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Notiziario Sezione di Torino Settembre 1990



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VITA SEZIONALE


   TRASLAZIONE DELLE RELIQUIE DEL BEATO PIERGIORGIO FRASSATI NEL DUOMO DI TORINO


Domenica 16 settembre, come avrete certo saputo, le reliquie del Beato Piergiorgio Frassati sono state traslate in Duomo a Torino.
Durante l'estate la bara contenente il corpo del Beato era stata esposta al Santuario d'Oropa e poi, con sosta a Vercelli e a Settimo, giunta sabato sera nella chiesa di San Gioacchino a Torino.
Domenica è stata portata al Cottolengo, ai piedi del padiglione fatto costruire dal papà, senatore Alfredo Frassati, in memoria di Piergiorgio. Qui c'è stato un toccante incontro di preghiera in compagnia degli ospiti della Piccola Casa, tanto cari a Piergiorgio; poi di qui è iniziata la processione per le vie della città.
E` stata una giornata importantissima e indimenticabile per la nostra città e anche per la nostra Associazione: il feretro con il corpo del Beato era preceduto dall'Arcivescovo di Torino mons. Giovanni Saldarini, mentre due giovani portavano su un cuscino la pic-cozza di Piergiorgio, un domenicano il Santo Rosario e un rappresentante della nostra Sezione teneva alto il nostro gagliardetto (abilmente realizzato nuovo da Rosangela), che, solo tra tutti quelli delle varie associazioni cattoliche, ha avuto tale onore.
Migliaia di giovani, molti malati sulle carrozzelle, centinaia di persone comuni facevano ala al corteo e si accodavano ad esso in preghiera e raccoglimento.
Poi, in Duomo, la Santa Messa ha concluso la giornata più importante, tra tutte le celebrazioni per la Beatificazione , veramente toccante e ricca di profondo e spirituale significato.
Eravamo già stati a Roma per la Beatificazione, ma quello che abbiamo provato a Torino il 16 settembre è stato veramente indimenticabile!
L'unico rammarico è che non ci fosse nessuno della presidenza Centrale a rappresentare ufficialmente la Giovane Montagna: dopo tante parole inutili si è persa un'occasione per dimostrare con i fatti il nostro Credo.
Ora il Beato Piergiorgio Frassati è nel terzo altare a sinistra del Duomo di Torino, e ciascuno di noi potrà andare a pregarlo.
Pierluigi Ravelli

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   18-20 maggio Pellegrinaggio a Roma


Mi è stato chiesto di fare la relazione delle giornate trascorse a Roma in occasione della Beatificazione di PierGiorgio Frassati. Per me è un piacere ritornare ai commoventi momenti vissuti in Piazza San Pietro.
Hanno senz'altro ragione coloro che mi hanno detto che la funzione era meglio vista in T.V. Certamente, pur essendo in un punto centrale (davanti all'obelisco, contro le transenne del passaggio centrale - questo per chi non è riuscito a vederci alla televisione!), avevamo davanti tutti i pellegrinaggi diocesani e un migliaio di giovani delle scuole cattoliche in piedi, che ci hanno impedito di vedere molti particolari, ma la suggestione e l'atmosfera della piazza, l'applauso della gente quando, sulla facciata di San Pietro, è stato scoperto il quadro di PierGiorgio, ritratto sulle montagne, ci ha accomunato a quelli che, un momento prima, invitavamo a scendere dalle sedie!
I canti in latino della S. Messa venivano così seguiti dai "Montagnini", che pareva l'intera piazza rispondesse alla Cantoria Vaticana. Il libretto, consegnato a tutti i pellegrini, ci ha permesso di seguire tutta la cerimonia, parola per parola. Sicuramente, sarà cosa comune per ogni Beatificazione, ma per me è stato come se avessero fatto tutto apposta per PierGiorgio.
Siamo giunti in Piazza verso le 8:30. Alle 9, erano ancora poche le persone presenti, ma alle 12:30, finito l'Angelus col Santo Padre, le strade adiacenti a San Pietro erano in pieno caos. Nei giorni precedenti la nostra impressione era già di una circolazione disastrosa, ma per una buona mezz'ora c'è stato il blocco totale. Anche la nostra "guida" era stravolta e la flemma del primo incontro era completamente sparita.
Vediamo adesso come sono trascorse le giornate precedenti. Il viaggio è andato bene, solo con un po' di ritardo nel tratto Grosseto-Roma. Si è giunti, però, riposati. Prima sorpresa: i 15 minuti di tempo da San Pietro all'albergo erano un po' "tirati". Invece di ammirare un po' di Roma, abbiamo visto soprattutto auto, la maggior parte sinistrate, e motorini con piloti alla kamikaze ... tanto che siamo arrivati all'albergo verso le 9. Comunque, ci siamo subito inoltrati nella mischia dei turisti. Giornata libera fino alle 20. Pertanto noi di Torino, pur essendo pochi, ci dividiamo secondo i propri gusti, i propri interessi ed alla sera ci scambiamo le relative impressioni, gli itinerari fatti (San Pietro ci ha attirati tutti, chi ad un'ora, chi ad un'altra), i tempi di rientro all'albergo, dove, intanto, stanno arrivando le comitive della altre Sezioni...
Nell'atrio, c'è il programma per il sabato. Questa volta tutti insieme: tre pullman di "Montagnini" alla scoperta di Roma. Arriviamo veramente in 15 minuti alle mura vaticane; proseguiamo nella zona di Trastevere e, oltrepassato il Tevere a Porta Portese, ammiriamo, ora a destra ora a sinistra, ruderi romani e giungiamo alle Catacombe di Santa Domitilla. Sempre interessante la visita, ma la S. Messa, concelebrata da Padre Onorato e da altri due sacerdoti e terminata con la preghiera della Giovane Montagna e dal canto "Signore delle Cime", è stato il momento più toccante, un incontro spirituale con tutti i soci odierni e coloro che ci hanno preceduti.
Altra sosta a San Paolo fuori le mura, dove una sposa e relativo corteo si perde nella grandiosità dell'edificio. Ed eccoci sull'Appia Antica con un altro po' di ricordi della Roma imperiale, con ruderi sparsi qua e là. La nostra guida è una signora non giovanissima, colta, e tra storia, aneddoti, battute ha reso brevissime le ore passate in pullman. Il tempo si guasta giusto al nostro arrivo sui Colli Romani e inizia a piovere quando giungiamo al ristorante tipico di Grottaferrata "La Squarciarelli", dove facciamo onore alle portate, qui abbondanti.
Nel pomeriggio, rientriamo in Roma. Ammiriamo dal pullman i Fori, Piazza Venezia, San Pietro in Vincoli, la Scala Santa, mentre il Campidoglio ci accoglie con il sole. Santa Maria Maggiore "attira" alcuni di noi, coi pellegrini diocesani del Piemonte, per la S. Messa di Mons. Saldarini ai giovani. Un'atmosfera raccolta nonostante la moltitudine di gente, tra pellegrini e turisti; toccante l'omelia, ma poi bisogna ritornare all'albergo con mezzi pubblici e privati (le gambe ... siamo o non siamo montanari!?!)
Dopo cena, si svolge una riunione informale della Giovane Montagna, visto la rappresentanza di quasi tutte le Sezioni. La serata termina con suoni, canti e lamentele alle Poste Italiane per la Rivista, spedita nella metà di aprile e da nessuno ricevuta se non all'estero ...
Arriviamo, così, alla domenica, di cui ho già parlato. I momenti di mugugno sono diventati motivo di sorriso e barzelletta. Abbiamo passato tre giorni diversi.
E, rientrando al paese, sono stata lieta di poter dire a qualcuno che s'interessava della mia assenza: "Ero a Roma, per la Beatificazione di PierGiorgio Frassati ... uno dei nostri soci dal quale dobbiamo prendere esempio!".
Maria A.

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ATTIVITÀ PREVISTA


   13-14 ottobre - Monte Procinto (1177 m) - Monte Matanna (1317 m)


Due mete per la stessa uscita sociale, la prima per gli alpinisti e la seconda per gli escursionisti. Il torrione del Procinto è una delle strutture rocciose più impressionanti e curiose delle Apuane; sulle sue pareti una trentina di vie permettono ai rocciatori di cimentarvisi. Il monte Matanna è la cima più elevata delle Apuane meridionali ma, ahimè!, una sola via conduce l'escursionista in vetta.
PROGRAMMA:
Sabato 13:Nella mattinata partenza in pullman per la Versilia e le Apuane. Sosta per il pranzo al sacco sul lungomare a Marina di PietraSanta. Si riprende il viaggio per Stazzema (prov. Lucca) da dove si procederà a piedi per il rifugio Forte dei Marmi (865 m); circa 1 ora dal pullman
Cena, pernottamento, colazione. (costo soci CAI: 30.000Lit)
Domenica 14: Incontro con i soci della G.M. di Genova ed inizio della gita alpinistico/escursionistica.
Rientro a Torino previsto per le 21:30 circa.
Partenza: ore 9:15 p. Pitagora (c. Cosenza / c. Orbassano)
ore 9:30 p. Rivoli (c. Francia ang. c. Lecce)
Mezzo di trasporto: pullman (32 posti)
Direttori di gita: BOLLA MariaTeresa tel. 3472307 ZENZOCCHI Cesare tel. 3497962

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   21 OTTOBRE - MONTE TOVO (1386m)


Su invito del CAI di Borgosesia la Giovane Montagna partecipa quest'anno alla "Funzione dei Ceri" al Monte Tovo.
La cerimonia, che si svolge in prossimità della giornata della commemorazione dei defunti, vede ogni anno la presenza di una diversa associazione alpinistica riunita nel ricordo di chi è caduto in montagna, con la distribuzione di un piccolo cero da portare sulla tomba dei nostri amici.
Ricorderemo chi, tra i i nostri soci, ha chiuso la sua giornata terrena sui Monti: la tragica catena inizia nel 1923 con Nino Loretz allo Chateau des Dames, poi nel 1933 Vittorio Sigismondi sulla Cima Grande di Lavaredo, nel 1936 Gino Carpano alla Bessanese, nel 1952 Gian Paolo Fenoglio alla Sud dell'Aiguille Noire, nel 1971 Gino Rainetto alla Croix de Chaligne, nel 1988 Roberto Calosso sul ghiacciaio del Freney e, sempre nello stesso anno, Stefano Veronese in palestra a Borgone.
La Santa Messa, sul piccolo altare costruito con le rocce di tutti i monti d'Italia, sarà celebrata da padre Onorato alle 11:00.
La partenza avverrà in pullman da Torino alle ore 07:00 nel solito posto di piazza Rivoli, per Foresto di Borgosesia (arrivo previsto alle ore 09:00): di qui un comodo sentiero sale, attraverso boschi di castagno e di faggio, al rifugio Gilodi ove si prevede di arrivare verso le 10:30.
Come già detto, la S. Messa sarà celebrata alle 11:00.
Poi pranzo al sacco, mentre chi vuole potrà poi salire in vetta al monte Tovo (30min). Ritorno a piedi a Foresto ove alle ore 16:00 avremo occasione di gustare una buona merenda 'sinoira'.
Ritorno con pullman a Torino.
Per chi non può camminare, la direzione di gita organizza un trasporto in auto da Foresto fino al rifugio Gilodi: c'è una strada che, in parte asfaltata, consente di raggiungere agevolmente l'altare di roccia. La gita è quindi aperta a tutti.
Ritrovo e partenza: ore 07:00 da p. Rivoli
Mezzo di trasporto: pullman
Direttori di gita: BOSA Anna tel. 3859429 ZENZOCCHI Cesare tel. 3497962

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   4 novembre - Vallone degli Invincibili (1513 m)


La gita escursionistica per il Vallone degli Invincibili, così chiamato per le vicende storiche della lotta per la sopravvivenza del popolo Valdese, e più recentemente dalla lotta partigiana che in questa valle trovò rifugi di difficile accesso, inizia dalla strada che da Bobbio Pellice sale a Besse. Lasciata l'auto a metà strada si va verso la valle percorsa dal torrente Subiasco. Si sale per dirupi impervi percorrendo una mulattiera che è una vera e propria opera d'arte di architettura montana. La valle è riparata dai venti e la gita si può effettuare benissimo a novembre se non nevica ancora.
Dislivello: 600 m
Tempo: 2h30min di salita
Ritrovo: 07:30 c. Stati Uniti /c. Re Umberto 07:45 p. Pitagora
Direttore di Gita: Augusto Mochino tel. 381912

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   16-17-18 novembre - Assemblea dei Delegati a VENEZIA


Quest'anno la consueta assemblea dei delegati si svolgerà a Venezia con il seguente programma:
Sabato 17:
ore 15:30- incontro dei partecipanti presso l'Istituto dei Padri Canossiani a S.Giobbe, Cannaregio 620, Ponte dei Tre Archi, tel. 715881 ed inizio dei lavori dell'assemblea
ore 19:00- Santa Messa celebrata da sua Em.za il Cardinale Patriarca di Venezia Marco Cè, accompagnata dal Coro polifonico S.Pio X di Treviso
ore 20 circa- Cena sociale nella sala del Sacro Cuore presso il medesimo Istituto dei Padri Canossiani
ore 21:15- ripresa dei lavori dell'assemblea che si concluderanno intorno alle 22:45 circa
Domenica 18:
ore 7:00- sveglia
ore 7:30- colazione
ore 8:00- gita turistica in battello riservato con guida, lungo il seguente itinerario: percorso dell'intero Canal Grande dalla Stazione a S.Marco; visita del complesso monumentale di S.Giorgio Maggiore, sede della fondazione Giorgio Cini che ospita congressi ed incontri politici a livello internazionale; ritorno alla stazione circumnavigando la città a nord
ore 13:00- pranzo sociale a base di pesce presso l'Hotel Amadeus in Lista di Spagna - tel. (041)715300
ore 15:00- commiato e scioglimento dell'incontro
Il pernottamento con prima colazione è previsto presso i seguenti recapiti:
Casa Caburlotto, S.Croce 316, tel. (041)5225930
Hotel Dolomiti, Cannaregio 72-73 Calle Priuli, tel.(041)715113/716635
Per chi volesse pernottare in sacco a pelo sarà a disposizione la palestra riscaldata con servizi dell'Istituto Canossiani.

Quote di partecipazione
a) Cena, pernottamento, prima colazione, gita turistica con guida e pranzo sociale: 95.000Lit
b) Cena, gita turistica e pranzo sociale (senza pernottamento): 60.000Lit
c) Cena, pernottamento in sacco a pelo, gita turistica e pranzo sociale: 70.000Lit
d) Cena: 18.000Lit
e) Pranzo sociale e gita turistica: 40.000Lit

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai seguenti recapiti:
- Sede sociale di Venezia, martedì ore 18:30-20 e venerdì ore 17:30-18:30; tel. (041)5229235 (segreteria telefonica a partire da novembre)
- Presidente Titta Piasentini: tel. (041)5263033 (ore pasti)
- Vicepresidente Marco Ciriello: tel. (041)5233353

Le prenotazioni, a titolo indicativo, dovranno pervenire alla sede di Venezia entro il 15 ottobre p.v. e, a titolo definitivo, entro il 31 ottobre p.v., accompagnate da una caparra di 20.000Lit a persona.
In seguito alle segnalazioni delle varie sedi, il giorno 17 novembre funzionerà un servizio di accoglienza presso la Stazione ferroviaria e il terminal automobilistico di Piazzale Roma.

Per chi volesse prolungare o anticipare il proprio soggiorno a Venezia, la Casa Caburlotto offre il pernottamento con prima colazione a 25.000Lit a persona e i pasti a 20.000Lit ciascuno.
A questo proposito invitiamo i soci interessati ad anticipare l'arrivo a Venezia al 16 novembre, come indicato sul calendario gite, a comunicarlo tempestivamente in sede, per permettere l'organizzazione del soggiorno e del viaggio. Grazie.

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   25 novembre - Santa Messa al Monte dei Cappuccini


Come ogni anno ci ritroviamo domenica 25 novembre al Monte dei Cappuccini per la commemorazione dei Defunti.
La Santa Messa è per le ore 09:45; al termine premiazione dei soci fedeli da 20 e più anni e rinfresco:

SOCI CON NOI DA 20 ANNI
CERRO Carlo MERLO Lucia
D'ADDA Camillo ROSSO PAULETTO Rosella
DE PAOLI PIRLONE Attilia SENSI Claudio
FORNERIS PENCO Maria Rosa VALENTINO USSELLO Carla
GIORDANO Mariangela VIANO FALETTI Anna
ISACCO Michele

SOCI CON NOI DA 50 ANNI
CERRATO Oreste

Ci ricorderemo inoltre di:
BENNA Paolo Socio da 60 anni
MUSSO Angelo Socio da 70 anni
NAVONE Innocenzo Socio da 70 anni
RAPPELLI Teresa Socia da 70 anni

PRANZO SOCIALE

Dopo la cerimonia, per chi lo desidera, si terrà il pranzo sociale da Maddalena a Vinovo, con un ottimo e squisito menù piemontese: si raccomanda di prenotare in tempo in sede.

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   2 dicembre - traversata Graglia - Oropa (1180 m)


Gita escursionistica dal Santuario di Graglia (822 m) al Santuario di Oropa (1180 m). Il percorso è per il primo tratto una mulattiera che in 200 m di dislivello porta a S.Carlo (1028 m), cappella con vista panoramica sul Biellese.
Di qui si snoda una strada sterrata (l'ultimo tratto è asfaltato) lunga 14ÿkm che mantenendosi sempre tra i 1000 e 1 1100 m porta a Oropa toccando cascinali. Vi sarà una tappa a Sordevolo, un antico monastero.
Località di partenza: Santuario di Graglia - 822 m
Dislivello: 200 m + altri 200 per dislivelli vari
Tempo di percorrenza: 4:30 - 5 ore
Ritrovo di partenza: C. Stati Uniti, ore 7:30
Mezzo di trasporto: pullman
Direttore di gita: BOSA Sergio tel. 306552

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 25 ottobre - L'Africa di Marco


Marco Barbi ci presenterà le immagini migliori realizzate durante la sua biennale esperienza africana. Un'occasione per conoscere una realtà molto diversa dalla nostra.
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   Giovedì 29 novembre - I Monti della Russia


Ancora un appuntamento "diverso" dal solito; oserei dire irripetibile, e quindi da non perdere: le immagini di un alpinismo esplorativo che sulle nostre montagne non è più possibile realizzare. Un amico di nazionalità russa ci mostrerà le proprie spedizioni nell'immenso territorio sovietico, spingendosi fino nella lontana Siberia, dove la cartografia, se non inesistente, è molto sommaria. Una vera e propria Avventura.
P.S. E' prevista la traduzione simultanea in italiano.

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VITA SEZIONALE


   RECORD DEL CERVINO! - VALERIO BERTOGLIO: 9 AGOSTO 1990


Con partenza da Breuil-Cervinia, il nostro socio è salito in vetta al Cervino e ritorno a Cervinia stessa impiegando 4ore e 16minuti.
A questa eccezionale impresa sportiva è stato dato ampio risalto sulla stampa nazionale e alla televisione.
A lui i nostri complimenti per l'eccezionale impresa!

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   UN'OPERA BUFFA


A suo tempo proponemmo di raccogliere diapositive curiose, buffe, spiritose, ridicole, ecc. realizzate preferibilmente durante l'attività sociale, per montare una proiezione ad hoc e fare una serata all'insegna della ... risata. Al momento sono pochi ad avere risposto all'iniziativa ed il materiale raccolto non permette di preparare una proiezione "seria". Cercate quindi di scovare nei vostri archivi polverosi e ammuffiti le diapositive che rispondono alle caratteristiche illustrate e fatele pervenire a Giorgio Rocco; su ogni diapositiva deve essere indicato il corretto verso di proiezione ed il proprio nome, per evitare il rischio che vadano perse.
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ATTIVITÀ SVOLTA


   13 maggio Bec di Nona 2085m


Si parte da Trovinasse con un tempo incerto, però si spera sempre in una schiarita.
Nella prima parte si segue il sentiero del GTA attraverso frazioni e prati in fiore; al posto-tappa di Naletto prendiamo il sentiero che si inerpica lungo il torrente e ci porta a toccare tutti gli alpeggi, e dall'ultimo un lungo traverso ci porta in cresta lungo la quale raggiungiamo la cima.
Piccole schiarite ci permettono di vedere in basso la valle d'Aosta e di Gressoney.
Ognuno cerca un riparo dall'aria un po` fresca per consumare il pasto. La sosta è breve e per il sentiero di salita si scende alle macchine dove lasciamo i nostri carichi, per andare ancora a vedere il Santuario di Trovinasse.
Una breve sosta per i saluti di commiato e si riparte per Torino.
Sergio Bosa

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   19-20 maggio - TRUC BLANC


La prevista gita del 19-20 maggio al Truc Blanc è stata annullata: dopo molte incertezze che avevano ridotto i partecipanti ai soli direttori di gita il maltempo ha fornito un valido alibi per la cancellazione di questa uscita.
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   2-3 giugno - Grande Rousse


Le previsioni del tempo per il primo week-end di giugno non erano tali da indurre a tentare a tutti i costi, come da programma, il Bishorn. Inoltre il numero dei partecipanti, cinque in tutto, lasciava ampia possibilità di scegliere una meta alternativa. Così tutti d'accordo abbiamo deciso di scegliere il bivacco Ravelli come punto d'appoggio dal quale, tempo permettendo, proseguire fino alla Punta di Rabuigne o a qualche altra meta.
Puntuali nella tabella di marcia programmata iniziamo la salita, zaini e sci in spalla, alle ore 10:30 e puntuale la pioggia annunciata iniziava a cadere alle 10:35. Non mi ricordavo un appuntamento così preciso col maltempo come quello. Piuttosto zuppi e delusi dopo un'ora e mezza di marcia sotto una pioggia fitta e fastidiosa raggiungevamo le baite di Mont Forciaz e lì facevamo sosta in attesa di un miglioramento. I piovaschi si alternavano a schiarite mentre ci rifocillavamo al riparo nella baita. Dopo tre ore di sosta forzata la decisione di proseguire sci ai piedi per il Ravelli, nonostante il tempo ancora incerto, ci permetteva di riscaldare i muscoli intirizziti. Alle sei di sera eravamo al bivacco. Più tardi giungevano a tenerci compagnia due ragazzi della Valsesia con l'intenzione di fare la Grande Rousse.
Il giorno dopo il tempo bello ci faceva nuovamente cambiare meta: saremmo andati anche noi alla Grande Rousse. Il pendio glaciale che porta al colletto, piuttosto ripido, specialmente se fatto sci ai piedi, presentava neve compatta salvo tratti ventati, piuttosto duri. Lasciati gli sci al colletto dopo circa tre ore di salita non restava che affrontare la cresta che conduce alla vetta nord. Ramponi ai piedi iniziamo a salire. Purtroppo l'ultimo tratto prima della punta presentava il passaggio chiave, in estate solitamente di facili roccette, completamente ricoperto di neve. La stanchezza, il fatto che alcuni erano già stati in vetta, l'affollamento, la necessità di fare sicurezza con la corda ci facevano optare per il rientro. Ritornati al colletto ci siamo lanciati su uno dei più bei pendii che si possano fare in sci. Il termine "lanciati" è un po' canzonatorio, comunque è pur sempre un pendio che invoglia ad uno sci d'azione e che con neve più abbondante può permettere virtuosismi eccelsi che solo l'elevata pendenza consente. Giunti al bivacco ci siamo riposati a lungo, approfittandone per riordinare coperte e suppellettili. L'ultimo tratto in sci dal bivacco alle baite di Monte Forciaz ci ha riservato nel finale la neve più assurda che si possa immaginare: superficie "cotta" dal sole e trasformata in cuspidi. Gli sci non erano praticamente più controllabili perchè restando a contatto con la neve solo sulle punte delle cuspidi non facevano più presa quasi come se galleggiassero in aria; risultato: cadute a volontà.
Nel complesso "l'uscita" sociale è riuscita bene lasciandoci un giorno di bel tempo sui due a disposizione e permettendoci di riassettare il bivacco Ravelli, cosa che unita al dilettevole della gita ne può rappresentare l'utile.
Alberto Guerci

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   10 giugno Visita a Parma


Ci siamo trovati alle ore 6 di una bella mattina di giugno: il tempo prometteva bene e, in effetti, si sarebbe mantenuto buono fino all'ora del ritorno. Raccolti qua e là tutti i partecipanti (46), il viaggio è iniziato.
Arrivati a Parma, abbiamo dovuto affrettarci per poter visitare entro le 14 la Camera del Correggio, il Teatro Farnese, la Galleria Nazionale nel Palazzo della Pillotta e la storica Farmacia di S. Giovanni Evangelista.
Queste visite, veramente molto interessanti, ci hanno permesso di constatare la rilevanza del patrimonio storico-artistico di questa città, dovuto in gran parte all'epoca del Ducato dei Farnese.
Dopo una mattinata così intensa, il momento del pranzo: al bar, in pizzeria, al ristorante o .... seduti dove capita.
Al pomeriggio ognuno ha potuto privilegiare la visita al monumento o ai monumenti preferiti oppure intraprendere un "giro panoramico" delle principali "bellezze" della città.
Vale però la pena di ricordare, oltre al Duomo e al Battistero, due mostre che rappresentano occasioni uniche per i visitatori di Parma: l'esposizione delle sculture di Benedetto Antelami e l'accesso, su ponteggi, agli affreschi del Correggio nella cupola di S. Giovanni Evangelista. E` raro infatti che si possa vedere così da vicino opere normalmente ammirate dal basso. La visita è stata interessante, grazie anche alle spiegazioni sui restauri effettuati, offerte da una guida.
Anche le statue esposte alla mostra dell'Antelami, in condizioni normali non si possono vedere così riunite perchè conservate in musei diversi o addirittura in nicchie inaccessibili del Battistero. Ci siamo ritrovati alle 17 e, proprio mentre il cielo minacciava pioggia, siamo partiti alla volta di Torino.
Laura Valle

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   1 luglio 1990 - Col de Chavière


Chi scrive queste note è socia della G.M., non però di Torino, bensì di Venezia. Dunque, trovandomi, al di là della mia volontà, comandata a Torino come commissaria agli esami di maturità, ho pensato bene di fare di necessità virtù e di godermi le varie opportunità - molte, a adire il vero - offerte dalla città, fra cui ovviamente le iniziative della G.M.
Dunque, domenica 1 luglio, sveglia alle cinque: le cose sembrano cominciare male perchè sta piovendo a dirotto; per fortuna è un fenomeno passeggero e, quando poco dopo esco dall'albergo, il cielo si apre da tutte le parti e c'è una bella temperatura fresca. Il viaggio in pullman si svolge felicemente fino al traforo del Frejus; lungo il percorso mi viene indicato il Rocciamelone di cui ho tanto sentito parlare (quando riuscirò a salirci in cima?) e ho modo di ammirare il bel borgo di Exilles con gli antichi tetti di ardesia e l'im-ponente fortezza.
Oltrepassato il traforo, di nuovo le cose sembrano mettersi molto male: in Francia infatti c'è una gran nebbia che ci accompagna implacabile fino al rifugio dell'Orgère (1900 m) dove il pullman si ferma; e sempre nella nebbia cominciamo la nostra passeggiata. Ma anche questa volta tutto cambia rapidamente: il sole fa capolino a intermittenza e infine celebra la sua vittoria dissipando completamente le nebbia, permettendomi così di vedere e quindi di poter descrivere il bel percorso che, in tre ore di comoda passeggiata, su-perando un dislivello di 900 m, ci ha portati al Col de Chavière (2800 m).
Il sentiero risale un ampio vallone per giungere a un sereno pianoro tra una grandiosa cascata e un piccolo lago, dove confluisce dal lago un altro vallone sulla sinistra; indi prosegue nel vallone divenuto ancora più ampio e ancora abbastanza innevato; dove non c'è la neve, nei prati, viole e genzianelle; ai due lati montagne le cui rocce variano al grigio ardesia al rossastro. Quando infine arriviamo al Col de Chavière e ci affacciamo dall'altra parte, la visione è mirabile: un amplissimo bacino, completamente ricoperto di candida neve, sta sotto di noi, e in mezzo, incastonato, un laghetto glaciale di indescrivibile azzurro. Da una parte e dall'altra, un giro di alte montagne e di ghiacciai; mi viene indicato, verso sud, in lontananza, il Monviso. Rispetto alle mie dolomiti, qui le linee delle montagne sono meno fantasiose, ma più vaste, più calme, meno incombenti.
Di 27 che eravamo, in 25 siamo arrivati al colle, e tra questi, con un distacco minimo rispetto ai più giovani, la nostra decana, la signora Caterina, che porta con una leggerezza più unica che rara le sue numerose primavere (non riferirò per discrezione il numero esatto che mi è stato rivelato). Dopo una lunga sosta, quale la bellezza del luogo meritava, siamo ritornati per il medesimo percorso. Alle 17 siamo ripartiti dal rifugio.
Lungo la Val di Susa, ci siamo trovati intrappolati nelle immancabili code, ma le vivaci chiacchiere in piemontese della signora Anita e la competenza dell'autista che ha saputo scovare percorsi alternativi hanno ridotto il disagio al minimo.
Ed eccoci, intorno alle 20:30, dopo aver respirato per tante ore l'aria pura dei fiori alpestri e delle nevi, eccoci di nuovo a respirare l'aria, in verità piuttosto inquinata, di Torino.
Maria Fazzini

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   7-8 luglio - Dome e Becca di Cian


Secondo quanto programmato il giovedì precedente in Sede ci troviamo tutti puntuali sabato mattino alle ore 10 all'appuntamento in corso Vercelli ang. via Ivrea. Mancano Giorgio e Silvana che ci raggiungeranno a Torgnon provenienti dal Chapy. Giunti all'alpe Chatelard (1891 m) poco oltre la frazione di Septumian, prepariamo gli zaini (nel frattempo arrivano Giorgio e Silvana) e partiamo per il bivacco del Lago Cian al quale arriviamo, dopo 3 ore di marcia, alle 15:15, con la speranza che al bivacco (9 posti) non ci sia molta gente. Speranza delusa: sono già in cinque e noi in otto. Ci rifocilliamo, poi mancando alcune ore al calar della sera, Giorgio è propenso ad ispezionare il percorso che dovremo affrontare l'indomani e se ne va tranquillamente fino al Col de Fort, mentre Cesare e Enzo si fermano circa 150 m sotto il colle. Intanto gli arrivi di alpinisti al bivacco proseguono sino alle ore 22. Quando ormai cominciavamo a chiudere gli occhi arriva l'ultima coppia con sbattere violento della porta e risata generale. Siamo al gran completo: per terra e sulle cuccette 19 persone.
All'alba, ore 5:30, Giorgio "scanuccia" dalla porta per constatare le condizioni atmosferiche: piove. Alle 6:30 smette, quindi sveglia generale. Facciamo un "summit" dal quale emerge il seguente itinerario condizionato dal tempo instabile: Col de Fort (2906 m), attraversata dei nevai a valle del piccolo ghiacciaio La Roisetta, canale per il Colle di Cian (3150 m), via normale al Dome de Cian (3351 m) e attraversata delle sue cime, rientro al bivacco per nevai sotto il colle Chavacour in direzione Sud-Est.
Tutto si svolge secondo questo programma, con la lieta sorpresa - si fa per dire! (ndr) - dell'incontro in cima la Dome de Cian con il ns. vicepresidente Roberto Rosso, il quale scenderà con noi sino alle macchine. Arrivati al bivacco facciamo una tappa distensiva prima di continuare nella lunga discesa; infine ci fermiamo ancora a Torgnon per dissetarci con birra e gazzosa.
Enzo Ferraro

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   22-29 luglio - SETTIMANA ALPINISTICA SEZIONALE


Difficile stilare un resoconto di questa intensa settimana, soprattutto cercando di soddisfare esigenze molto diverse: da chi vorrebbe saperne di più sulle salite effettuate ed attende una dettagliata relazione tecnica, a chi forse si chiede perchè propagandare come "sociale" un'attività rivolta a poche persone, agli stessi partecipanti che certo si sono posti molti interrogativi prima e dopo questo esperimento.
Ma andiamo con ordine: dapprima l'elenco delle salite fatte con le cordate partecipanti di volta in volta. Sono stato molto incerto se indicare i partecipanti: non volevo infatti correre il rischio di vederci trasformati una seconda volta - la prima è stata a Chapy dopo ogni gita - in tanti eroi da elogiare al ritorno dalle loro grandi imprese, dando origine a manifestazioni abbastanza fuori luogo ed al limite anche fastidiose. Le gite effettuate non sono niente di eccezionale; piuttosto sono stati il nostro allenamento e la nostra preparazione a fare cilecca e a procurarci qualche problema e qualche defezione con il trascorrere dei giorni.

D 22.07 ritrovo a Chapy; salita al rifugio Dalmazzi (2584 m) 2h
L 23.07 Cresta SE (Preuss) all'Aiguille Savoie (3604 m)
circa 9h di salita e 5h di discesa
Cordate:G.C. Grassi, M. Barbi, M. Gaino
G. Rocco, G. Costa, S. Ponsero
m 24.07 Palestra di roccia al Becco dell'Aquila
Cordata:G.C. Grassi, M. Gaino
M 25.07 salita al rifugio Q. Sella (3396 m) 5h30
G 26.07 Eperon de la Tournette (via du Rocher) al M.Bianco
(4807 m) 9h30 di salita; discesa per la via normale
italiana in 5h30
Cordate: G.C. Grassi, G. Costa, M. Gaino
G. Rocco, M. Barbi
V 27.07 salita in funivia al rifugio Torino (3375 m)
S 28.08 via Contamine-Mazeaud sul triangolo N e cresta N al M.
Blanc du Tacul (4248 m) circa 6h di salita e 2h30
per scendere all'Aig. du Midi; di qui in funivia
Cordata: G.C. Grassi, M. Gaino, G. Rocco

Il tempo è stato complessivamente abbastanza buono e non ci ha mai creato difficoltà: soltanto un po' di preoccupazione durante la salita al Monte Bianco. Le salite effettuate sono state di piena e completa soddisfazione per tutti, ad un livello di impegno tutto sommato ben centrato in rapporto alla nostra preparazione in quel momento. Di questo dobbiamo ringraziare l'elevata professionalità di Gian Carlo Grassi che, pur non conoscendoci, ha saputo calibrare dopo pochi colloqui preparatori la scelta delle salite.
Pur non essendo mai stato molto favorevole personalmente all'utilizzo della guida per riuscire ad effettuare salite altrimenti precluse perchè al di sopra delle proprie possibilità tecniche, ritengo ora che questa esperienza più che positiva possa ben essere ripetuta. E qui vengo al secondo punto: è ancora "sociale" questo tipo di attività? Io penso che un'associazione che si definisce alpinistica possa - debba? - offrire ai propri soci più preparati l'occasione di effettuare qualche salita un po' superiore in difficoltà e impegno a quelli normalmente affrontati nella normale attività sociale. Aggiungiamo poi che Gian Carlo riesce ad inserirsi perfettamente nel gruppo e diventa più un compagno di cordata che una "guida".
Qualche riflessione infine relativa a noi partecipanti: abbiamo peccato di eccessiva presunzione ed abbiamo sottovalutato - forse l'avevamo dimenticato, andando sempre meno in montagna - che anche una salita storica e classica richiede comunque, ancora ai giorni nostri, un impegno complessivo non trascurabile, anche se i mezzi tecnici sono enormemente migliorati. Che ci serva di lezione per la prossima volta, se vorremo ripetere quest'esperienza: alleniamoci un po' di più, magari insieme; certamente potremo sfruttare ancora meglio la presenza della guida. Alla fine della settimana il commento di Gian Carlo È stato che avevamo raggiunto un sufficiente affiatamento per passare ad un gradino superiore, anche se non eravamo ancora sufficientemente rapidi sulle medie difficoltà di roccia e di misto, cosa che comporta una eccessiva dilatazione dei tempi in certi tipi di salite.
Per il momento accontentiamoci: tutto è andato per il meglio. Discutiamone però tra noi e magari nell'Assemblea dei Soci, così da confrontarci con tutti gli altri soci. E' un invito che rivolgo a tutti, a chi è favorevole e a chi è contrario: parliamo un poco di montagna e di gite.
Giorgio Rocco

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   26 agosto - 2 settembre


Luogo: rifugio Pontese, vallone di Piantonetto
Periodo: 26/8 2/9
Sistemazione in rifugio: discreta
Partecipanti: pochi ma buoni (una quindicina, approssimativamente così ripartiti
- un pinerolese (o pinerolano)
- un moncalierano (o moncalierese)
- due padovani
- UN, dico UN, torinese (e neanche tanto torinese)
- un sacco ed una sporta di genovesi
- qualcun altro di cui purtroppo non mi sovviene la provenienza)
Situazione meteorologica: (eufemisticamente) non ottimale.
Dopo queste prime succinte informazioni vediamo un po' più in dettaglio come è andata l'annuale settimana di pratica alpinistica.
Primo giorno: La gioia di ritrovarsi ancora insieme ed un grandissimo entusiasmo vengono praticamente stroncati da un nebbione da "inverno in bassa padana" e da una pioggerellina modello "giusto il necessario per impedirti di arrampicare". Poco male, il primo giorno deve venire dedicato al "ripasso generale" e qualcosa si riesce a fare sotto la guida e con gli insegnamenti della guida alpina Silvio.
Secondo giorno: Giornata senza guida, i più esperti ad arrampicare, i meno esperti, accompagnati da alcuni capicordata, ad esercitarsi. Un'ore e mezza di avvicinamento per arrivare al luogo delle esercitazioni!!! Tempo sempre stile "una giornata uggiosa a Londra in inverno". Verso le tre comunque il cielo si apre. Di quelli andati ad arrampicare solo una coppia fortunata non è costretta a rinunciare.
Terzo giorno: Arriva la guida Fabrizio Manetta. Be', visto anche il tempo ("bello" come i primi due giorni), andiamo a fare esercitazioni. Alcuni ardimentosi invece arrampicano. Risultato: alle tre il cielo si apre ma gli ardimentosi erano già stati costretti al ritiro e a raggiungere gli altri.
Quarto giorno (il clou): Questa volta lo freghiamo questo stramaledetto tempo. Tanto alle tre si apre sempre, quindi tutti sul Becco della Tribolazione! (3360 m). Chi per la cresta sud-sud-ovest, chi per altre vie come la Diamante Pazzo. L'avvicinamento? una bazzeco-la, a seconda delle vie dalle due alle tre ore nette, praticamente una passeggiata. Quasi tutti in cima verso le tre (la fatidica ora dell'apertura). Tutti con l'occhio all'orologio, adesso si apre, adesso si apre, adesso si apr... e giù una pioggia che ha accompagnato gli allegri arrampicatori per tutta la discesa. Una discesa non delle più tranquille e sicure, specialmente per i meno esperti, i quali, ritardando un po' la marcia ed al grido di "vadi ragioniere, vadi, si fidi ciecamente!!!" sono riusciti comunque a tornare al rifugio. Certo non si può dire che quando gli ultimi hanno raggiunto il rifugio il sole fosse alla zenit, ma l'importante era arrivare! Da citare la grande freddezza di Fabio che, dopo giorni di ritiri causa maltempo e dopo essere stato l'unico a non riuscire a raggiungere la cima del Becco della Tribolazione, costretto dal tempo a fare dietro front a praticamente un tiro dalla cima, è riuscito a frenarsi e a non utilizzare il poco fiato rimastogli per tirare giù delle imprecazioni da competizione. Dopo questa giornata mi è sorto il dubbio che in fondo non è il caso che guida la scelta dei nomi delle vette!
Quinto giorno: Anche se qualcuno avesse avuto la forza di muoversi (il sottoscritto non aveva neanche quella necessaria per infilare uno stuzzicadenti in un budino) lascio indovinare a chi legge cosa abbia impedito a tutti di mettere il naso fuori dal rifugio. Naso che comunque un po' fuori siamo riusciti a mettere, giusto il tempo necessario però per imparare e fare un po' di pratica con delle manovre di recupero.
Sesto giorno: Ritorno alle rispettive sedi dopo il saluto agli amici, cosa che, almeno per chi scrive (persona di una sentimentalità rivoltante), avviene sempre con un po' di tristezza.
Una settimana deludente? lo sarebbe stata se uno non mettesse in conto fattori come la gioia di ritrovarsi con vecchi e nuovi amici e vivere insieme delle esperienze come la salita al Becco della Tribolazione che rimane comunque una cosa da ricordare.
Qualche appunto però è d'uopo farlo. In futuro, a meno di non voler trasformare la settimana di pratica alpinistica in una settimana di maratona di montagna, bisognerebbe cercare di tener in conto, nella scelta del luogo, il problema degli avvicinamenti. Altra co-sa, bisognerebbe arrivare alla settimana con una precisa idea del livello di preparazione tecnica di chi non è capocordata, in modo da riuscire a pianificare senza problemi e non all'ultimo minuto le varie fasi della settimana. Chi scrive, essendo un pavido che non ha il coraggio delle proprie opinioni, fa notare che i due appunti fatti sopra sono largamente condivisi da tutti gli altri partecipanti. Per quanto riguarda il principale problema (il tempo) si suggerisce l'introduzione di una novena preliminare alla settimana in santuario da stabilire.
Sfruttando ora biecamente la situazione colgo l'occasione per salutare quanti hanno partecipato alla settimana di pratica alpinistica, in caso capiti loro di leggere queste righe. I saluti sono estesi ovviamente anche a tutti i soci della GM.
l'UN torinese (neanche tanto torinese)
Franco Barbanera

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SERATE IN SEDE


   giovedì 10 maggio


Maurizio Bovo autore delle diapositive presentate ci ha proposto gli episodi più importanti della sua recente attività alpinistica; dato l'elevato livello tecnico raggiunto dall'autore in arrampicata su ghiaccio e su roccia abbiamo potuto ammirare immagini in grado di comunicare bene il binomio passione e tecnica. Il verticale è stata la dominante di quasi tutte le inquadrature, le luci azzurrine delle albe riflesse sul ghiaccio rendevano bene l'idea del freddo; poi a fugare questa sensazione, forse un po' ostile, comparivano i primi piani di Maurizio e dei suoi compagni di scalata, visi scuri e sorridenti.
Il contrasto fra le difficoltà e la voglia tenace di vincerle reso in immagini: non a tutti capita di spiegare bene un argomento cos sottile, inafferrabile; Maurizio c'è riuscito. A lui il nostro ringraziamento per la bella serata e un arrivederci a presto.
Alberto Guerci

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   Sabato 10 giugno - SETTANTACINQUE ANNI DI GIOVANE MONTAGNA A TORINO IN UN LIBRO


Sabato 16 giugno, tenuta la riunione del Consiglio Centrale e dopo un'assemblea aperta in cui si è discusso del nostro associazionismo con l'intervento del vicario episcopale mons. Peradotto, è avvenuta la presentazione del volume commemorativo dei 75 anni di vita della nostra Sezione.
Il volume si presenta con una elegante veste grafica, corredato da numerose illustrazioni in bianco e nero e a colori, tutte realizzate dai nostri soci.
E` in distribuzione in sede gratuitamente ai soci e a chi ne fa richiesta.
Ringraziamo tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione in particolar modo le ditte inserzioniste; vogliamo ancora scusarci con coloro che, per dimenticanza del tutto involontaria, non sono stati citati.
Il presidente Centrale Giuseppe Pesando ha brevemente illustrato l'opera, poi un buffet freddo ha ristorato gli intervenuti.
In serata l'amico e socio nonchè guida alpina Valerio Bertoglio ci ha presentato una serie di diapositive per illustrare la sua attività di lavoro e di svago in quella che giustamente è ormai casa sua: il Parco del Gran Paradiso.
A contatto quotidiano con la natura non può non scaturire per chi ama l'ambiente che lo circonda un profondo "feeling" o meglio un desiderio di fondersi con esso per essere un tutt'uno.
Da questa intimità Valerio ha tratto quella forza fisica e psichica che gli ha permesso di compiere imprese atletiche ai limiti delle possibilità della macchina "uomo".
La salita dal fondovalle fino alla vetta del Gran Paradiso e il successivo ritorno in poco più di due ore è apparso cos dalle immagini come una cosa naturale; naturale per chi dedica la vita alla montagna. Qualcuno avrà modo di polemizzare su questa impresa e su altre di questo calibro; anch'io polemizzo sul fatto che possano suscitare scalpore e polemiche le attività che vedono l'uomo come unico elemento protagonista in lotta con i suoi stessi limiti.
La serata è stata piacevolissima a conclusione di una giornata ricca di impegni, anche se un guasto ha purtroppo impedito al pubblico di ammirare le foto in dissolvenza. A Valerio un grazie da parte di tutti e un calorosissimo augurio per la sua velocissima attività.
Alberto Guerci

In questa occasione vogliamo scusarci con il nostro Armando Biancardi per essere rimasto nella penna durante la stesura del libro. La svista del tutto involontaria è particolarmante grave, considerato tutto quello che Armando ha fatto negli anni per la Giovane Montagna.
In particolar modo vogliamo ricordare la sua rilevante attività alpinistica e quella di scrittore che l'ha portato a collaborare per lunghi anni alla nostra rivista con articoli sempre interessantissimi. Da segnalare la sua appartenenza al GISM (Gruppo Italiano Scrittori di Montagna) e la rilevante opera edita per i nostri 75 anni, "Venticinque Alpinisti-Scrittori".
A lui le scuse degli estensori del libro e di tutta la G.M. per averlo involontariamente dimenticato.

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VITA SEZIONALE


   Distribuzione libro 75 GIOVANE MONTAGNA


Per chi non lo ha ancora ritirato, in sede sono ancora disponibili molti volumi. Trattandosi di una pubblicazione di carattere non solo storico ma anche promozionale, invitiamo chi ha da regalarlo a persone interessate di prendere pure più copie: è un modo per fare conoscere la Giovane Montagna.
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   CONSIGLI SEZIONALI


Nel consiglio Sezionale dell'11 giugno u.s. si è parlato della direzione e dell'organizzazione delle settimane estive allo Chapy, e della nostra settimana alpinistica sezionale.
Si è proceduto poi a concordare il programma per la serata del 16 giugno, con la presentazione del libro sul 75°.
Sono stati ammessi a Soci:
PONTIN Barbara PONTIN Cristina
FERRARO Vincenzo PANZERA Renato
GUILLAUME Pierfranco MOSCA Massimo
FAVERO Patrizia BERTELLO Alberto
CHIORINO Dario CHIORINO PILOTO Josè Francisco
PILOTO CHIORINO Graziella
IL PROSSIMO CONSIGLIO E` CONVOCATO PER
LUNEDI` 1 OTTOBRE
ORE 21:15

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   MATRIMONI


Sabato 1 settembre, Paolo Pari e Gabriella Rizza si sono uniti in matrimonio: a loro gli auguri di una lunga vita felice insieme.

Anche Valeria Cauda ha fatto il gran passo sabato 22 settembre: a lei e al marito gli auspici di tutta la sezione per la loro felicità.

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   NASCITE


A Mario e Carla Palladino è nata una figlia: Giulia. Le nostre congratulazioni.
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   LUTTI


E` mancata la mamma di Anna GAINO BO; a lei e familiari le sincere condoglianze della Sezione.
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