunto a questo punto le 3 ore di marcia.

Località di partenza : Fondo, 1074 m
Dislivello : 800 m
Tempo di salita : 3 h
Partenza : P.zza Rebaudengo, ore 07:15
Mezzo di trasporto : auto private
Direttore di gita : Sergio BOSA tel 306552

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   25 ottobre - FORT de l'INFERNET (2377 m)


Il percorso di questa escursione si svolge nella zona delle fortificazioni francesi, costruite in epoche diverse, a guardia del confine italiano. Da una di queste, infatti, partirono i colpi dei mor-tai che demolirono lo Chaberton, considerato indistruttibile per la sua posizione.
Il forte dell'Infernet fa parte di questo sistema portato a compimento assieme ad altre fortificazioni tra il 1721 e il 1730.
Se il tempo ci accompagna, dal forte si godrà un panorama a trecentosessanta gradi: lo Chaberton, il Thabor, il gruppo del Pelvoux, la sud della Barre des Ecrins, la Grande Ruine, l'Izoard e il Petit Rochebrune.

Località di partenza : Cervières
Dislivello di salita : 770 m
Tempo di salita : 2,45 ore
Ritrovo di partenza : piazza Pitagora alle ore 6:15
piazza Bernini alle ore 6:30
Mezzo di trasporto : pullman
Direttore di gita : Zenzocchi Cesare - tel. 349.79.62
oppure in sede al giovedì sera (8398700)

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   14-15 NOVEMBRE - Assemblea dei Delegati a ROMA


L'annuale Assemblea dei Delegati si svolgerà a Roma, nel complesso della "DOMUS PACIS" (Via di Torre Rossa, 94 - 00165 ROMA, tel 06-6638820, fax 6620259), in prossimità della via Aurelia, e non molto distante da S. Pietro.
Alla domenica mattina è previsto un interessante programma turistico, le cui opzioni sono:
- Scavi archeologici di Ostia Antica
- Roma Archeologica (Foro, Terme, ecc.)
- Roma Cristiana (S.Pietro, Basiliche, ecc.)
- Roma Barocca (Piazza Navona, di Spagna, ecc.)
Un programma più dettagliato sarà disponibile in sede dopo la metà di ottobre.
In linea di massima si pensa di partire con il treno al venerdì sera e di tornare poi domenica pomeriggio.
Vi è anche la possibilità, per chi può, di prolungare il soggiorno, sia arrivando prima che partendo dopo, sempre con ospitalità alla DOMUS PACIS, a cui occorre rivolgersi direttamente.
La spesa complessiva del soggiorno (dalla cena di sabato 14 al pranzo di domenica 15) si aggirerà sulle 110.000 Lit a persona. In essa sono comprese integrazioni e bevande a tavola, i programmi turistici nonché il trasferimento alla stazione Termini nel primo pomeriggio di domenica.
Non mancate!

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   29 novembre - S. Messa al Monte dei Cappuccini


Come ogni anno ci ritroveremo domenica 29 novembre al Monte dei Cappuccini per la commemorazione dei Soci defunti.
La Santa Messa è per le ore 09:30; al termine premiazione dei soci fedeli da 20 e più anni e rinfresco:

SOCI CON NOI DA 20 ANNI
ADAMI Anna Maria PALLADINO Mario
BORDIGLIA Maurizio PALLADINO ROSSI Angela
CARDONE Giuseppe ROSSETTI Chiara
CORNAGLIOTTO CARDONE Angela ROSSETTI Luigi
MOCCAGATTA Marco

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   13 Dicembre - Sentiero dei pastori


Il 13 dicembre si svolgerà l'escursione sul "Sentiero dei pastori", nella bassa valle di Susa.
Pur essendo una data forse più indicata per un programma sciistico, la cronica mancanza di neve nel periodo prenatalizio di questi ultimi anni e l'auspicio di una bella giornata, fanno sperare in una nutrita partecipazione dei soci.
Il percorso dell'escursione si può così brevemente riassumere: da San Giorio si prosegue in auto fino alla frazione di Adret; da qui ha inizio la camminata.
Dai 1100 m del piccolo abitato si sale, lungo una bella mulattiera che si inerpica in mezzo al bosco, fino ai 1390 m del rifugio del Gravio; questo tratto viene percorso in un'ora circa.
Il sentiero, poi, prosegue a mezza costa, sempre nella vegetazione, sino al Pian Signore, a 1470 m; di qui, fuoriusciti dalla boscaglia, passando per il Casotto Ciampi a 1605 m e a monte del Casotto Fumavecchia, a 1670 m, si raggiunge un alpeggio dove la strada che giunge dalla certosa di Monte Benedetto ha termine.
Tramite un sentiero, poi, si raggiunge la cresta, nei pressi della cappella di Pian dell'Orso, a 1920 m.
Questo secondo tratto ha un tempo di percorrenza di circa due ore e mezza. Il ritorno si svolge a ritroso sulla stessa via.

Direttore di gita: Cesare BONFANTE tel 4342612
Partenza: p.zza Bernini, ore 08:00

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 19 novembre - Speleologia glaciale


Un interessante servizio fotografico in un ambiente a noi non usuale. Esplorazioni in un mondo di grotte naturali e di ghiaccio: dove noi camminiamo di sopra, loro camminano di sotto! Un appuntamento da non perdere.
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   Giovedì 17 dicembre - Sulle Montagne del Mondo


Daniele Valperga presenta una serie di diapositive sui suoi trekking per le vie del mondo.
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ATTIVITÀ SVOLTA


   26 aprile - Col du VALLON


Per evitare una levataccia, data l'età un po' avanzata, abbiamo optato per la più vicina Valle di Susa. Su indicazione di Augusto e Fiorenzo, che qui sono di casa, siamo andati al Col du Vallon.
Superata la miniera di Valle Stretta si devia a sinistra e seguendo il vallone si arriva al Colle, affacciato sulla valle di Nevache. Panorama splendido, bella neve, ottima compagnia (eravamo in 12).
Grazie a tutti per la bella gita.
Teresa Bosa

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   1-2-3 maggio - Il VERCORS


Ore 5,45: la sveglia. Che trauma!!
Ma appena desti il motivo della levataccia ci rianima subito: si parte per un week-end turistico-escursionistico nei dintorni di Grenoble. In pochi minuti, perciò, si completano gli ultimi preparativi e poi rapidamente si raggiunge Piazza Bernini, luogo convenuto per la partenza.. Il pullman (in realtà più simile ad un salotto che ad un autobus) giunge puntuale e dopo qualche minuto di attesa per gli ultimi ritardatari (a volte la sveglia non suona!) finalmente si parte. In breve raggiungiamo il tunnel del Frejus; una piccola sosta e poi si varca il confine. Il primo approccio con il territorio francese avviene nei pressi di un piccolo paese dove consumiamo il nostro pranzo al sacco e, poi, ci dirigiamo alla volta dell'Abbazia della Grande Chartreuse. Qui, sotto un cielo plumbeo, avvolti in una nebbiolina quasi autunnale, ci accingiamo alla visita della Correrie. Il silenzio, la freddezza e la nudità delle celle dei frati, il misticismo dei canti che si odono in sottofondo ci trasportano immediatamente indietro di qualche secolo, in una atmosfera medioevale che ricorda "Il nome della Rosa".
Un piccolo "museo" in cui sono raccolti oggetti, fotografie e testimonianze ci rende consapevoli di quanto la vita dei padri Certosini e dei frati si svolga all'insegna della preghiera, del lavoro e del sacrificio. Uscendo dall'edificio, l'atmosfera mistica permane e quindi, abbastanza silenziosamente, saliamo verso la Certosa purtroppo non visitabile all'interno.
Dopo una breve sosta per qualche fotografia, si ridiscende verso il pullman seguendo un sentiero tra i boschi che causa qualche problema a diversi partecipanti, perché molto meno agevole e molto più lungo della comoda strada asfaltata che ci aveva portato fino alla Grande Chartreuse.
Dopo aver atteso in pullman gli ultimi ritardatari, ci avviamo in direzione di Meaudre dove ci attende un confortevole alberghetto a conduzione familiare. Sistemati i bagagli nelle camere comode e ordinate, ci ritroviamo tutti nell'accogliente sala da pranzo per una squisita cena a cui tutti fanno degnamente onore.
Il tempo un po' umido non invita ad una passeggiata serale, perciò dopo quattro chiacchiere nella saletta della T.V., un po' stanchi per il viaggio, ci ritiriamo nelle camere.
Il risveglio mattutino è all'insegna della pioggia e ciò modifica in parte il programma della gita. Dopo una buona colazione ci dirigiamo comunque verso il pullman che ci porterà fino alle Grotte di Choranche.
La giornata si anima già lungo la strada che conduce alle grotte, strada un po' impervia, soprattutto per un mezzo così voluminoso come il nostro pullman. Fra qualche timore, comunque grazie alle preghiere di qualcuno (?!), ma soprattutto all'abilità del nostro autista, riusciamo a superare indenni, o quasi, gallerie, spuntoni di roccia e muretti. Lo spettacolo che ci appare non appena entrati nella grotta ripaga però ampiamente le difficoltà incontrate lungo il percorso. Già la prima cavità che si apre all'interno della montagna affascina per la sua bellezza, in un fitto discendere delle stalattiti dalla volta della grotta, che si riflettono nel laghetto sottostante le cui acque sono probabilmente responsabili della formazione di questa meravigliosa struttura.
L'opera, lenta e spettacolare, della natura si manifesta anche in numerosi cunicoli, che solo in parte sono accessibili al pubblico; in strutture calcaree che con le loro forme ricordano animali ed oggetti; in ampia "sale" che richiamano, per la loro maestosità, le cattedrali gotiche.
Il culmine della spettacolarità si raggiunge poi in una di queste sale in cui, complice l'intervento dell'uomo, si assiste ad un concerto suonato da un'orchestra i cui strumenti sono ... stalattiti.
Ritornati alla luce del sole, ci accingiamo al viaggio di ritorno, che nonostante un cambiamento nel percorso non si rivela meno "periglioso" di quello di andata. Ma ancora una volta il nostro intrepido autista, coadiuvato dal capogita e da alcuni partecipanti, ci riporta sani e salvi al nostro Hotel.
Qui, consumato il pranzo al sacco nel soggiorno dell'albergo, in mancanza di prati verdi soleggiati, ci riposiamo prima di intraprendere, nel pomeriggio, la visita di un vicino centro turistico: Villard de Lans. La giornata piovosa non consente altro che una breve passeggiata per le vie principali del paese, alla ricerca di cartoline, ricordini e generi alimentari particolari, in negozietti interessanti più per le loro caratteristiche di rifugio dal freddo e dall'umidità che per la possibilità di acquistare prodotti veramente notevoli. Non altrettanto accogliente è la chiesa di Villard dove la maggior parte di partecipanti si ritrova per assistere alla S. Messa; data la gelida temperatura alcuni partecipano alla funzione in piedi, vicino al termosifone.
La sera ci vede nuovamente riuniti per un'altra ottima cena nella quale si festeggia anche il compleanno di una giovane partecipante. Ancora una volta la stanchezza e il maltempo sconsigliano ai più una passeggiata serale: ci ritiriamo nelle nostre stanze sperando in un tempo più clemente per il giorno successivo.
Purtroppo anche la domenica, ultimo giorno della nostra gita, si rivela umida e piovigginosa: la prevista escursione si trasforma in una visita al vicino paese di Autrans nei cui pressi sorge un trampolino per il salto con gli sci che, curiosamente, la maggior parte va ad osservare da vicino. Ciò permette anche una breve passeggiata nella pineta circostante, tanto verde quanto umida; perciò prima che i reumatismi si aggravino, si ritorna in paese dove si fanno gli ultimi acquisti. Ultima tappa della mattinata è rappresentata dalla visita ad un caseificio dove, fra vapori di latte caldo e aromi di formaggi in fermentazione, il gruppo si precipita all'acquisto di latticini degustati e così apprezzati nei pranzi precedenti.
Il pullman ci riporta poi all'albergo, dove, con un po' di rammarico, facciamo ancora una volta onore all'ottima cucina dell'Hotel. Dopo il pranzo non ci rimane che preparare borse e zaini, sistemare i bagagli sul pullman.
Attendendo il momento della partenza si intrecciano conversazioni con scambi di opinioni sulla gita; per movimentare l'attesa qualcuno si da' anche alle danze!!
Il viaggio di ritorno scorre via tranquillo fra la sonnolenza generale; solo di tanto in tanto le risate di chi sta guardando una allegra commedia in dialetto sulla T.V. di cui è dotato il pullman, interrompono la quiete.
Complice il traffico veramente scorrevole e scarso, in breve varchiamo il confine ritrovandoci nelle vallate a tutti note. Le ore successive passano rapidamente e prima che possiamo rendercene conto appieno, giunge il momento di salutarci: la nostra gita è terminata; resta il ricordo di tre giornate trascorse all'insegna dell'allegria e del buonumore, nonostante gli imprevisti che normalmente caratterizzano ogni trasferta.
Un grazie di cuore agli organizzatori: Cesare Zenzocchi e famiglia e Annita Rosazza; all'autista Corrado e a tutti coloro che hanno contribuito al buon svolgimento della gita.
Un arrivederci al prossimo viaggio, con la speranza che sia il più presto possibile.
Giovanna Bonfante

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   1-2-3 maggio - P. d'ARBOLA


Tempo incerto, previsioni non molto incoraggianti, ma un gruppo abbastanza numeroso, dato che la gita è stata effettuata insieme alla sezione di Moncalieri.
Lasciamo le auto alla cascata del Toce, dopo aver fatto un pezzo di strada ufficialmente chiuso al transito per lavori: speriamo di non trovare la multa. Pioviggina un poco, subito più in alto nubi basse impediscono completamente la visibilità. Partiamo negli abbigliamenti più disparati: mantelline, giacche a vento, ombrelli ... Per alcuni chilometri seguiamo la strada innevata fino al piano di Morasco; di qui inizia un canalone, ripido nella parte centrale, che sbocca in alto nelle nubi: la visibilità è nulla, la pista battuta dal gatto delle nevi ci guiderà fino al rifugio. Il custode ci viene incontro con il suddetto "gatto" per alleggerirci degli zaini, e - ci credereste mai? - in un batter d'occhio quasi nessuno zaino rimase sulle spalle del legittimo proprietario. Ci sistemiamo nelle stanze di un locale distaccato dal rifugio, vicino alle costruzioni dell'ENEL. Il tempo non accenna a migliorare, anche se qualche breve schiarita ci illude per poco.
Il sabato resterà brutto con visibilità nulla e nevischio fino a sera. Soltanto tre si aggregheranno al gruppo del corso di scialpinismo del Cai Uget per una gita ... "strumentale".
Finalmente la mattina della domenica c'è il sole. Partenza per la Punta d'Arbola, che raggiungiamo tutti coi sci ai piedi fino in vetta. C'è abbastanza neve fresca, che si appesantisce un po' sotto i raggi del sole; comunque gli ampi pendii ci permettono una bella discesa fino al lago del Sabbione. Il quale è mezzo vuoto e deve essere percorso al centro per tutta la sua lunghezza; si è spinto all'andata e si deve spingere esattamente allo stesso modo al ritorno: la superficie del lago, a detta dei soliti improvvisati esperti del momento, è infatti rigorosamente orizzontale. Infine si risale, sci in spalla, alla diga e poi più su al rifugio. Uno spuntino, la schiarita sta svolgendo al termine, il conto da pagare, la discesa - lunga - fino alle auto di nuovo in parte sotto la pioggia.
Un bilancio positivo? Diciamo di sì, con la voglia di tornare in una splendida valle con un tempo un po' più clemente che permetta di apprezzare meglio - e non solo indovinare - quei grandiosi paesaggi.

Giorgio Rocco

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   17 maggio - Colma di MOMBARONE


A S. Giacomo, sopra Andrate, è iniziata la nostra gita. La comitiva, abbastanza numerosa, ha seguito il bel sentiero che offre scorci panoramici sul Canavese. A quota 2000 m abbiamo raggiunto il laghetto che per alcuni ha rappresentato la meta.
Con lievi distacchi la maggioranza è arrivata in cima verso le 13, accompagnata da belle nubi che salivano dal Biellese. Abbiamo ammirato la ricostruzione dei pilone e la statua del Redentore, mentre il tempo minacciava pioggia.
Al ritorno abbiamo anche preso un po' di grandine, tanto per non smentire la fama del Biellese.
Sergio Bosa

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   23-24 maggio - Colle dei BECCHI


L'assoluta mancanza di neve, conseguente ad un interminabile periodo di bel tempo, ha impedito l'effettuazione di questa bella anche se insolita traversata.
Speriamo di aver miglior fortuna il prossimo anno.

Marco Barbi

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   31 maggio - Punta MELASSO


Purtroppo la primavera del '92 è stata caratterizzata da notevoli piogge e neanche questa gita è sfuggita a tale legge. Chi si è presentato in piazza Bernini e in Piazza Caio Mario ha dovuto con-statare che anche la mattina del 31 maggio si è messo a piovere e la pioggia è andata via via crescendo. Perciò la cosa più ovvia è stata rinunciare, con l'intenzione di riprovare 15 giorni dopo.
Ma la sera del giovedì 11 giungo è "ricomparso" lo stesso "fenomeno", pertanto ci si è convinti ad abbandonare l'idea di questa gita.
Ovviamente, domenica 14 il tempo è stato splendido: dal mattino alla sera .....
Un po' più di coraggio, amici!
Ettore Briccarello

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   13-14 giugno - BARRE des ECRINS


L'inclemenza del tempo e le avverse condizioni della montagna hanno purtroppo, ancora una volta, frustrato l'ennesimo tentativo di portare sulla "Barre" un nutrito gruppo di soci. Pazienza, sarà per un'altra volta; l'appuntamento è solo rimandato.

Cesare Barbi

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   28 giugno - ROSA dei BANCHI


Prima, di una serie di gite alpinistiche proposte per quest'anno, era l'ascensione alla Punta Fourà.
Tuttavia, per circostanze "stradali" (frana caduta il giorno precedente lungo la strada per Ceresole) durante il tragitto di avvicinamento il gruppetto è costretto a cambiare meta.
La giornata, che non si preannuncia delle più fortunate (infatti anche dal punto di vista meteorologico, persistono foschia e nuvole minacciose), è orientata quindi in direzione della Rosa dei Banchi. Lasciate le auto il gruppetto si dirige per alcune ore sul sentiero che conduce alla punta (naturalmente nella foschia che a tratti lascia intravedere il sentiero, ma non la punta) ma, al Colle della Rosa dei Banchi, per il maltempo e per l'ormai tarda ora, la decisione è inevitabilmente per la resa.
Ritornati sui nostri passi sino in località S. Besso, ci accingiamo a pasteggiare un po' rassegnati per l'impresa incompiuta ma altrettanto contenti per l'affiatamento del gruppo.
Nel pomeriggio, la simpatica e competente guida Claudio Bernardi, tiene una lezione teorica sui nodi, le tecniche e i materiali (con tanto di prove pratiche).
Al rientro ci si ritrova poi tutti attorno ad un tavolo in una rustica piola paesana, ugualmente contenti per la giornata trascorsa in allegra compagnia.
Luca Borgnino

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   17-18 luglio - POLLUCE


Sabato 17 luglio, Stefano ed io, per cause di forza maggiore, giungiamo a St. Jacques solo nel primo pomeriggio, intenzionati a raggiungere il resto del gruppo lungo la strada o al rifugio Lambronecca, dove è previsto il pernottamento.
Invece, con nostra grande sorpresa, sono quasi tutti sulla piazza del paese. Si sono fermati ad aspettare noi oppure forse il furgone che fa servizio navetta fino al Pian di Verra?
Qualunque sia la risposta a questo interrogativo sta di fatto che sul suddetto furgone non c'è più posto, così noi due di buon passo ci incamminiamo.
Giunti al Pian di Verra ci rimpossessiamo dei nostri zaini gentilmente portati dai nostri compagni di gita autotrasportati e tutti insieme si attacca il sentiero sulla morena che in un paio d'ore ci porta al rifugio Mezzalama.
Breve sosta, una rinfrescata e poi l'ultimo tratto verso il Lambronecca, dove Giorgio e Silvana, saliti su già in mattinata, ci attendono.
Dissetati, rifocillati e subito a dormire; sveglia prevista per le 5 circa. In perfetto orario con la tabella di marcia alle 6 siamo in cordata sul ghiacciaio ed in breve giungiamo alle roccette.
"Bisogna avere dimestichezza sulla roccia anche con i ramponi!" dice Claudio, la nostra esperta guida e quindi affrontiamo un impegnativo tratto di corde fisse con i famigerati attrezzi ai piedi.
L'ultimo tratto è una ripida ma agevole cresta e finalmente siamo in vetta. Un breve riposo ed è ora di tornare indietro. Aggiriamo il tratto di corde fisse scendendo un ripido scivolo di neve che ci riporta sul ghiacciaio e da qui rapidamente siamo al rifugio.
A questo punto il gruppo si divide: mentre gli altri si fermano a riposare in quattro ci avviamo a valle dove urgenti impegni ci richiamano.
P.S. Tempo magnifico, partecipanti tanti, 13 (alcuni di altre sezioni). Proprio una bella gita.
Daniele Cardellino

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   4 luglio - Punta d'ONDEZANA


Nonostante che le previsioni meteorologiche per il week-end non siamo ottimali ci troviamo tutti all'appuntamento in P.zza Rebaudengo nel primo pomeriggio di sabato 4 luglio; con la guida Claudio Bernardi si mettono a punto gli ultimi dettagli, poi partiamo. Il tragitto in auto termina alla diga di Teleccio, nel vallone di Piantonetto. Dalla diga in circa un'ora di cammino giungiamo al rifugio Pontese.
Si fa sera, prepariamo l'indispensabile negli zaini, sistemiamo i nostri posti letto, si cena e alle 22 ci godiamo (o quasi) il meritato riposo.
Domenica, all'alba, ci avviamo verso il ghiacciaio di Teleccio e giunti al Pian delle Agnelere a quota 2900 m inizia a cadere del nevischio ghiacciato e veniamo avvolti dalla nebbia (in questa zona è piuttosto frequente). Proseguiamo sul ghiacciaio passando sotto il colle di Teleccio e raggiungiamo la cresta sud-ovest dell'Ondezana su un colletto. Seguendo la cresta, si prosegue su lastroni rocciosi (richiedono un po' di attenzione a causa della neve fresca) fino in vetta assicurati con la corda da Claudio e Cesare.
La punta è angusta ma riusciamo a starci tutti; purtroppo la nebbia non ci permette di ammirare le vicine vette del Gran S.Pietro e del Becco di Valsoera nonché quelle più lontane situate nella Valeille e nel Piantonetto.
In vetta sostiamo per circa mezz'ora, quindi facciamo ritorno al rifugio Pontese, seguendo lo stesso itinerario di salita. Sul Pian delle Muande, poco prima di arrivare al rifugio, le nubi si squarciano e un caldo sole ci accompagnerà fino a valle. Abbiamo così concluso un'escursione complessivamente positiva dalla quale abbiamo tratto degli insegnamenti tecnici che la guida, con grande modestia, ci ha insegnato e che ci torneranno utili in futuro se sapremo farne te-soro.
Enzo Ferraro

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   23-30 agosto - 'A Settimana de' pratica Arpinistica


Carissimi Giovani Montanari,
Questa volta eccomi a voi con un rendiconto veramente tempestivo su quella che è stata "na' tostissima settimana de' pratica arpinistica" (per coloro che non conoscessero le lingue traduciamo in italiano la precedente frase in romanesco: "una superlativa settimana di pratica alpinistica"). Se un brivido gelido vi sta già correndo giù per la schiena al timore che l'ultima settimana di pratica si sia svolta sul Gianicolo o sui colli di Frascati, preciso che l'uso del romanesco vuole solo esprimere la soddisfazione di chi scrive per una settimana che ha visto una nutrita rappresentanza delle giovani sezioni laziali di Roma e Latina: quattro romani e due latinensi e mezzo (chi scrive conta per il mezzo, avendo le tessere di Torino e Latina). Accontentiamo però i più campanilisti e diciamo pure che le "performances" dei laziali non sono state all'altezza di quelle dei torinesi (per inciso, stavolta eravamo un bel gruppo: Luca, Daniele, Stefano, Franco), dei moncalierani (o moncalieresi, o moncalierensi ?), dei veronesi, padovani, ecc. Ma i laziali sono solo agli inizi, vedrete, vedrete.
Passiamo ora a descrivere brevemente nel dettaglio la settimana.
Il luogo, forse lo sapete, no? allora ve lo dico io: il "nostro" rifugio Natale Reviglio, governato in quel periodo (dal 23 al 30 agosto) dal bravissimo, bellissimo, affascinante, aitante, intelligente e prestante Zenzocchi (una lisciatina al presidente non guasta mai).
I primi due giorni: passati esercitandosi sui seracchi di ghiacciai come quello dei Bossons in Francia. Teoria, pratica di progressione su ghiaccio ed anche un po' di piolet-tration (si scriverà così?). Terzo giorno, ascensione sulla Grande Rousse. E' andata molto bene, mi han detto. Chi scrive, sfiancato dalle esercitazioni, si era preso un giorno di relativo riposo arrivando, con uno degli anziani della Giovane, ma terribilmente in forma, solamente fino al bivacco Ravelli (ottimo per schiacciare pisolini). Quarto giorno, riposo. Erano tutti abbastanza sfiancati (tranne uno, stranamente). Da dire che ogni momento libero era riempito dalle lezioni teoriche del temibilis-simo Toni Feltrin.
Ed ecco il piatto forte. Arrivati al rifugio Torino la sera del quarto giorno ecco i nostri eroi, divisi in due gruppi, pronti ad affrontare le insidie del gruppo del Bianco nel giorno seguente. Primo gruppo, partenza ore una di mattina (contenti loro), destinazione cima del Bianco. Secondo gruppo, partenza ore quattro di mattina (già va meglio), destinazione Mont Blanc du Tacul (4200 m e spiccioli). Tutti i laziali erano sistemati (manco a dirlo) nel secondo gruppo. Ecco che però il secondo gruppo riesce a completare l'ascensione mentre gli impavidi del primo si vedono costretti alla ritirata a due ore e mezza dalla meta per cause meteorologiche. Un po' di disappunto, ma non si può pretendere di fare il Bianco (per molti sarebbe stata la prima volta) senza esser costretti a rinunciare almeno una volta, altrimenti cosa si imparerebbe dall'andare in montagna?
Eccoci all'ultimo giorno prima della partenza. Il tempo: pessimo, ma pensate che ciò possa averci fermato? Giammai, ecco tutti i nostri impavidi, con la pioggia battente, fare ed aprire delle vie di roccia durissime, come lo spigolo sud dello Chapy e la temutissima via detta "della campana" (certo, ogni tanto c'era la cuoca che doveva entrare in dispensa ed interrompeva le ascensioni, ma è un dettaglio insignificante).
In conclusione, una bellissima (anzi, tostissima) settimana. Un appunto solamente per delle piccole carenze di tipo organizzativo generale da parte degli organizzatori della settimana, ma possiamo perdonarglielo, no?
Una settimana di ottima montagna e soprattutto (come ha riconosciuto il vicepresidente nazionale tra noi presente: il mitico Giulio), di amicizia. Ed è soprattutto questo ciò che fa delle settimane di pratica un momento insostituibile dei mesi estivi di chi scrive e, spero, di tutti coloro che vi partecipano.

Un saluto a voi tutti
Vostro
Franco Barbanera

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   5-6 settembre - Alpe VEGLIA


La prima parte del '92 è stata caratterizzata dal maltempo, ma questa gita non è fallita per le cattive condizioni meteorologiche (anzi, i due giorni programmati sono stati belli come non mai sulle Alpi): semplicemente perché è mancato il numero di persone per poterla fare. Sennò, che "gita sociale" sarebbe? Anche se qualcuno si è fatto vivo il venerdì sera, ma ormai era tardi: i rifugi, o, nella fattispecie, gli alberghi, bisogna anche prenotarli e confermarli per tempo.
Le ragioni di questa defezione in massa possono essere intuibili, ma allora, a che serve stampare il "CALENDARIO GITE" per i soci dieci mesi prima? A che serve andare sul posto un mese e mezzo prima, prendere accordi con i gestori dei rifugi per poter soggiornare (poiché ciò era previsto a programma)?
Rimane una speranza: che non si abbiano più a ripetere simili fatti spiacevoli.
Ettore Briccarello

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SERATE IN SEDE


   Giovedì 21 maggio


La serata proposta da Luca Mercalli è stata caratterizzata da un elevato contenuto tecnico informativo, caratteristica non comune alle nostre proiezioni del giovedì. L'argomento, prevalentemente scientifico, riguardava i ghiacciai delle Alpi, una realtà propria dei nostri monti, quasi data per scontata e certamente poco conosciuta dal punto di vista tecnico.
Come in tutte le iniziative a scopo didattico l'aspetto estetico della documentazione presentata non era il punto focale della serata e per questo era necessaria quell'attenzione particolare per apprezzare veramente il significato delle foto. Comunque l'alto livello di preparazione dell'autore che è membro del Comitato Glaciologico Italiano, ha permesso a tutti di ammirare gli aspetti meno evidenti dei ghiacciai, cogliendo senz'altro l'obiettivo di dare risposte alle domande sul perché esistono i ghiacciai, su come si muovono, sul perché regrediscono, sull'azione che esercitano sulle rocce e su altre diverse questioni.
Molta attenzione è stata data all'aspetto più evidente dei ghiacciai, e cioè al prolungarsi della fase di regresso, in atto ormai da diversi decenni. Le foto comparative di alcuni ghiacciai del Monte Rosa, scattate in epoche diverse, hanno efficacemente dimostrato l'entità di questa fase di ritiro. Sulle cause del fenomeno in atto è stata data una spiegazione meteorologica più che valida, evitando di cadere nelle confuse polemiche ecologiche di dubbia validità.
La competenza tecnica dimostrata dall'autore sull'argomento specifico e su altri argomenti collegati può sicuramente essere un ottimo motivo per un nuovo invito nella nostra sede per un'altra serata interessante, istruttiva e senz'altro originale come quella che ci ha offerto,
All'autore ed ai suoi collaboratori il più sincero ringraziamento da parte di tutta la Giovane Montagna.
Alberto Guerci

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   Giovedì 18 giugno


Il nostro amico Franco Ghiglione ci ha accompagnati in terre lontane, visitando luoghi esotici, ammirando palazzi e monumenti a noi sconosciuti: ci ha condotti in Thailandia, con le meravigliose diapositive sue e dei coniugi Pari.
Siamo stati rapiti dalla bellezza dei luoghi ed incantati dalle ricchezze che abbiamo visto.
Un vivo plauso per la bella serata e per i nuovi scorci che abbiamo potuto gustare.
Ettore Briccarello

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VITA SEZIONALE


   VITA SEZIONALE


Come tutti gli anni, siamo alla ricerca di un insieme di gite, di tutti i generi, da proporre ai soci nel consueto calendario gite.
Coloro che hanno delle buone idee, che nella loro attività individuale hanno effettuato delle gite interessanti e magari poco conosciute, vengano in sede con le loro proposte. Infatti uno degli scopi della nostra associazione è anche quello di fare partecipi gli altri delle nostre scoperte.

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   SPOSI


Domenica 20 settembre Ugo Gaino si è sposato con Barbara Del Monte: a loro i più fervidi auguri di una lunga e felice vita insieme.
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   LUTTI


E' mancata la Mamma del socio Fiorenzo Adami: a lui e famiglia le più sentite condoglianze di tutti gli amici della Sezione.

Pochi giorni fa si è spenta la socia Teresa Bongiovanni. Ai famigliari le condoglianze della Sezione.

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