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Notiziario Sezione di Torino Giugno 1990



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VITA SEZIONALE


   Il beato Piergiorgio Frassati - 18-20 maggio - Roma


Domenica 20 Maggio, alle ore 10:00, a Roma, in Piazza San Pietro, il nostro Socio PierGiorgio Frassati è stato proclamato Beato da S.S. Giovanni Paolo II.
L'Arcivescovo di Torino, mons. Giovanni Saldarini, ha perorato la causa di beatificazione, facendo il curriculum della vita di Frassati e citando anche la sua appartenenza al nostro sodalizio.
Erano presenti le sezioni della Giovane Montagna di Torino, Moncalieri, Cuneo, Genova, Ivrea, Verona, Vicenza, Padova, Mestre, Venezia e Roma, con circa 160 soci.
Noi eravamo in quindici: perchè così pochi?
Piergiorgio fu nostro socio tra il 1920 e il 1925, attivissimo e trascinatore.
La sorella Luciana ha pubblicato per la casa editrice Rizzoli il volume: "Il cammino di Piergiorgio", in vendita in tutte le librerie, ove si parla anche di Giovane Montagna, con un intervento, tra l'altro del nostro Presidente.
Ne riportiamo qui alcuni brani, volendo ricordare così il grandissimo avvenimento che si è compiuto il 20 Maggio.
Grazie al presidente Pier Luigi Ravelli l'Associazione Giovane Montagna è presente in questo ricordo: "Nata nel 1914 dalle fila dell'`Unione del Coraggio Cattolico`, la Giovane Montagna prese l'avvio dall'idea di un gruppo di giovani, che si ritrovarono presso la sede nel palazzo arcivescovile di Torino ed in una comunione di ideali e di intenti, a dar vita ad un'Associazione che considerasse anche e soprattutto il lato spirituale della montagna, curando in modo particolare l'assolvimento del precetto festivo nel giorno dedicato al Signore.
Dell'esistenza si accorse anche Pier Giorgio Frassati, che incominciò a frequentare le nuove sale di corso Oporto e le gite domenicali ritrovando, tra le fila dei soci, amici di facoltà e Fucini.
Oggi, forse, i nomi di Carlo Pol, di Francesco Manara, di Aldo Morello non dicono più molto ai giovani: eppure questi uomini, studenti esemplari, cristiani impegnati in un mondo e in un tempo in cui essere cristiani non era certo cosa facile, furono l'incarnazione di un'idea e i propugnatori di un programma esemplare che trascinò sui monti molti loro compagni, infondendo nella gioventù di allora la passione per la montagna mai disgiunta dall'osservanza al nostro Credo; furono, in poche parole, veri missionari laici, impegnati a testimoniare sempre e in ogni luogo la nostra fede. Sopra tutti e innanzi a tutti stava l'esempio di Pier Giorgio: la sua parabola, tra le fila della Giovane Montagna, come d'altronde la sua vita, fu breve ma intensissima.
Allegro e gioviale, scherzoso partecipò con entusiasmo alle iniziative sociali diventando non solo compagno e amico di tutti, ma esempio da imitare.
Lo ritroviamo così tra i sottoscrittori del prestito di 7.300 lire che fu emesso dall'Associazione per l'arredamento della Casa dello Sciatore a Sauze d'Oulx, ove partecipò non solo all'accantonamento invernale del 1924 ma anche al campionato sociale di sci dello stesso anno, che si corse sul percorso di 5 chilometri tra le Grange La Casse e il Piano del Bourget.
Quante volte, salendo a piedi con gli sci in spalla da Oulx a Sauze e passando vicino al camposanto, recitava ad alta voce un De Profundis; e quante volte, in vetta alle montagne, gli veniva spontaneo levare il pensiero a Dio recitando con i compagni una preghiera di ringraziamento!
Sciatore abile e provetto fu alpinista altrettanto bravo. Incominciò giovanissimo a nove anni, effettuando la traversata del Teodulo. Molte volte salì e arrampicò ai Picchi del Pagliaio per la via accademica, alle Lunelle, ai Denti di Cumiana, a Roccasella, alla parete Nord della Sacra di San Michele.
Tra le ascensioni più impegnative da segnalare lo Chateau des Dames, il Monviso, la Ciamarella, la Grivola, la Bessanese e il torrione Volmann per lo spigolo nord e per la parete sud, che presentano passaggi di quarto grado.
Alpinista completo, non disdegnava la passeggiata, lui abile arrampicatore ed elegante sciatore; ma soprattutto fu animatore della vita sociale della Giovane Montagna, sempre gioioso e sorridente, trascinatore di giovani tratti in alto dal suo ardire e dalla sua generosa amicizia, pronto alla battuta ed allo scherzo goliardico, ma al contempo mai dimentico dei suoi doveri di cristiano autentico ed impegnato; sapeva riconoscere nel volto della gente di montagna il volto stesso di Cristo ed era capace di atti e gentilezze che spesso stupivano gli amici.
Nel 1923 fu chiamato da Mario Bersia, allora Presidente della Sezione di Torino della Giovane Montagna, a far parte della Commissione gite, incarico rinnovatogli nel 1925: alle riunioni del venerdì sera, di cui molte volte fu segretario e a cui arrivava spesso trafelato dopo la consueta visita a qualche bisognoso, profondeva le sue doti di animatore energico e preparato, sempre attento alle esigenze degli altri.
Il sette di giugno del 1925 la sua ultima gita: le Lunelle di Lanzo, in compagnia di Pol e Unterrichter. Bisogna andare a rileggere la descrizione che Carlo Pol ne ha fatto molti anni dopo per comprendere appieno quanto sia stata importante per la vita associativa della Giovane Montagna la figura di Pier Giorgio Frassati:...C'incordammo e salimmo attenti col cuor leggero: veniva ultimo Pier Giorgio che portava sulle spalle la sua macchina fotografica; sulla vetta, raggiunta in breve, siamo soli a godere: ma subito egli ci invita a una breve preghiera per i morti sulla "Placca Santi", per i morti della montagna. E spinge la sua umiltà a volere che altri intoni il De Profundis, lieto di aver potuto far partecipi anche noi in quel momento di commozione intensa, della sua interna vita spirituale.
Ci si chiede, a volte, che senso avrebbe oggi la figura di Pier Giorgio Frassati e come lui potrebbe operare nel nostro mondo. Per quel poco che so mi sia consentito dire che oggi più che mai ci sarebbe bisogno della sua presenza perchè lui solo, con la sua meravigliosa ed esuberante giovinezza, con il suo altissimo esempio di cristiano autentico sempre pronto e disponibile verso gli altri, sorridente e allegro, ma al contempo profondamente e seriamente impegnato nel suo quotidiano dovere, lui solo saprebbe scuotere la nostra gloriosa e un po' appassita Associazione e sollevarla al di sopra del grigiore dei tempi e degli uomini attuali.
Professor Italo Mario Angeloni: "Quando gli parlai della Giovane Montagna, lo sentii subito spiritualmente dei nostri: "Io capisco questo desiderio di sole, di salire su in alto, di andare a trovare Dio in vetta", disse e immediatamente si adoperò con me perchè riuscissimo ad ottenere la Messa Domenicale alle cinque del mattino a Porta Nuova. Ma nonostante l'interessamento di autorevoli personaggi tra i quali il Principe di Piemonte la cosa non fu possibile. I Salesiani da parte loro avevano acconsentito, e Pier Giorgio, che si era molto scaldato per l'idea rimase malissimo per il fatto che delle pure e semplici ragioni burocratiche impedissero la cosa".
Ingegner Pio Costa: "Ricordo che Pier Giorgio veniva quasi tutti i venerdì sera alla sede della "Giovane Montagna", col solito gruppo di amici del "Cesare Balbo"; allegro, sorridente, si rendeva simpatico presso chiunque lo conoscesse; era lieto di poter dare consigli, aiuto, chiarimenti a chi ne avesse bisogno. La sua felicità era quella di poter trascorrere qualche giorno sui monti; era lui che studiava, progettava e dirigeva le gite".
Carlo Omodei: "Parlava come un apostolo della suprema bellezza dell'ascesa e una sera al rifugio Torino, quando usciti sullo spiazzo ci capitò di fronte agli occhi una grande luna sul Monte Bianco, egli soltanto nel sublime spettacolo che gli si parava dinanzi, seppe ricordare la grandezza del Signore Creatore del Cielo e della Terra cui andavano gli inni del suo entusiasmo".
Montagna e carità: due passioni corrispondenti alla sua perfezione fisica e morale. La prima come manifestazione di forza, di serenità e di coraggio, la seconda corrispondente alla sua Fede ed alla sensibilità del suo animo, che dovevano necessariamente fargli comprendere il dolore altrui e fargli desiderare di portarvi sollievo.
E` difficile cogliere Pier Giorgio senza la macchina fotografica a tracolla perciò segnaliamo il suo neg. Frassati che appare spesso tra le sue lastre e pellicole. Una sua dedica a Tonino Severi ci riconferma questa sua passione di ritrarre uomini e paesaggi: "All'amico Tonino, al maestro, che i miei primi passi nell'arte fotografica guidò, al compagno dei miei anni più belli, anelante come me ad "una patria nelle altezze più crude sempre più solitaria" con fucino e fraterno affetto".
A Sauze d'Oulx il primo marzo 1925 Pier Giorgio partecipa alla gara di sci indetta dalla Giovane Montagna.
Marco Beltramo racconta: "Si partì per Oulx di sera verso le diciotto. Si doveva giungere verso le ventidue. Causa la neve abbondantissima, il treno si dovette fermare, proseguire lentamente e infine arrestarsi così che giungemmo alle sei del giorno successivo, passando così tutta la notte in viaggio. Fu una notte indimen-ticabile.
Per la prima volta vidi chiaramente, non per merito mio, ma per merito di Clementina Luotto, che Giorgio oltre che essere un bravo giovane, ottimo amico allegro e simpatico, aveva in sè qualcosa di speciale, di superiore, direi di soprannaturale. Noi stavamo al caldo nel vagone ed egli fuori, sotto la neve, aiutava il trasporto dei bagagli nel treno unico che stava formandosi. Noi si sonnecchiava ed egli, sempre coperto della sua giacca a vento, passeggiava lungo i vagoni declamando versi di Marradi, Dante, D'Annunzio. Alla fine entra nello scompartimento: rumorosamente come era sua natura. I dormienti si svegliano, protestano, lo zittiscono. Egli si pone in un angolo, in silenzio, vicino a Clementina Luotto. Crediamo che egli dorma, ma la vista della corona che gli pende dalle braccia conserte ci avverte che Giorgio non ha scordato la sua quotidiana preghiera. Tutti mangiano nel vagone, mentre egli presta il suo aiuto e mangia. Ma giunta la mezzanotte, non più: l'indomani è domenica e infatti la buia chiesetta di Oulx lo vedrà ricevere il pane dei forti".

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   75 ANNI DI GIOVANE MONTAGNA A TORINO


Finalmente È pronto! Ma che cosa? Il libro commemorativo dei settantacinque anni della nostra sezione. In ottanta pagine, con molte foto anche a colori, È stata condensata tutta l'attività dal 1914 ad oggi: volti e uomini ormai scomparsi, fotografie ingiallite dal tempo, avvenimenti e fatti ormai lontani sono accostati alla realtà associativa di oggi.
Il tutto per una piacevole lettura.
Il volume viene distribuito gratuitamente ai soci.
L'appuntamento È per la
PRESENTAZIONE AI SOCI
SABATO 16 GIUGNO ORE 21:15
presso la Sede Sociale
Seguiranno alcune diapositive del nostro socio Valerio Bertoglio, guida alpina.

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   CONSIGLIO CENTRALE A TORINO


Sabato 16 giugno - ore17:00
Il Consiglio Centrale della Giovane Montagna si riunirà a Torino il 16 giugno.
Alla riunione sono stati invitati (e si prega di partecipare) tutti i consiglieri della sezione e i soci di buona volontà che vorranno impegnarsi in futuro nella vita della Sezione.
Appuntamento in sede alle ore 17:00.

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   INVITO PER SABATO 23 - DOMENICA 24 GIUGNO - LAVORI ALLO CHAPY


I lavori annuali di piccola manutenzione e il trasporto dei viveri per l'apertura estiva dello Chapy sono stati fissati per Sabato 23 e Domenica 25 giugno.
La Commissione Rifugi e Bivacchi invita pertanto tutti i soci volonterosi a rendersi disponibili in quei due giorni per dare una mano ad organizzare il soggiorno estivo 1990: i lavori che ci attendono sono molti e di conseguenza più mani ci sono meglio è.
Per motivi organizzativi è indispensabile che l'impegno sia per tutti e due i giorni: da parte nostra assicuriamo a tutti vitto in abbondanza e un grazie di cuore.

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   CERCASI DIRETTORI DI TURNO SETTIMANE CHAPY


Nell'ultimo consiglio Sezionale solo due persone si sono gentilmente offerte per fare i direttori di turno delle Settimane di apertura del Rifugio Reviglio. Poichè le settimane sono in tutto sette, mancano ancora cinque volonterosi. Speriamo che si facciano avanti.
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ATTIVITÀ PREVISTA


   1 luglio - Col de Chavière (2796m)


ATTENZIONE!!!
QUESTA GITA IN PROGRAMMA IL 24 GIUGNO E' STATA
SPOSTATA AL 1° LUGLIO

Gli amici che lo scorso anno parteciparono alla gita nella Val de Névache non dovrebbero lasciarsi sfuggire l'occasione di questa classica traversata da Modane a Pralognan, nel cuore del Parc National de la Vanoise. Si raggiunge il rifugio de l'Orgère (1935ÿm) con una bella strada asfaltata. Dal rifugio tre sono le scelte possibili: la prima, raggiungere il Col de Chavière (2796ÿm), facile, 2.45 ore con un dislivello di 900ÿm (consigliabili le ghette per gli ultimi 200ÿm di dislivello); la seconda, fermarsi al bel lago de la Partie (2458ÿm) dopo 1.45 ore; la terza, percorrere il sentiero ecologico dal rifugio de l'Orgère (1.30 ore) per chi ama la botanica e la flora alpina.
L'escursione È stata compiuta dal sottoscritto nel 1989.
Cercheremo di fare di fare la gita in pulman passando dal Moncenisio oppure dal Fréjus; ulteriori dettagli in Sede sul foglio gita al momento dell'iscrizione.
Direttore di gita: Augusto Mochino tel. 381912

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   7-8 luglio - Dome (3351m) e Becca (3320m) di Cian


Facciamo seguito a quanto pubblicato sul numero scorso, anche se a dire il vero le adesioni sono state pochine; pensiamo però che sarebbe bene che i soci iscritti alla settimana alpinistica sezionale di fine mese partecipassero a questa gita per verificare il proprio allenamento e affiatamento.
Partenza il sabato mattina per Torgnon e salita al bivacco di Cian, dove è previsto il pernottamento per la comitiva che salirà al Dome de Cian; qualora si tema un affollamento dall'altro bivacco (quello al col de Fort, dove dovrebbe dormire l'altra comitiva) ci fermeremo tutti al primo bivacco.
La salita al Dome de Cian si svolge per la via normale, scavalcando il colle Chavacour (2978ÿm), costeggiando sul ghiacciaio omonimo le Punte Chavacour e portandosi cos nei pressi del Colle di Cian. Di qui per il facile versante Sud si raggiunge la vetta in circa 4 ore. Discesa per la via di salita.
La salita alla Punta di Cian si svolgerà per la cresta Est (via Rey) che inizia dal Col de Fort. Di qui con interessante arrampicata si raggiunge la vetta in circa due ore, con difficoltà classiche di III+ ed un passaggio di IV-. Discesa per la via normale (cresta Nord-nord-ovest) al colle di Cian dove ci si ricollega alla via precedente.
Equipaggiamento d'alta montagna per tutti; anche per il gruppo che sale alla Punta di Cian possono essere utili qualche piccozza e/o i ramponi.
Direttori di gita: Cesare Barbi tel. 4020209 Giorgio Rocco tel. 9359608

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   GITE ORGANIZZATE DAL RIFUGIO REVIGLIO PROPOSTE PER LUGLIO-AGOSTO 1990


Anche quest'anno si spera di organizzare gite settimanali dallo Chapy con mete interessanti, poco conosciute e senza particolari difficoltà. La novità consiste nell'invito per le prime due o tre a portarsi gli sci, pur prevedendo di effettuare tutta la salita e parte della discesa unitamente a chi verrà a piedi. L'ordine segue una certa qual logica per difficoltà e lunghezza, ma potrà essere variato in base ai partecipanti ed al tempo. Potrebbero anche essere presi in considerazione:
- monte Emilius (3559ÿm)
- Pigne d'Arolla (3772ÿm)
- Weissmies (4023ÿm), in 3 ore dalla funivia di Saas Grund
- Allalinhorn (4027ÿm), in 4 ore dalla funivia della Langfluehutte o in 2 ore con il "Metro Alpin"!!!)
Per informazioni:
- direttore del turno settimanale allo Chapy
- Sergio Buscaglione a Vétan (St. Pierre) tel. (0165)98912

1. Monte COLMET (3024ÿm)
Come prima gita si propone il monte Colmet, posto in luogo interessante e poco conosciuto. Dal Col S. Carlo (1950ÿm) raggiungibile in macchina da Morgex o da La Thuile, si arriva quasi in piano al ben noto lago d'Arpy (2066ÿm) e quindi al lago di Pietro Rossa (2559ÿm). Di qui, lasciato a sinistra il fondo del vallone che porta al colle della Comba Sorda, si risalgono alcuni dossi a placche rocciose e quindi gli sfasciumi di un avvallamento che porta alla depressione tra le due sommità. Lasciata a destra la cima Nord con i ruderi di una casermetta, si raggiunge la cima a sinistra per una facile cresta di rocce. Dalla cima magnifica veduta del placido ghiacciaio del Rutor emergente da una serie di creste aspre e selvagge.
Proposta a chi può interessare: perchè non portarsi gli sci?
Tempo di salita: 3 ore e « dal colle S. Carlo

2. MIRAVIDI (3065ÿm)
Dalle rive del lago di Verney (2088ÿm) al Piccolo S. Bernardo, si risalgono i dossi erbosi ed il vallone ai piedi del monte Fourclaz fino a raggiungere un ripido intaglio che porta comodamente sul ghiacciaio di Arguerey. Occorre attraversarlo interamente, prima in leggera salita e quindi in leggera discesa, per puntare quindi alla evidente cima della Miravidi.
E' questa una gita che, salvo condizioni particolarmente negative, È meglio effettuare in sci, anche a fine luglio. In tal caso in discesa È consigliabile - anzichè puntare al sopraddetto intaglio - scendere sul ramo destro dell'entusiasmante ghiacciaio di Arguerey sino al lago di Tormotta (2476ÿm); con breve risalita di circa 20 minuti senza uso di pelli, raggiungere l'avvallamento ai piedi del monte Fourclaz. Dopo aver percorso tale avvallamento con un lungo diagonale, anzichè scendere a sinistra per i dossi erbosi, risalire a destra un ripido costone per un centinaio di metri di dislivello quasi sempre sgombro di neve. Di qui un bel canalone sempre innevato, ai piedi del Becco dei Rousses, porta alla sponda sudoccidentale del lago di Verney. Consigliabilissimi perciò gli sci.
Tempo di salita: 4 ore

3. Punta di GALISIA (3346ÿm)
Altra bellissima gita in sci, ma a luglio inoltrato occorre portarli in spalla almeno per un'ora e mezza oltre il Benevolo...
Da Thumel (1880ÿm) si raggiunge comodamente il rifugio Benevolo (2285ÿm) percorrendo quindi il fondovalle sulla destra orografica del torrente sino a raggiungere il ghiacciaio di Lavassey. Tenendosi sulla sinistra verso la Basei e lasciato a destra un singolare dente di roccia, si sale alla parte superiore del ghiacciaio per un ripido e facile dosso, di qui in lunga elementare traversata all'ometto della cima.
Bella gita nella suggestiva val di Rhèmes in facile ambiente glaciale. Consigliabili corda, piccozza e ramponi.
Tempo di salita: 5 ore da Thumel; per chi lo desidera, possibilità di pernottamento al rifugio Benevolo.

4. Bivacco POL (3179ÿm)
A richiesta di molti amici si propone la salita al Pol, sito, come È noto, in un ambiente tra i più belli delle nostre Alpi. Data la lunghezza della gita ed il dislivello, si dovrà lasciare Valnontey (1666ÿm) non oltre le sei del mattino; percorso il fondovalle sino al ponte dell'Erfaulet (1830ÿm) e lasciato il bivio a destra per i casolari dell'Herbetet e quindi a sinistra per il bivacco Martinotti, si raggiunge la barma des Bouquetins (2698ÿm). Di qui il percorso si fa un pò più complesso per pendii di blocchi rocciosi e cengioni, ma dovrebbe essere facilitato dalla nuova segnalazione; traversata quindi una conca di neve dura si risale un breve canale che porta allo sperone dove sorge il bivacco. Consigliabili ramponi e piccozza; una corda per l'intera comitiva.
Tempo di salita: 5/6 ore da Valnontey.

5. Becca di SUESSA (3420ÿm)
Da due anni in calendario e sempre rimandata, speriamo nel 1990. Da Uselères (1800ÿm) si raggiunge il rifugio Bezzi (2284ÿm) Per il pernottamento. Per comodo sentiero si sale al colle Vaudet (2830ÿm) in circa 2 ore; si prosegue lungo il filo della cresta nord sin sotto il torrione di quota 3112ÿm; di qui per tracce di sentiero su rocce rotte e sfasciumi si aggira sulla destra il torrione, giungendo ad un ampio gradone ove È situato un laghetto glaciale. Si risale quindi il ghiacciaio di Suessa tenendosi al di sotto della cresta nord sino alla cima. Necessari corda, piccozza e ramponi.
Tempo di salita: 5 ore dal rifugio Bezzi.

6. Tète de VALPELLINE (3801ÿm)
Come è noto la Valpelline È tra le più belle zone della valle d'Aosta, specie per chi ama i ghiacciai ed un ambiente un pò fuori dal mondo. La gita proposta permette di percorrere interamente la valle. Dalla diga di Place Moulin (1950ÿm) si costeggia con un pò di noia il lago sino a Prarayer e quindi si prosegue per il fondovalle fino a portarsi sulla morena destra del ghiacciaio di Tsa de Tsan con magnifiche vedute sul ghiacciaio delle Grandes Murailles. Si risale la morena fino all'altezza del rifugio Aosta posto sull'altro lato della valle; si scende sul ghiacciaio e lo si attraversa in piano, in genere senza particolari difficoltà nonostante il ghiaccio vivo; in pochi minuti si sale quindi al rifugio Aosta posto a 2781ÿm (4 ore dalla diga).
Per ripidi pendii erbosi e detritici sovente ricoperti in alto di neve dura si sale alla ricerca di un canalino detritico che porta al col de la Division (3314ÿm) facendo attenzione alla eventuale caduta di pietre (2 ore). Dal colle si risale verso sinistra sul ghiacciaio tra evidenti grandi crepacci e si raggiunge facilmente la grande sommità (1 ora e ½). Superbo panorama su vette e ghiacciai ed in particolare sulla vicina parete nord-ovest della Dent d'Hèrens.
Indispensabili corda, piccozza e ramponi.

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   SETTIMANA SEZIONALE CON GIANCARLO GRASSI 22-29 LUGLIO RIFUGIO REVIGLIO


Come già comunicatovi nel precedente bollettino sezionale, si terrà allo Chapy la Settimana Sezionale di Alpinismo 1990. Ci sono già pervenute delle iscrizioni, ma alcuni posti sono ancora disponibili. Ricordiamo ancora che è necessario arrivare con un certo allenamento e che resta valido il programma già preannunciato: dopo un'a-scensione di verifica (che potrebbe svolgersi sul Trident du Tacul), pensiamo di proporre la cresta SE (detta "Kuffner") al M. Maudit e poi il M. Bianco per la via dello sperone "de la Tournette" (detta impropriamente "du Rocher du M. Blanc").
Il costo È stato fissato in 200.000 Lit a persona, più la quota di soggiorno al Rifugio Reviglio o ad altri rifugi, le spese per le funivie ecc...

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   26 agosto-2 settembre - SETTIMANA DI PRATICA ALPINISTICA


La sezione di Genova, in stretta collaborazione con la Sede Centrale e con la Commissione Centrale Alpinismo, cura quest'anno l'organizzazione della quattordicesima Edizione della Settimana di Pratica Alpinistica; il terreno in gioco È quella della Valle dell'Orco, cioÈ il versante piemontese del Parco del Gran Paradiso, mentre il periodo di svolgimento va da domenica 26 agosto a sabato 1 settembre.

Il programma È il seguente:
- Domenica 26 agosto: (ore 15) ritrovo dei partecipanti presso il Rif. Pontese, Vallone del Piantonetto, raggiungibile in circa 1 ora dalla diga del Teleccio su buon sentiero segnalato;
- Lunedì 27 agosto: prima presa di contatto con le strutture rocciose negli immediati dintorni del rifugio, determinazione delle cordate per le salite dei giorni successivi;
- Martedì 28 agosto - Venerdì 31 agosto: salite in montagna, proporzionate alle capacità dei partecipanti;
- Sabato 1 settembre: uscita finale, possibilmente su una vetta accessibile a tutti, conclusione della settimana, discesa a valle e rientro alle rispettive Sedi.
Ulteriori dettagli e cartine sono disponibili in Sede.

Si raccomanda di aver già partecipato alla S. Messa il giorno 26 agosto, in quanto non È assicurata la presenza di un Sacerdote al Rifugio Pontese.
Nell'attrezzatura personale di montagna dovranno essere compresi anche ramponi e piccozza.

La quota di partecipazione alla Settimana È fissata in 300.000 Lit a persona per gli allievi e 250.000 Lit per i capicordata; essa comprende:
- la mezza pensione per 6 giorni (dalla cena del 26 agosto alla prima colazione del 1 settembre);
- l'utilizzo delle attrezzature comuni messe a disposizione dall'organizzazione;
- le assicurazioni infortuni e RC;
- l'assistenza del Corpo Insegnante, in particolare di una Guida Alpina, sotto la cui direzione tecnica si svolgerà la Settimana.

I partecipanti dovranno far pervenire la loro adesione tramite la sezione di appartenenza, utilizzando il modulo allegato, entro il 27 luglio p.v..
Il modulo di partecipazione, completo delle notizie richieste (in particolare sulle esperienze montane precedenti e sulla capacità/disponibilità a svolgere il ruolo di capocordata) dovrà essere accompagnato dall'acconto, fissato in 50.000 Lit e dal certificato di idoneità fisica (come specificato nel modulo stesso).
Potranno prendere parte alla Settimana i minorenni, purchè abbiano già compiuto i sedici anni, per i quali è comunque richiesto un consenso da parte di un genitore o della persona che ne fa le veci.
Le Sezioni sono pregate di comunicare (anche telefonicamente) il numero di partecipanti al più presto, possibilmente entro il 29 di giugno.

Le persone di riferimento della nostra Sezione sono:
- Gianluigi BALDINI, Coordinatore della Settimana (tel. 010-403226)
- Renato MONTALDO, Membro Commissione Centrale Alpinismo
(tel. 010-308587)
- Costantino PARODI, Cassiere (tel.: abitaz. 010-877428;
uff. 010-819183)
- Luciano CAPRILE, Presidente della Sezione (tel. 010-873411)

Le comunicazioni scritte dovranno essere indirizzate a:
Costantino PARODI, Via C. Cabella 24/7 - 16122 Genova.

Auspichiamo una buona partecipazione a questo tradizionale e importante appuntamento intersezionale, avente come scopo la formazione di validi capicordata che dovranno poi operare nell'ambito delle singole Sezioni e auguriamo a tutti i partecipanti una proficua Settimana, sia sotto l'aspetto tecnico che sotto l'aspetto di un sempre migliore affiatamento tra le varie Sezioni della Giovane Montagna.

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   8-9 settembre Collarin d'Arnas e P. delle Mangioire (2846 m)


1° giorno: si parcheggia al fondo del Pian della Mussa (1787 m). Il sentiero inizia in direzione O verso l'alpeggio della Rocca Venoni, poi si inizia a salire rapidamente fiancheggiando sul lato destro orografico l'incassato Canalone delle Capre. Dopo 150 m di dislivello si prosegue meno ripidamente, verso S, per il Pian della Mussa, con percorso diagonale, rasentando gli omonimi Gias (2177 m). Poi si riprende a salire verso O con una lunga serie di svolte raggiungendo la conca del Crot del Ciaussin? ed il rifugio Gastaldi (2659 m - 2h).
2° giorno: Dal rifugio si segue un buon sentiero che scende in direzione S, si attraversa il Rio d'Arnas, si risale a semicerchio le falde della Rocca Affinau, si varca il Collarin d'Arnas (2851 m), si scende fin presso il Lago della Rossa, ad un bivio (1:20 h).
Si volge a sinistra per uno stretto canale che si scende a serpentine fino ai pascoli del Bessanetto. In lieve salita verso E si passa a poca distanza dal Lago di Bessanetto, poi si varca la stretta gola fra rocce del Passo delle Mangioire (2768 m) (1:45 h dal rif. Gastaldi).
Si discende nella Valle Saulera, fino all'ampio pianoro della Alpi Saulera. Un tratto scarsamente evidente, in conche umide, poi si penetra fra bassi cespugli scendendo ripidamente verso N fino al Pian della Mussa (÷ 4 h).
Direttori di Gita: Ettore BRICCARELLO tel. 2734822

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   8-9 Uja di Ciamarella (3676)


E` la più elevata cima delle Valli di Lanzo. Il suo versante SO È molto frequentato per la facilità della via normale e per il superbo panorama che si gode dalla sua vetta.
1° giorno: Dal Pian della Mussa si sale al Rifugio Gastaldi per comodo sentiero (Vedi gita precedente).
2° giorno: Dal rifugio si raggiunge il Pian Gias con un sentiero non sempre ben tracciato e si prosegue verso il ghiacciaio della Ciamarella superando una breve bastionata morenica. Raggiunto il ghiacciaio ci si porta sul versante SO e, di norma, per la cresta ONO si raggiunge la vetta (3676 m).

Ritrovo e partenza: C. Vercelli ang. Via Ivrea 14:30h
Mezzo di trasporto: auto private
Dislivelli e tempi di salita: 1° giorno: 872 m; 2:30h circa
2° giorno: 1100 m; 4 h circa
Attrezzatura: corda, piccozza, ramponi
Direttori di gita: M.Teresa BOLLA tel. 3472307 Cesare BARBI tel. 4020209

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   22-23 settembre - Raduno intersezionale Estivo al Monviso


E' organizzato dalla Sezione di Pinerolo a Crissolo nella Valle Po ai piedi del Monviso. Come avrete notato È stata spostata di una settimana in avanti. Il programma non ci è ancora pervenuto e sarà esposto in Sede al più presto.
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   30 settembre - Laghi di Fremamorta


Si va con l'auto a Borgo S.Dalmazzo (CN), si risale per la Valle Gesso fino alle Terme di Valdieri (1368 m) e si prosegue verso S per la Valle della Valletta fino al Gias delle Mosche (1591 m) ove si parcheggia l'auto.
Si scende ad attraversare il torrente e si prosegue per un sentiero recentemente ripristinato dagli Alpini, salendo a tornanti al Gias della Partia. Un breve attraversamento poi si prosegue zigzagando fino a raggiungere il primo Lago di Fremamorta (2258 m) (2:30). Qui si rintraccia una rotabile militare ad andamento pianeggiante, da cui si ha una meravigliosa panoramica sull'Argentera, sul Corno Stella, sulla Cima di Nasta, il colle della Ciriegia, ecc... Dopo il secondo lago a sinistra sorge il bivacco Guiglia e nella zona prende inizio un sentiero che in lenta discesa, per il Gias della Losa, giunge fino al Pian della Casa. Invece proseguendo per la rotabile si passa presso il terzo lago - il più grande - presso cui sorgono i ruderi di una caserma. Subito dopo il quarto lago, poi si riprende a salire in direzione S verso il colle di Fremamorta. A metà salita un breve pianoro da cui si diparte il veloce sentiero di di-scesa; È conveniente proseguire fino a raggiungere il colle di Fremamorta (2590 m) (1:30 dal primo lago - 4 h totali), da cui si scorgono altri nove minuscoli laghi sul versante francese.
In discesa si ritorna rapidamente al pianoro suaccennato, si piega a destra in ripida discesa e si raggiunge il Pian della Casa, da cui in 40 min si ritorna alle auto al Gias delle Mosche. (discesa 2:30 h totali)
Direttore di gita: Ettore BRICCARELLO tel. 2734822

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   13-14 ottobre - Monte Procinto (1177 m) - Monte Matanna (1317 m)


Due mete per la stessa uscita sociale, la prima per gli alpinisti e la seconda per gli escursionisti. Il torrione del Procinto È una delle strutture rocciose più impressionanti e curiose delle Apuane; sulle sue pareti una trentina di vie permettono ai rocciatori di cimentarvisi. Il monte Matanna È la cima più elevata delle Apuane meridionali ma, ahimè!, una sola via conduce l'escursionista in vetta.
Siccome in zona non vi sono rifugi con un elevato numero di posti letto, è necessaria una tempestiva prenotazione per il pernottamento. Pertanto i soci interessati alla gita sono pregati di dare la propria adesione preliminare entro il 12 luglio.
Informazioni in sede, oppure contattando i direttori di gita
Maria Teresa Bolla tel. 3472307
Cesare Zenzocchi tel. 3497962

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   GIOVEDÌ 21 giugno - Oberland e Selva Nera


Proiezione della selezione delle migliori diapositive realizzate durante le gite in Oberland bernese e in Selva Nera
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   Giovedì 20 settembre - Video sulla Selva Nera


Proiezione delle immagini della gita turistica in Selva Nera e di quella scialpinistica in Oberland Bernese. Ma c'È una novità: dal momento che alcuni soci hanno realizzato dei filmati in videocassetta, per l'occasione noleggeremo un apposito proiettore che ci consentirà di vedere i suddetti filmati invece che sul piccolo schermo TV direttamente sullo schermo del nostro salone. Intervenite numerosi! Se l'esperimento sarà positivo potrebbe essere ripetuto: aspettiamo le vostre opinioni ed un vostro giudizio su questa nuova iniziativa.
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ATTIVITÀ SVOLTA


   18 marzo - M. VERTOSAN


Partiamo all'alba delle 6 e ci dirigiamo verso la Val d'Aosta, dobbiamo arrivare a Vétan, da dove inizieremo la nostra gita. Il tempo è incerto, però questo non implica nessun rifiuto, anzi i partecipanti a questa gita sono numerosi.
Arriviamo a V'tan verso le 7:45, un quarto d'ora per mettere le pelli, infilare gli scarponi, controllare che tutto sia a posto e poi iniziamo a camminare.
Subito in partenza ci accorgiamo che la neve non è molta, però appare già completamente trasformata e inizio a pregustare la discesa.
Dopo poco il tempo peggiora leggermente, nevica ma senza grossa convinzione. Stiamo risalendo un pendio, poi un lungo traverso finito il quale riusciamo circa a vedere la nostra vetta, è ancora molto lontana, mi assale la pigrizia, non ho più voglia di continuare, ma che scusa posso addire per fermarmi, nessuna, quindi continuo a camminare. La salita ora È dolce, rende poco ma non mi stanco. Ad un certo punto arriviamo ad un incrocio, o continuare verso la destra e arrivare alla punta che ci eravamo prefissi oppure tendere verso sinistra e raggiungere tutto il resto del gruppo. Che fare? non mi pongo grossi dubbi, raggiungerò il grosso del gruppo mentre un piccolo gruppetto decide di andare alla punta prefissata.
Ci diamo appuntamento per ritrovarsi allo stesso punto nel ritorno.
Continuo a camminare attaccando l'ultimo pezzo che è abbastanza ripido. Finalmente raggiungo la meta, però il vento è troppo forte, e non riesco a stare in punta giusto il tempo necessario per togliere le pelli, vestirmi e poi ripartiamo e come avevo sperato la neve è stupenda.
La discesa purtroppo finisce troppo in fretta, pazienza.
Finita la gita siamo invitati tutti a casa di Sergio dove mangiamo, beviamo un po' e poi ripartiamo per Torino.
Anna

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   25 marzo - Antiche Borgate di Condove


Il mio primo pensiero nel mettere giù a caldo queste note della camminata lungo le vecchie borgate di Condove è "Come È bello Signore stare insieme!...".
Sarà che solitamente la mia compagnia si conta sulle dita di una mano, ma ai diciannove compagni di gita voglio dire: "Grazie ...
per la comune ammirazione di alcuni begli alberi in fiore sia nei giardini sia selvatici - che spero di rivedere - compresa la magnifica mimosa, nella magnifiche foto scattate da Massimo e Pierfranco.
per avermi aiutato a distinguere un pero da un melo, guardandone i fiori e a riconoscere la rucola, il crescione, il "barbaboc", il silene... (a questo proposito, sarei curiosa di sapere qual è stato il commento dei mariti alle frittate o alle minestre "primavera").
per aver sostato insieme nei moltissimi punti panoramici ad ammirare la nostra valle, le punte, i colli, senza voler confrontarsi con il cronometro quale unico scopo.
perchÈ nonostante il fiato corto, la mancanza di allenamento, le gambe stanche - di qualcuno -, il vento (anche abbastanza freddo, verso le 11) e le previsioni del locale dimostratesi infondate, si È riusciti a proseguire tutti insieme.
per non aver dimostrato paura nel percorrere i sentieri pieni di foglie, nonostante l'incontro con il viperetto.
infine, per aver sopportato le mie chiacchiere ed ora il mio scritto.
Grazie ancora a tutti ... e ... arrivederci!"
Maria A.

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   1 aprile - Dormillouse


Un gruppo di amici, per la precisione 18, si ritrovano alle grange di Rouilles per la gita alla Dormillouse.
Scorgiamo la neve in alto, quindi, con gli sci sulle spalle, ci incamminiamo per la strada che porta alle grange Chabaud: È solo qui che possiamo calzare gli sci e proseguire sulle tracce di altre comitive che ci precedono.
Alle 12 i primi sono in cima, mentre gli altri arrivano scaglionati. Tutti raggiungono la Dormillouse, dove uno spettacolo, insolito quest'anno, ci incanta: le valli francesi sono immacolate ed anche sul nostro percorso di discesa la neve è fantastica. La discesa è rapida e divertente; arrivati alle grange Chabaud alcuni non si rassegnano a togliersi gli sci e cercano ancora alcune lingue di neve per prolungare il divertimento.
Arrivati alle macchine il sig. Valle ci invita a casa sua al Closs: non ci facciamo pregare e apprezziamo l'ottima torta della sig.ra Valle e qualche bicchiere di buon vino. Chiacchieriamo un po' in allegria quindi ritorniamo a Torino.
Sergio Bosa

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   8 aprile - Poggio Pini


Partiamo con un tempo incerto, nuvoloso. A Pinerolo però il cielo è azzurro e ci fa sperare in una bella giornata.
Nella prima parte della gita si attraversano molte frazioni, quindi il sentiero si inoltra nel bosco; seguendo una bella segnalazione gialla si arriva al Poggio, bellissima balconata sulla Val Chisone. Breve sosta per il pranzo, anche perchè il cielo si è rannuvolato e non promette niente di buono.
Riprendiamo il nostro percorso circolare e tocchiamo le cascine Pini e la fraz. Ribetti. Con una bella mulattiera ritorniamo a San Germano Chisone dove mangiamo la torta portata da un gentile socia e quindi ripartiamo per Torino.
Sergio

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   28 aprile - 1 maggio - Oberland Bernese


E così, dopo cinque anni dalla precedente esperienza e con qualche anno in più sulle spalle, siamo tornati in gita sociale in Oberland Bernese. Trentadue partecipanti - 22 soci di Torino, 2 di Genova ed 8 nostri amici - non sono pochi per una gita sociale: ma tutto è andato liscio, aiutati dalla Provvidenza che ci ha consentito di vivere quattro meravigliosi giorni in un ambiente bellissimo accompagnati da un tempo stupendo.
La partenza è avvenuta come stabilito, in auto da Torino alle 4:30 di sabato 28 aprile. Alle 8:30 eravamo a Briga, ove ci aspettavano gli amici di Genova Sandro e Paolo, e alle 9:01 salivamo con puntualità svizzera sul treno che ci avrebbe portato sino allo Jungfraujoch, attraverso Spiez, Interlaken, Wengen, con altrettanti cambi. Da Wengen il trenino a cremagliera si è arrampicato, in un ambiente da favola, sotto la nord dell'Eiger per poi entrare in galleria e uscire ai 3454 m dello Jungfraujoch: un mare di neve e di ghiaccio ha fatto la gioia dei nostri occhi; inforcati gli sci siamo lentamente saliti alla capanna del Monch, per facile percorso.
La quota e un vento freddo si facevano sentire e così i più sono rimasti al rifugio, mentre un gruppetto di intrepidi è partito per il Monch, visto il tempo bello e le ottime condizioni della salita. Qualcuno rinuncerà poco oltre metà strada, in 6 arriveranno in vetta alla spicciolata, dove un vento teso impediva lunghe soste.
A sera la cena è andata giù veloce, nonostante qualche mal di testa e molta allegria. Poi il tavolato della camerata, malgrado il non molto spazio a disposizione ma sempre bene accetto, ci ha permesso un sereno riposo. Qualcuno, è vero, ha fatto un pò di "segatura", ma sono inconvenienti del tutto superabili!
Al mattino in 6 siamo partiti presto per la variante che ci ha visti impegnati sulla faticosa risalita (soprattutto i 150 m con gli sci a spalle) della Fieschersattel. Un pò di vento lungo l'affollato va e vieni per la cresta di misto che dal colle porta in vetta al Gross Fiescherhorn (4048 m); panorama quasi nullo a causa delle nubi che lambiscono le vette. Discesa al colle, breve traverso in sci, leggera risalita, poche decine di metri a piedi ed ecco il 2° quattromila della giornata: l'Hinter Fiescherhorn (4025 m). E' tornato il sole, il panorama estesissimo È veramente impressionante: montagne a perdita d'occhio in ogni direzione.
In discesa subiamo le conseguenze delle nevicate della scorsa settimana e del caldo delle conche del ghiacciaio: la neve è profonda, pesante, far girare gli sci è faticoso, ma si cerca ad ogni costo di non cadere, rialzarsi con lo zaino carico sarebbe ancora peggio. La seraccata centrale ci distrae un poco, e poi una lunghissima scivolata - qualche chilometro - per ricongiungerci con elvetico tempismo al gruppo principale che sta arrivando al rifugio proprio in quel momento.
La maggioranza, infatti, consumata la colazione, è scesa lungo l'Ewischneefeld fino alla Konkordiaplatz, ricamando sulla neve in un ambiente superbo. Dopo una sosta sotto le balze della Konkordiahutte, messe le pelli agli sci, con una salita di due ore abbiamo raggiunto la Grunhornlucke, il colle che ci separa dalla valle del Finsteraarhorn. Pranzo al caldo sole e poi breve discesa con risalita finale alla capanna del Finsteraarhorn (3048 m). Al rifugio siamo rimasti a bighellonare, programmando le salite dell'indomani e attendendo la cena che ci è stata servita alla tedesca, con piatti a base di wusterl e pancetta. Poi tutti a nanna in una camerata quasi tutta per noi, confidenzialmente soprannominata da Roberto Baffert "il lager". Durante la notte due tedeschi hanno tentato di aprire le finestre, ma È stato fatto capire loro che non era il caso. Ove dicesi la forza della persuasione! (trentadue contro due).
Al mattino alle 3:30 il primo gruppetto, Maurizio e amici, è salito al Finsteraarhorn (4273 m) mentre noi ci siamo divisi in due comitive: una parte al Wannenhorn e una parte al Weissnollen.
I primi 10 a partire hanno dovuto sfidare il caos della distribuzione della colazione: per fortuna la giornata splendida ed il superbo ambiente glaciale in cui si svolge la salita al Gross Wannenhorn (3905 m) fanno dimenticare tutto ciò. Sulla sinistra, grossi crepacci costituiscono un elemento di varietà, mentre lo sguardo si attarda verso il Finsteraarhorn e soprattutto verso l'itinerario di rientro, che dovremo affrontare il giorno seguente. La dorsale che porta in vetta è tutta percorribile in sci ed una brezza fresca ci obbliga a tirar fuori maglione e giacca a vento. Ancora una volta il panorama dalla vetta si allarga a perdita d'occhio. La discesa è molto bella per i primi 300 m di dislivello, poi purtroppo ritroviamo neve pesante e crostosa, ma fortunatamente gli zaini sono più leggeri e più o meno bene arriviamo in basso. Sosta per rimettere le pelli, alleggerirsi degli abiti di troppo ed iniziare la risalita di circa mezz'ora per rientrare in rifugio. E per strada chi troviamo? Il gruppo più numeroso che ha effettuato la facile e molto bella salita ai 3594ÿm del Weissnollen, lungo un regolare pendio che li ha portati con gli sci fino in vetta. Panorama stupendo su tutte le montagne circostanti e una breve preghiera di ringraziamento, poi discesa con neve non bellissima nell'ultima parte. Ritorniamo così tutti soddisfatti alla Finsteraarhornhutte ove ci aspetta una lauta cena a base di spezzatino e macedonia. Ma no, che avete capito! non spezzatino prima e macedonia poi, ma tutto mescolato insieme ed anche un pò piccante. Nonostante tutto lo troviamo buono ed invitante. Sarà la quota!
Lunedì 1° maggio è purtroppo ora di tornare a casa. Scendiamo di buon'ora, quando il sole illumina appena le punte, per il Fieschergletscher su una neve perfettamente trasformata e ben presto ci mettiamo le pelli per riprendere a salire alla Galmilucke (3293 m). Tra i seracchi la lunga fila dei 32 partecipanti si snoda ordinata e compatta, anche grazie al ringhiare di Giorgio: a qualcuno viene da pensare al Buscaglione, il quale sostiene che la sezione di Torino non sa andare in montagna! Dopo due ore e mezza raggiungiamo il colle, ove i primi hanno installato una corda fissa per agevolare la breve discesa senza sci.
Quando tutti sono pronti, iniziamo la discesa che ci porterà a Munster, con due risalite brevi ad altrettanti colletti e una discesa finale con neve marcia e pesante. L'ultima ora È con gli sci a spalle, per una fitta pineta sino ai verdi prati della valle del Rodano. Qui riprendiamo il treno che ci porta a Briga. Tutti sono soddisfatti ed in cuor loro possono trarre un respiro di sollievo anche gli organizzatori perchè tutto è andato per il meglio.
Pilli Ravelli e Giorgio Rocco

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   28 aprile - 1 maggio SELVA NERA


Ore cinque: il risveglio è drammatico! Ma le motivazioni lo giustificano ampiamente: 4 giorni all'insegna del riposo (poco!) e del divertimento (molto!). Stiamo parlando, ovviamente, della gita "natural-turistica" organizzata dalla Giovane Montagna alla Selva Nera e dintorni. La partenza mattutina del sabato 28 aprile vede tutti puntuali (o quasi!) e il lungo tragitto in pullman, attraverso Italia, Svizzera, Germania e Francia, permette ai novelli aggregati alla Giovane Montagna di socializzare con i veterani che possono vantare anche sessant'anni di associazione (vedi signora Bice).
Nel pomeriggio della medesima giornata, un pò intontita dalle ore trascorse in autobus, la "truppa" sbarca a Colmar, piccola cittadina alsaziana che ci ha ospitati per questa vacanza. Vivamente consigliata, e peraltro davvero meritevole, è a questo punto la visita al Museo dell'Unterlinden, che raccoglie numerose opere d'arte, pitture e sculture a carattere religioso raccolte nelle zone circostanti; ma molte sale, forse le più apprezzate, sono dedicate alla mostra di oggetti, costumi utensili, mobili tipici della regione, magari adoperati fino a qualche decennio fa o forse ripescati in qualche solaio.
E dopo la visita all'Unterlinden, una tranquilla passeggiata per le vie del centro di Colmar, in mezzo al mercatino e ai vicoli, tutti armati di macchina fotografica, alla ricerca di angoli caratteristici e particolari curiosi. Doverosa anche un'occhiata alla cattedrale della città, che si slancia verso l'alto in un fiorire di archetti, guglie, contrafforti e rosoni, splendido esempio di gotico mitteleuropeo. Già leggermente affamata la G.M. si ritrova sul pullman e con questo raggiunge l'ostello della gioventù, dove trova sistemazione nelle ampie camerate in cui l'arredamento spartano e la stretta comunanza sembrano togliere un pò di anni a tutti: quasi quasi pare di essere in gita scolastica!
Finalmente giunge anche il momento della cena: qualche delusione, prevedibile, nello spiluccare verdurine e patate, anzichè assaltare un buon piatto di spaghetti, ma ben presto anche la cucina alsaziana diventa motivo di battute e di allegria.
Poiché anche il giorno successivo la sveglia suona presto, si consiglia un sonno precoce, ma come resistere alla tentazione di far riaffiorare i ricordi nell'euforia delle camerate, oppure di far due chiacchiere in corridoio fra i più giovani, per conoscersi meglio e per conoscere qualche altro ospite dell'ostello?
Ma il tempo incalza: è già domenica mattina e subito dopo colazione, via! tutti sul pullman, diretti alla volta di Friburgo. La pittoresca cittadine tedesca ci accoglie con la pace di una tranquilla mattinata di giorno festivo: la quiete della piazza principale forse esalta ancora di più la maestosità della cattedrale, amplifica il suono delle campane che richiamano i fedeli per la S. Messa, rende più allegro lo scrosciare dell'acqua nei canaletti di scolo che contribuiscono a rendere più pulita la città. Mentre ammiriamo tutto questo Friburgo si va svegliando: ed ecco allora il via vai della gente per le strade, lo sferragliare di un tipico tram; il rumore di alcune auto veloci e il più silenzioso passaggio di sfreccianti biciclette e, su tutto, il vociare di numeroso turisti.
Ma il tempo a nostra disposizione per far conoscenza con la città è già trascorso: eccoci nuovamente sul pullman che ci trasporta fino alla zone del Feldberg dove si svolge l'escursione per raggiungere la cima di maggior altitudine dei dintorni. La passeggiata è breve, lo sforzo è minimo e ben pochi rinunciano alla camminata anche perchè, raggiunta la meta, lo spettacolo è notevole: lo sguardo spazia per chilometri e chilometri in ogni direzione , le pinete si distendono a perdita d'occhio e talvolta, sui monti più elevati, i pini lasciano il posto a chiazze di neve, tracce inevitabili di un inverno ancora recente.
Se la salita non è stata lenta, dopo aver raggiunto anche le cime dei colli vicini alla punta più alta, ci porta altrettanto rapidamente al nostro autobus che, costeggiando il lago Titisee, percorrendo la splendida e verdeggiante campagna tedesca, attraversando le storiche acque del Reno, ci porta a Colmar. Qui per la maggior parte è tappa d'obbligo la S. Messa nella cattedrale, mentre per altri, meno devoti o forse solo più pigri e più stanchi, si prospetta un pò di riposo e una rinfrescante doccia all'ostello della gioventù.
Il gruppo si riunisce nuovamente attorno al tavolo della cena, apparecchiata, come la sera precedente, nel ristorante "da Peter", fornitore anche del "pranzo al sacco" un pò di fortuna, consumato nei pressi del Feldberg. A nulla sono valse le proteste, un pò indignate e un pò scherzose di Anita, per ottenere migliore trattamento: sembra proprio che in Francia i "pranzi al sacco" si servano nei secchi di plastica!
Prima di tornare in albergo per un meritato riposo alcuni coraggiosi si accingono ad una breve passeggiata alla scoperta di Colmar notturna; ovvia qualche perplessità nel constatare che la tranquilla cittadina conosciuta di giorno, alla sera cambia volto: la vetrina di un bar infranta, auto della polizia in pattugliamento, locali di dubbia affidabilità oppure chiusi, convincono il gruppetto ad un solerte rientro: ancora una volta meglio chiacchierare nel giardinetto o nei corridoi dell'ostello e poi a nanna!
Un sole raggiante ci sveglia e ci accompagna anche il giorno successivo nella visita a Strasburgo: la scoperta della città È come sempre lasciata alla fantasia di ognuno; è consigliata la visita alla cattedrale e al centro storico, alla Petite France, al castello di Rohan: il ritrovo è fissato per le tredici al pullman, per dar modo, a chi lo desidera, di ammirare il celebre orologio astronomico che alle 12:30 suona mettendo in moto dei meccanismi a carillon. Ed è così che, dopo aver gironzolato per Strasburgo e averne ammirato l'estensione dall'alto della torre campanaria della cattedrale, una gran parte del gruppo si accinge a più di mezz'ora di coda nella calca per ammirare questo prodigio tecnologico. Ma la delusione è grande scoprendo che tutto si risolve nella sfilata di alcune figure ai dodici rintocchi dell'orologio, nel piano più alto e meno visibile dell'imponente apparato.
Perciò rapidamente ci ritroviamo al pullman, ancora una volta punto di riferimento, che ci conduce dopo una sosta in autostrada per un sempre più spartano pranzo, nel cuore della Selva Nera nei pressi di Baden Hohe. Qui ha inizio la tranquilla passeggiata che ci permette di apprezzare la bellezza di una natura ancora quasi incontaminata: la maestosità dei pini che si innalzano verso il blu del cielo; il cinguettio degli uccelli, invisibili ai nostri occhi ma continuamente presenti con le loro melodie; il profondo silenzio, interrotto soltanto dalle voci della compagnia che si smorzano nel folto della vegetazione. Sfortunatamente però ad un tratto il sentiero percorso risulta interrotto da un groviglio di alberi caduti nelle settimane precedenti per cui solo una parte del gruppo decide di proseguire cercando ostinatamente, e infine trovando, un passaggio che permette loro di raggiungere la torre, meta della gita, mentre gli altri si danno a ripercorrere i loro passi, con la mente già rivolta ad una fresca birra o ad una fetta di torta che li attende nel locale vicino a cui il nostro autobus attende.
Poi il gruppo si ricompone e con un pò di ritardo si parte alla volta di Colmar, dove ci attende la cena, non nell'ormai abituale ristorante da "Peter", ma in una più moderna "Cafètèria", una sorta di fast-food; cambia l'ambiente ma non il cibo: la cucina alsaziana ha colpito ancora! (o forse noi italiano siamo abituati troppo bene dai nostri spaghetti?). Dopo cena un'occhiata veloce a Colmar, poi rapidamente in ostello perchè ci sono da fare i bagagli: ahimè! È già arrivata l'ultima sera; la nostra bella ma breve vacanza sta volgendo al termine. Questo non È certo motivo di malinconia, anzi rappresenta uno stimolo ad infittire il chiacchierio nelle camerate o le corse nei corridoi; scende, infine, la quiete; le ore notturne trascorrono veloci ed È di nuovo una splendida mattina soleggiata che ci desta ed assiste, dopo la colazione, al nostro arrivederci a Colmar.
Ma prima di imboccare la via del ritorno, una breve visita alla vicina cittadina di Riquewihr, località di antiche tradizioni vinicole. Infatti nell'esiguo tempo a disposizione qualcuno approfitta per acquistare alcune bottiglie di ottimo vino, sfidando le varie frontiere! (siamo proiettati verso l'Europa unita e il mercato libero!). I minuti passano, e dopo aver percorso le vie più caratteristiche, ammirando le case e le "winstub" dai tipici muri con i graticci, ci avviamo sulla strada che ci riconduca a Torino.
Una tappa ancora in Svizzera alle cascate di Schaffausen dove consumiamo anche l'ultimo pranzo al sacco, migliorato senza dubbio come confezionamento (un elegante e pratico vassoio a scompartimenti) ma di poco differente dai precedenti in quanto alla qualità del cibo stesso. Dopo pranzo un paio d'ore vengono dedicate alla contemplazione delle cascate, davvero imponenti e maestose: i più tranquilli optano per una passeggiata lungo il corso del fiume al fine di raggiungere alcuni punti panoramici al di sopra delle acque. I più "avventurosi" invece, preferendo vivere la natura da protagonisti, affrontano le cascate su di un battellino turistico che trasporta i passeggeri dalla riva fino ad un isolotto posto al centro del fiume, proprio in mezzo allo scrosciare dell'acqua; e qui, sentendosi nipoti di J. Livingstone, o almeno cugini di Indiana Jones, si moltiplicano le foto e la ricerca delle inquadrature spettacolari, che rendano al meglio la grandiosità delle cascate.
Con gli occhi ancora ricolmi del biancore delle acque spumeggianti e del verde smeraldo delle acque più calme, risaliamo infine tutti quanti sul nostro autobus, diretti alla volta di casa. Il resto del viaggio si svolge con tranquillità, fra fitte chiacchierate e pause di assopimento; due ultime soste, una nei pressi di Losanna per ammirare la bellezza del lago, ed una ad Aosta, per un breve spuntino-cena, prima dell'arrivo a Torino. All'arrivo tante strette di mano, saluti, abbracci, con la promessa di rivederci quanto prima, per condividere altre giornate di allegria e di spensieratezza.
Un grazie di cuore all'autista che ci accompagnati e a tutti coloro che hanno reso possibile questa bella esperienza, con la speranza che, sull'onda del successo di questa gita, ne organizzino presto altre con questa formula.
Giovanna Bonfante

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SERATE IN SEDE


   Giovedì 19 aprile


Giancarlo Grassi esponente di primo piano dell'alpinismo italiano ci ha presentato una serie di immagini tratte da una sua recente spedizione in Patagonia. Illustrazioni di quei luoghi e di quelle famosissime cime come il Cerro Torre e il Fitz Roy ne abbiamo viste un po' tutti, dato che quella zona è particolarmente cara agli alpinisti italiani e quindi ben documentata.
Le foto di Grassi però hanno permesso di addentrarci profondamente in quel mondo bizzarro dove la perenne lotta fra il clima e le vette ha creato un ambiente del tutto particolare, fatto di ghiacci mirabilmente abbarbicati a straordinarie guglie di granito. Il ghiaccio, elemento peculiare, è diventato per l'autore l'elemento guida per raggiungere mete ambiziose, difficilmente conquistabili per altre vie. Così canalini, goulottes, cascate e ogni altra parte dove il ghiaccio creava un continuo fra la base e la vetta sono serviti all'autore come "comodi sentieri" su pareti paurosamente impraticabili per verticalità e assoluta mancanza di appigli.
Giancarlo Grassi che durante la proiezione è stato molto prodigo di commenti e spiegazioni non ha trascurato gli aspetti paesaggistici di quella zona, ed in particolare si è a lungo soffermato sulle bizzarre forme che il vento scolpisce nelle nuvole in corrispondenza delle vette, meravigliose costruzioni di linee e di colori.
Al termine della proiezione penso che a tutti sia venuta voglia di andare prima o poi da quelle parti a vedere con i propri occhi quell'angolo del pianeta; in attesa di questa opportunità ringraziamo l'autore per la sua disponibilità, augurandoci di poterlo nuovamente ospitare in sede per un'analoga occasione.
Alberto

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VITA SEZIONALE


   CONSIGLI SEZIONALI


Nel Consiglio Sezionale del 02-04-1990 c'è stata una lunga esposizione del Presidente Ravelli, che, in serata negativa, ha trovato da ridire su tutto e su tutti, da come vanno e non vengono affrontate le cose al Consiglio Centrale (reduce da una riunione a Verona) a come sono state gestite ed effettuate alcune gite in calendario, fino alla sua impressione che ogni gruppo vada per conto suo. La tensione si è allentata parlando poi della fornitura di vino per lo Chapy.
Nel Consiglio Sezionale del 14-05-1990 si è parlato di problemi più concreti, quali il libro sul 75° della Sezione, l'apertura estiva del Reviglio, le gite sociali fatte e in calendario.
IL PROSSIMO CONSIGLIO E` CONVOCATO PER
LUNEDI` 11 GIUGNO ALLE 21:15

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   NUOVI SOCI


Sono stati ammessi a Soci:
SALASCO Paola ANSELMETTO Anna

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   Lutti


E` mancata la mamma della socia Luciana ROSSO; a lei e a tutti i familiari le condoglianze della Sezione.

E` mancato Roberto ROSSO, socio della nostra Sezione con il fratello Riccardo sin dagli anni precedenti all'ultima guerra, quando aveva svolto una buona attività alpinistica specie in cordata con Luigi Rocco.
Fedelissimo al Rocciamelone non mancava alle gite a manifestazioni in vetta sino a quando le condizioni di salute glielo permisero.
Ai familiari, a Roberto e Sergio le condoglianze della Sezione.

Ci uniamo al dolore della socia Giovanna PARI RASTELLI per la perdita della mamma Alessandra FINO, già socia della Giovane Montagna negli anni '20, compagna di gita di PierGiorgio Frassati.

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