Scarica notiziario originale in formato pdf - Itinerari alpinismo trekking scialpinismo
Scarica notiziario originale
(formato pdf 14.8Mb)

Notiziario Sezione di Torino Giugno 1989



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








VITA SEZIONALE


   SETTANTACINQUE ANNI


Nel lontano 1914 dodici soci fondatori, provenienti da un altro gruppo tra i più attivi a quei tempi - il Coraggio Cattolico - si ritrovano in una comunione di intenti e di ideali a costituire la Giovane Montagna.
Perché la nostra Associazione sia nata proprio nel 1914, e non già dieci o venti anni dopo, e sugli scopi che allora si prefissarono i dodici amici, si è già detto e scritto molto, ma ritengo sia utile oggi ricordare.
La Giovane Montagna nasce, e non è un caso, in via Arcivescovado 12, nel palazzo della Curia, e nasce in un periodo tra i più tormentati della vita politica e sociale della nostra Nazione, alla vigilia del primo conflitto mondiale; prende l'avvio avendo come scopo l'esigenza di fare soprattutto dell'alpinismo, anche di alto livello: "... non intendiamo limitare il campo delle nostre escursioni alla Sacra di San Michele o al Santuario di S. Abaco ..." è detto nel primo numero del Bollettino Sociale.
In quel lontano 1914 il CAI, a Torino, ha già cinquant'anni di vita, ma quello che allora la Giovane Montagna viene a proporre è totalmente nuovo e innovativo rispetto ad una concezione della montagna che, proprio in quegli anni, va rapidamente cambiando: l'alpinismo, infatti, da elitario sta diventando popolare, ma rimane pur sempre un esercizio materiale di sana competizione sportiva e di evasione dalla vita quotidiana; ed è così che si viene a contrapporre la concezione nuova di chi, pur percorrendo gli stessi sentieri e raggiungendo le stesse cime, considera anche e soprattutto il lato spirituale della montagna. Il fatto poi che l'agognata gita cada sempre e solo di domenica (non dimentichiamo che non esistevano, all'epoca, né fine settimana, né Messe prefestive) porta a far sì che le uscite della Giovane Montagna abbiano come caratteristica principale il poter assolvere innanzi tutto al precetto festivo nel giorno dedicato al Signore; fu così che i soci furono soprannominati "quelli della Messa nel sacco".
Queste sono state le premesse che hanno portato alla nascita della nostra Associazione, valide e attuali ancora oggi e, oserei dire, più valide e attuali in un mondo come il nostro che è andato via via smarrendo pericolosamente il senso della Sacralità dei Monti e che lentamente, soprattutto in Italia, così come ha ricordato il Santo Padre, sta smarrendo la Fede.
L'evoluzione della nostra Sezione è ormai storia e sta a testimoniare quanto in questi settantacinque anni è stato fatto dai dirigenti e dai soci che le hanno dedicato parte o tutta la loro vita.
Mi sia allora consentito ricordare innanzi tutto le realizzazioni che testimoniano la nostra vitalità:
- Rifugio S. Maria in vetta al Rocciamelone (1923)
- Bivacco Carpano al Piantonetto (1937)
- Bivacco Pol al Gran Paradiso (1946)
- Rifugio N. Reviglio allo Chapy d'Entrèves (1958)
- Bivacco Rainetto al Piccolo Monte Bianco (1964)
- Bivacco Ravelli alla Grande Rousse (1982)
E, per un'associazione piccola come la nostra, scusateci se è poco!
La caratteristica principale è e resta ancora e sempre il volontariato di chi vuole donare una parte preziosa del suo tempo alla Giovane Montagna; nel vedere i risultati di tutti questi anni, costituiti non solo e non principalmente da opere materiali, ma soprattutto da affetti, amicizie, intrecci di vite e di esistenze, a volte anche arrabbiature e incomprensioni, ci si rende conto di quanta importanza essa abbia avuto nella vita o nella formazione di ciascuno di noi. E tutti i soci che sono passati tra le nostre fila in questi anni hanno dato sempre qualche cosa agli altri e l'hanno dato con il Cuore. Ecco perché rimaniamo e rimarremo un'Associazione unica, ineguagliabile, al di fuori degli schemi di altre consorelle; ecco perché, nonostante tutte le difficoltà contingenti che via via abbiamo incontrato sul cammino, siamo ancora vivi e ci reputiamo in grado di dire ancora per molto tempo qualche cosa di valido e positivo.
Anche se non siamo qui per guardare solo al nostro passato, per quanto importante e grande possa essere, ma per tendere verso il futuro, è tuttavia doveroso ricordare quelle persone scomparse che hanno dato un'impronta profonda alla nostra Sezione e che, accanto ad altre il cui contributo è stato più modesto ma certo non meno importante, hanno consentito alla Giovane Montagna di vivere la sua straordinaria avventura. Potrei citare i loro nomi uno per uno, ma sono sicuro che sono e vivono nel cuore di tutti noi.
Mi si consenta, invece, di ricordare chi, tra i nostri Soci, ha chiuso la sua giornata terrena sui monti, compagni di cordata meravigliosi ed esempi di giovinezza cristiana che dall'ultima gita non sono più tornati.
La dolorosa catena inizia nel 1923 con Nino Lorenz caduto allo Château des Dames, ove è stata poi eretta una croce in suo onore. Poi nel 1929 Eugenio Saragat, nel 1932 Carlo Bianchetti, nel 1933 Vittorio Sigismondi sulla Cima Grande di Lavaredo; nel 1936 Gino Carpano sulla Bessanese, nel 1952 GianPaolo Fenoglio sulla Sud del'Aiguille Noire, nel 1971 Gino Rainetto al ritorno da una gita scialpinistica, nel 1988 Roberto Calosso sul ghiacciaio del Brouillard e, ultimo, Stefano Veronese alla palestra di Borgone lo scorso autunno. E mi si consenta di accomunare loro un altro caduto della Giovane con un mio personale ricordo.
E' rimasta fissa nella mia mente la visita che, quand'ero fanciullo, alla vigilia di Natale facevo con il mio papà ad una casa di corso Castelfidardo ove viveva un'anziana signora ammalata. Quella signora era la mamma dell'ingegner Carlo Pol, indimenticabile figura della nostra Sezione, ucciso dall'insidia di un bombardamento aereo a Bra nel 1944, a pochi giorni dalle nozze. Egli resta il simbolo degli uomini che hanno fatto grande la nostra Associazione e va ricordato non solo per le sue doti di cristiano coerente e impegnato accanto a Frassati nella FUCI di mons. Montini, ma anche per quello che ha dato alla Giovane, prima come Presidente della Sezione e poi come direttore della Rivista: egli fu, per molti anni, il fulcro della vita organizzativa ed alpinistica sezionale.
Ma non si vive solo sull'onda dei ricordi, gli esempi sono tanti e ci spronano a continuare l'opera intrapresa, perché la Giovane Montagna possa vivere e dare ancora molto, come ha fatto in passato, ai giovani di domani; la consapevolezza di chi la guida e la dirige oggi, dei responsabili di tutte le varie iniziative sociali, pur tra mille difficoltà e a volte tra qualche incomprensione, deve essere quella di chi è conscio di appartenere ad un'Associazione diversa e un po' atipica, che non ragiona mai in termini prettamente utilitaristici o materiali, ma in cui palpita soprattutto un Cuore.
In conclusione mi sia consentito riportare le stupende paroe che Natale Reviglio scrisse nel 1954 in occasione dei quarant' anni di vita nostra e ancora oggi attualissime:
"Agile o faticosa, comunque, questa vita ha sempre voluto o saputo essere un'ascesa. Non solo nell'altimetria dei monti scalati ma, per mezzo di questa, in quello dello spirito. Poiché lo si sente e lo si crede, si è cercato in ogni contatto con il monte, come in ogni pagina diffusa, di ubbidire a quella legge di gravitazione spirituale che, all'opposto di quella fisica che chiama ogni corpo al basso, attrae ogni anima all'alto."
Ci consenta il Signore di essere ancora a lungo fedeli propugnatori del nostro scopo e del nostro programma, così come enunciato nel primo numero del bollettino sociale del 1914 e mirabilmente sintetizzato nei primi articoli del nostro Statuto Sociale.
PierLuigi Ravelli

Torna a inizio pagina


   REGOLAMENTO SEZIONALE


I Consigli Sezionali del 17-02 e del 13-03 hanno approvato il nuovo Regolamento Interno della sezione di Torino. Tale regolamento sarà esposto nella bacheca della Sede per visione ai Soci, e sarà sottoposto ad un'assemblea straordinaria da convocarsi nel prossimo autunno. Non sono state introdotte sostanziali modifiche rispetto a quello attualmente in vigore, ma si è trattato solo di aggiornamenti e miglioramenti.
Il Presidente

Torna a inizio pagina


   RIFUGIO NATALE REVIGLIO CHAPY D'ENTREVES - COURMAYEUR


VACANZE ESTIVE 1989

Il soggiorno estivo 1989 al Rifugio Natale Reviglio è riservato sempre ai Soci Giovane Montagna in regola con la quota sociale dell'anno. Chi vuole partecipare al soggiorno deve attenersi ad alcune regole fondamentali qui brevemente illustrate:


NORME GENERALI: Il soggiorno è riservato ai soci delle Sezioni della GM in regola con l'annualità in corso. Alla pulizia ed al buon funzionamento della Casa sono pertanto tenuti a collaborare tutti i partecipanti, i quali si impegnano, all'atto dell'iscrizione, ad aiutare il direttore di turno in ogni lavoretto necessario per il buon governo del Rifugio stesso.

TURNI: I turni hanno inizio con il pranzo della domenica e termine con il pranzo dell'ultima domenica di permanenza. Nessun rimborso è dovuto a chi, per qualsiasi motivo, dovesse interrompere il turno iniziato e nessun rimborso per pasti non consumati. Sussiste la possibilità di parcheggiare l'auto all'inizio della strada che sale al Rifugio, mentre il transito sulla stessa è assolutamente vietato dalla Autorità Regionali. Non sono ammessi animali domestici, mentre è obbligatorio dotarsi di lenzuola e federe (anche per quanti hanno la preferenza del sacco a pelo).
In caso di dimenticanza è disponibile un modesto numero di lenzuola e federe in loco.
La camera o il posto letto devono essere lasciati liberi, ordinati e perfettamente puliti per le ore 11:00 della domenica fine turno.
Il soggiorno estivo 1989 avrà il seguente calendario:
9/16 Luglio 6/13 Agosto
16/23 Luglio 13/20 Agosto
23/30 Luglio 20/27 Agosto
30 Luglio/6 Agosto


PRENOTAZIONI: Le prenotazioni si ricevono inviando apposita scheda compilata in ogni sua parte alla Giovane Montagna - Sezione di Torino, Via S. Ottavio 5 10124 TORINO. Prima dell'invio della scheda sincerarsi della disponibilità dei posti.

Torna a inizio pagina


   GITE ESTIVE ORGANIZZATE DAL RIFUGIO NATALE REVIGLIO


A seguito anche del buon esito conseguito lo scorso anno, nel 1989 si intende ripetere l'effettuazione di gite organizzate al di fuori del gruppo del Monte Bianco durante l'apertura estiva del rifugio Reviglio.
Il programma di massima, che prevede la gita a metà del turno settimanale a seconda delle condizioni del tempo riscontrabili alla vigilia, è il seguente:

1ª settimana: Mont Fallère 3061m
Riproposta della gita non effettuata lo scorso anno; punto panoramico eccezionale su tutte le montagne valdostane, la vetta è raggiungibile in circa 4 ore da Vetan (1780m), con un dislivello di 1300m, riducibile a 1000, o anche meno, percorrendo in auto strade interpoderali.

2ª settimana: Punta Basei 3338m
Facile vetta della Val di Rhêmes; da Thumel (1900m) per il rifugio Benevolo (2285m) in circa 5 ore; consigliabili corda e ramponi.

3ª settimana: Cima d'Entrelor 3430m
Bella traversata di fronte al Gran Paradiso, con partenza ed arrivo da Pont Valsavaranche. Salita per il Vallone delle Meyes ed il Col Percia (3152m); discesa per il Ghiacciaio di Aouille ed il Pian Borgno, per complessive 8/9 ore. Necessari corda, piccozza e ramponi.

4ª settimana: Aiguille du Tour 3544m
Gita che si vorrebbe estendere ad una comitiva B data l'eccezionalità della zona, stupendamente panoramica. Da Champex (1466m) con la seggiovia a la Côte de la Breya (2300m circa); in quasi 2 ore alla Cabane d'Orny (2826m), di fronte al Clocher du Portalet, considerata la più bella parete di roccia delle Alpi Occidentali; dalla Orny in circa 1 ora di ghiacciaio elementare, in parte evitabile per sentiero, alla Cabane du Trient (3170m) di fronte alle magnifiche Aiguilles Dorées.
Comitiva A per il facile Ghiacciaio del Trient al Col du Tour e semplice cresta di roccia alla Aiguille du Tour (2/3 ore).
Comitiva B alla Pointe d'Orny (3269m) punto panoramico sul Bianco, Argentière ed Aiguille Verte.
Indispensabili corda, piccozza e ramponi per la comitiva A.

5ª settimana: Becca di Suessa 3420m
Da Uselères (1800m) al Rifugio Bezzi (2284m) in circa 2 ore. Raggiunto il Colle Vaudet (2830m) si risale la cresta Nord sino alla quota 3112 (evitabile) e quindi per il Ghiacciaio di Suessa alla cima. Indispensabili corda, piccozza e ramponi.

6ª settimana: Becca d'Oren 3525m
Dalla diga di Placemoulin (1900m) si raggiunge il rifugio Nacamuli (2818m) ex Col Collon, percorrendo l'interessante e selvaggia Comba d'Oren. Per il Col Collon (3087m) ed il Col de l'Evêque (3392m) alla cima su facili ghiacciai in circa 3 ore. Necessari corda, piccozza e ramponi.

A giudizio dell'organizzazione è possibile lo spostamento delle mete per motivi di tempo, condizioni della montagna, partecipanti.
Eventuali mete alternative possono essere:
- Monte Emilius (3559m) disl. 1500m
- Grande Arolla (3246m) disl. 1600m
- Becca Blanche (3261m) disl. 1650m
- Bec du Lac (3396m) disl. 1500m
Le prime tre gite saranno effettuate in giornata, le altre tre con pernottamento in rifugio.
L'organizzazione è curata dal responsabile settimanale dello Chapy e da Sergio Buscaglione (tel. 0165/98912 St. Pierre fraz. Vétan (VDA)).

Torna a inizio pagina


ATTIVITÀ PREVISTA


   1-2 luglio - Punta GROBER (3497)


Da Torino, via autostrada TO-MI, a Greggio e poi ad Alagna. Pranzo lungo il percorso. Da Alagna si raggiunge in auto la località Acqua Bianca (1254 m, posteggio in loco). Per facile sentiero si sale all' Alpe Vigne (2247 m), ove è ubicato il rifugio Barba e Ferrero, in 2 ore ½. Pernottamento con possibilità di cena al rifugio.
Domenica mattina di buon'ora si sale la ripida morena del ghiacciaio del Sesia (sentiero - 1 ora 40 min) e si perviene sul poco crepacciato ghiacciaio delle Locce. Di qui al colle delle Locce (3334 m) per un facile pendio (40 min). Dal colle panorama spettacolare sul Monte Rosa e su Macugnaga; una facile ma aerea cresta porta in vetta alla Grober (40 min).
Discesa per la via di salita.

Località di partenza: 1° giorno: Acqua Bianca 1254 m
2° " rif. Barba e Ferrero 2247 m
Dislivello: 1° giorno: 993 m
2° " 1250 m
Tempo previsto di salita: 1° giorno: 2 ore 30 min
2° " 3 ore
Ritrovo partenza: C.Re Umberto/C.Stati Uniti alle ore 11:00
Direttori di gita: P.L. Ravelli tel. 518041
G. Rocco tel. 7712643

Torna a inizio pagina


   20-26 agosto - 13esima settimana di pratica alpinistica


A tutt'oggi il programma dettagliato della settimana organizzata quest'anno dalla sezione di Padova nel gruppo del Brenta non ci è ancora pervenuto. Non appena sarà disponibile verrà esposto in sede.
Torna a inizio pagina


   2-3 settembre - Settantacinque anni al Rocciamelone


All'inizio di settembre era consuetudine, nei vecchi calendari gita della GM, salire al Rocciamelone. Rinnoviamo quest'anno il tradizionale pellegrinaggio ai piedi di Maria sulla vetta, simbolo del nostro alpinismo, a 75 anni dalla nostra fondazione. L'invito è esteso a tutti ed in particolare alle altre Sezioni che volessero unirsi a noi.

Il programma è il seguente:

Sabato 2 settembre:
ore 13:00: Ritrovo dei partecipanti in Via S. Ottavio, 5
ore 15:30: Ritrovo alla Riposa o a Malciaussia
ore 18:00: Ritrovo a Ca' d'Asti o al Rifugio Tazzetti
Cena e pernottamento

Domenica 3 settembre:
ore 6:00: Sveglia e salita in vetta al Rocciamelone
ore 10:00: Santa Messa in vetta

Comitiva A
Località di partenza: la Riposa
Dislivello: 700m + 700m
Tempo previsto di salita: 2h + 2h30min

Comitiva B
Località di partenza: Malciaussia
Dislivello: 850m + 900m
Tempo previsto di salita: 2h30min + 3h30min

Torna a inizio pagina


   8-10 settembre - ASSISI e dintorni


Il programma pubblicato nel notiziario di marzo è stato in parte modificato per permettere una visita meno frettolosa alla città di Assisi.
Riportiamo in breve il programma aggiornato:

Venerdì 8/9. Partenza di prima mattina per Perugia, nel pomeriggio visita della città.
Nel tardo pomeriggio trasferimento a Gualdo Tadino.
Sabato 9/9. Partenza per Assisi; breve sosta a Spello, graziosa cittadina medioevale.
Ad Assisi tempo libero a disposizione dei partecipanti.
Rientro a Gualdo Tadino per la cena.
Domenica 10/9. Dopo colazione trasferimento a Frasassi per la visita della Grotta del Vento; proseguimento del viaggio per la Verna, noto Santuario francescano.
Nel pomeriggio riprendiamo la via del ritorno per Torino.

Notizie logistiche: La sistemazione è a Gualdo Tadino presso il Centro Verde Soggiorno "Don Bosco", in camere a due letti con servizi.
Il costo del viaggio+soggiorno è di 160.000 Lit comprensivo della pensione completa (escluse le bevande), ingresso alla Grotta del Vento, il viaggio in pullman; per sabato 9 e domenica 10 è previsto il cestino da viaggio per il pranzo.
Prenotazione con acconto di 50.000 Lit entro il 13 luglio.
Saldo entro il 31 agosto.
Posti limitati a n°58.
Prenotazioni ed informazioni in sede, tel. 839.87.00 al giovedì sera.
Direttori di gita: Ravelli PierLuigi tel. 518.041 (ore ufficio)
Zenzocchi Cesare tel. 349.79.62

Torna a inizio pagina


   16-17 settembre - Raduno Intersezionale


Anche per questo appuntamento annuale che la sezione di Padova organizza al Passo S.Pellegrino non abbiamo ancora ricevuto il programma. L'unica informazione che siamo in grado di fornire è il costo della mezza pensione, che è stato fissato in 50.000 Lit. Gli interessati si rivolgano in sede per maggiori dettagli.
Torna a inizio pagina


   24 settembre - Monte FRIOLAND (2735)


Si raggiunge in auto Crissolo e la borgata Brich (1529 m). Di qui con comodo sentiero si sale verso Nord al colle delle Porte (2264 m), da cui si ha già un ampio colpo d'occhio sulla pianura, in circa 2 ore 30 min.
Volgendo a sinistra si percorre la facile cresta Sud-Est fino alla vetta del monte Frioland in 1 ora 30 min; panorama estesissimo dalle Alpi Marittime al Monte Bianco e al Monte Rosa (4 ore totali di cammino).

Località di partenza: Crissolo fraz. Brich 1529 m
Dislivello: 1206 m
Tempo previsto di salita: 4 ore
Ritrovo partenza: C.Re Umberto/C.Stati Uniti alle ore 6:30
Direttore di gita: Ettore Briccarello tel. 2734822

Torna a inizio pagina



PROSSIME SERATE IN SEDE


   Giovedì 21 settembre - scialpinismo in SILVRETTA


Il solito Giorgio Rocco presenterà alle 21:30 le diapositive scattate dai (pochi) partecipanti alla gita di 4 giorni nel gruppo del Silvretta, svolta in aprile (vedi resoconto a parte).
Torna a inizio pagina



ATTIVITÀ SVOLTA


   9 aprile - anello di Arnad


Venite, gente, venite alle prossime gite, ché altrimenti dovrete continuare a sorbirvi le mie solite strampalate relazioni.
Spero che, almeno, quelli dello sci-alpinismo abbiano fatto una bella gita perché agli altri latitanti escursionisti debbo proprio dire:
gente di poca fede ...
- Il tempo è stato bello.
- Non abbiamo neanche perso il sentiero, anche perché era materialmente impossibile, sembrava tracciato con il filo a piombo.
- Ciò nonostante, il giro è stato effettuato nelle cinque ore previste dal manuale e corredato da chiacchierate e bevute varie (di ottima acqua.
- Il Torino ha finalmente vinto! (Sarà stato per l'espiazione dei peccati del fedelissimo tifoso di Verrès da noi incontrato in discesa?).
Che dire d'altro?
Eravamo solo in quattro, ma buoni!
Anita

Torna a inizio pagina


   22-25 aprile - Scialpinismo in Silvretta


Sedici partecipanti, quattro vetture, un cielo poco rassicurante. Così si parte alla volta del gruppo montuoso del Silvretta, una zona poco frequentata da quelli della GM, anche perché un po' fuori mano. Avvicinamento alla meta senza intoppi, salvo una lunga sosta in pasticceria a Chiavenna. Passato il confine entriamo nella valle dell'Inn accolti da un inconsueta tormenta di neve. Il tempo non sembra proprio dalla nostra! Giunti a Guarda dove lasciamo le auto, cinque di noi decidono che non è il caso di intraprendere la salita sotto la neve, e così ci separiamo. I "superstiti", sci a spalla, infastiditi da una nevicata tipo "vigilia di Natale", partono alla volta del rifugio "Chamanna Tuoi" dove, dopo circa tre ore e mezza di sfacchinata, verranno accolti da una freschissima tormenta di neve. Il rifugio molto accogliente ci permette di riprenderci in fretta dalla fatica, grazie anche ad una cena quasi pantagruelica. Intanto fuori nevica.
All'alba di domenica il tempo è ancora incerto, nevischia e a tratti c'è vento. Nonostante le perplessità di tutti decidiamo di partire ugualmente per raggiungere la Wiesbadener-Hütte, attraverso il colle denominato "Fuorcla dal Cunfin". La neve fresca e la pendenza sostenuta rendono faticosa la prima parte della salita, poi veniamo superati da tre svizzeri lanciati come bersaglieri verso la vetta del Piz Buin. Nella loro scia riusciamo a progredire più agevolmente. Il tempo continua ad essere chiuso e il morale piuttosto basso, tanto che dobbiamo indire un'assemblea per decidere se continuare o tornare indietro. Democraticamente si decide di proseguire.
Ore 11 di domenica, nevica, visibilità scarsa, siamo a 3117m, varchiamo il confine quasi come contrabbandieri ed entriamo in Austria. La discesa è difficoltosa a causa del consistente manto di neve che frena parecchio gli sci. Il contrasto in tutto quel biancore ci permette di vedere ben poco e procediamo con molta calma.
Ad un tratto le nubi si dissolvono, e ci troviamo nel volgere di pochi minuti sotto un cielo terso. Proviamo tutti un notevole senso di liberazione, sembra di essere piombati di colpo nel bel mezzo di un ghiacciaio in piena veste invernale. Il morale è alle stelle e così scendiamo senza problemi fino al rifugio. Questo ci appare subito come un Hotel da tre stelle tanto è funzionale e raffinato. Cito alcune caratteristiche: vano deposito sci, gabinetti con acqua corrente calda e fredda e sapone liquido, armadi essiccatori per asciugare gli abiti, birra alla spina a volontà, telefono, luce in camera, ecc. ecc. Il pomeriggio della domenica trascorre in totale beatitudine, lontanissimi dalle fatiche del mattino. Meta del giorno seguente la Dreiländer Spitze, poi si vedrà.
All'alba di lunedì partiamo con tempo bello salvo un vento fastidioso e in tre ore circa raggiungiamo la base del pendio che conduce in vetta. Qui alcuni sostano mentre buona parte del gruppo affronta la parte più ripida della salita, che nel suo ultimo tratto si trasforma in una cresta non difficile, anche se in certi punti esposta. Dalla vetta lo scenario spazia su tutto il gruppo e ben oltre. In primo piano domina il Piz Buin e poco più a ovest il Silvrettahorn. Nell'arco di 360° si vedono solo vette; è una sensazione abbastanza rara essere così in alto relativamente alla zona priva di vette superiori a tremilacinquecento metri e non scorgere neppure in lontananza traccia di pianura. Si ha proprio la sensazione di essere nel cuore delle Alpi. Dopo una rapida ed entusiasmante discesa ci ricongiungiamo con chi non era salito in vetta e decidiamo sul programma successivo.
Le possibilità sono praticamente due: o restare in Austria ancora un giorno scendendo fino alla Jamtal Hütte, oppure ritornare in Svizzera fino alla Chamanna Tuoi attraverso lo Jamjoch. Democraticamente si decide per questa seconda soluzione anche se non tutti sono d'accordo. In effetti sembra che a questo punto "l'esperienza Silvretta" sia sufficiente a tutti e che si possa rientrare a casa. Scendiamo pertanto dallo Jamjoch fino al rifugio su di un bellissimo terreno con una neve veramente brutta nella parte alta, e accettabile più in basso. Alla Chamanna Tuoi tre di noi decidono di fermarsi ancora un giorno mentre gli altri preferiscono ritornare.
Mi sono chiesto se fosse il caso di dare una spiegazione a questa scarsa coesione del gruppo, ma poi non ho ritenuto opportuno addentrarmi in risposte che comunque hanno più attinenza con la sociologia che con la logica spicciola di tutti i giorni. Quello che comunque voglio sottolineare è che tutto si evolve e ciò che fino a ieri andava bene oggi è da riconsiderare. Un'analogia a riprova di quanto affermato la voglio citare a proposito del viaggio: per raggiungere il gruppo del Silvretta distante da noi 340 kilometri erano necessarie fino a ieri più di cinque ore, oggi con la superstrada che costeggia il lago di Como ne bastano meno di quattro. Questo fatto deve essere considerato come stimolo a proporre ancora la zona, da tutti ritenuta molto bella, per nuove escursioni scialpinistiche, naturalistiche, o più semplicemente ... turistiche.
A. Guerci

Torna a inizio pagina


   29 aprile-1 maggio - Gorge du Verdon


Sabato 29 aprile.
Per nulla spaventati da un mese di aprile freddo e capriccioso ben 33 partecipanti si ritrovano all'appuntamento per la partenza. Già all'apertura delle prenotazioni si intravvede il gradimento di molti soci per una meta come le Gorges du Verdon: infatti i posti disponibili si esauriscono molto velocemente costringendo alcuni partecipanti a servirsi delle proprie auto.
Come da programma la meta odierna è raggiungere il paese di La Palud, in Provenza, attraverso il percorso Susa, Gap, Sisteron. Il tempo, decisamente bello, ci consente tuffandoci in Provenza di ammirare lo splendido paesaggio e l'affascinante architettura.
Dopo una breve tappa a Moustiers St. Marie (per ammirare le splendide ceramiche e per consentire ad alcuni di placare le atroci sofferenze causate da astinenza di gelato) imbocchiamo finalmente il Canyon du Verdon giungendo a La Palud inaspettatamente sotto la pioggia.
Rapida sistemazione all'Ostello della "Gioventù" (anche se nel gruppo abbiamo solo 4 Under 21) e dopo cena grande performance del nostro Presidente come LAVAPIATTI, che dopo una simile impresa si è assicurato tale compito fino alla pensione.

Domenica 30 aprile.
Uno splendido sole radente i prati luccicanti di rugiada ci dà la sveglia. Dopo esserci ricongiunti con i partecipanti di Torino e Genova giunti in auto, raggiungiamo con il pullman lo Chalet de La Maline (900 m) da dove inizia il sentiero che intendiamo percorrere fino al Point Sublime: 14 km e 6 ore.
Iniziamo compiendo un dislivello di 350 m lungo un sentiero un po' scivoloso e affollatissimo. Ci rendiamo subito conto che la solitudine oggi ce la possiamo dimenticare perché centinaia di persone hanno avuto la nostra stessa idea. Raggiunto il fondo percorriamo il comodo sentiero tra pareti verticali altissime in uno scenario spettacolare. Breve sosta su una spiaggetta, quindi proseguiamo fino all'intersezione del Canyon du Verdon con il Canyon de l'Artuby. Qui con una risalita di 200 m guadagniamo la Brêche Imbert (molto panoramica) e quindi discesa dei 240 gradini delle ripide e spettacolari scale prive di difficoltà, se non per il corpo a corpo che bisogna fare con le persone che procedono in senso inverso.
Qui il Canyon muta il suo asse: da est - ovest diviene nord - sud, con le pareti che si innalzano fino a 700 m ma nonostante ciò il paesaggio è un po' meno spettacolare. Sempre miscelati a questa fiumana umana di francesi e moltissimi italiani raggiungiamo le vertiginose pareti usate dai free-climbers come palestra, quindi i due tunnel un po' invasi dall'acqua e finalmente alle 5 del pomeriggio il Point Sublime. Dopo una birra troviamo ancora il tempo di percorrere con il pullman la strada della Corniche Rive Droite e ci fermiamo sulla sommità delle pareti ad ammirare da vicino le imprese dei free-climbers. Pernottiamo ancora a La Palud, ma questa volta lasciamo i piatti da lavare ai francesi.

Lunedì 1° maggio.
Anche oggi tempo splendido. Con il pullman percorriamo la Corniche Sublime da possiamo rivedere dalla sommità delle pareti il sentiero che abbiamo seguito il giorno precedente. Il ritorno molto ricco e vario è caratterizzato dalla totale unanimità di pensiero dei partecipanti per ciò che riguarda l'itinerario. Il risultato di un simile perfetto accordo ci consente di ammirare più volte lo stesso tratto di strada con relative aiuole spartitraffico, nonché un bel mosaico di Chagall a Vence ed il paese medievale di St. Paul.
Rientriamo quindi in Italia attraverso Ventimiglia e il colle di Nava. Sulle dolci note del Bel Danubio Blu e con un rosso tramonto arriviamo pigramente a Torino quasi per rendere meno brusco il distacco da queste tre giornate piacevoli e serene che ora faranno parte dei lieti ricordi.
A nome della compagnia il relatore ringrazia i capi gita Augusto Mochino e Cesare Zenzocchi per il successo della gita.
E adesso zaino in spalla ...
Loris Valentino

Torna a inizio pagina


   6-7 maggio - Gran Vaudala


Nonostante l'abbondanza di neve che ha caratterizzato il mese di maggio è stata l'unica gita sociale di scialpinismo organizzata ed effettuata nel mese. Piena riuscita e grande soddisfazione per gli otto partecipanti, di cui quattro del gruppo ... pensionati. Bella e facile salita da Thumel all' ospitale rifugio Benevolo e di qui alla vetta; stupenda discesa con bella neve per il vallone di Vaudala, nonostante il canalone finale ingombro di residui di valanga.
Perché solo otto partecipanti?
Sergio Buscaglione

Torna a inizio pagina



VITA SEZIONALE


   Attività Gruppo Pensionati


Lungi dall'idea di voler fare dell'esclusivismo o di farci ammirare perché malgrado gli anni si ha ancora l'entusiasmo per la montagna al contrario di tanti giovani, vogliamo elencare l' attività svolta nei mesi da ottobre a maggio, soprattutto per invogliare altri a seguirci.
A causa della mancanza di neve si rinuncia allo scialpinismo e allo sci di pista per effettuare un po' di escursionismo. Si inizia a fine ottobre con il Colle della Gianna (2525 m), per proseguire in novembre con il Colle di Pra Reale (2525 m), le Rocce Moross (2135 m), la Cima di Rosta (2173 m) e chiudere dicembre con la sempre nostalgica Rocca Sella (1506 m).
Con il nuovo anno si va nell'interessante Vallone degli Invincibili, quindi alla Punta La Rossa (2319 m), Cima Bossola (1509 m), Denti di Chiomonte (2106 m), Civrari (2302 m), Freidour (1445 m) ed una piacevole traversata completa della collina da Moncalieri a Sassi.
E' arrivata frattanto la neve e dopo aver provato le belle piste di Bonneval ci si scatena tra Serre Chévalier, Val Fréjus, La Thuile-Rosières, La Condamine, Les Karellis e Montgenèvre. A marzo in gita sociale al Col Serena (3 pensionati su 5 partecipanti), alla Punta Leissé (2750 m), al Mont Telliers (2951 m), due volte all'Aquila (2115 m), nonché la gita sociale al Silvretta ... limitandola alla parte in auto, considerate le condizioni atmosferiche non adatte (sic!?!) a chi è troppo in là con gli anni. Si riprende a maggio con il Mont Gondrand (2455 m), la gita sociale al Gran Vaudala (3272 m), il Col de Laurichard (2671 m) in Delfinato ed il Pas des Chevaux (2757 m) nella zona del Gran S. Bernardo.
Speriamo di continuare con gli sci in giugno e luglio: vi sono tante facili mete dove la neve c'è, e buona. Venite con noi, sapete tutti chi siamo e dove trovarci.
Sergio Buscaglione

Torna a inizio pagina


   UN'IDEA ORIGINALE


Rendiamo noto che da quest'anno il nostro socio René De Giorgi è il nuovo custode del rifugio Mongioie. Riportiamo integralmente il foglio illustrativo che ci ha portato personalmente in sede, invitando tutti i soci ad andarlo a trovare, approfittando di questa occasione per visitare una zona quasi sconosciuta per la maggior parte di noi.
Torna a inizio pagina



SERATE IN SEDE


   Giovedì 13 aprile


Bruno ci ha offerto un collage di belle immagini, giustamente assortite per soddisfare tutti i gusti. Tanta montagna, naturalmente, con camminate, salite su ghiaccio e roccia, ferrate, sci-alpinistiche; ma anche accurate foto di fiori, splendide pozze d'acqua e cascate, tramonti. Attore protagonista il figlio Stefano, che è stato un po' il filo conduttore di tutta la serata, dalle prime sgambettate alle vere gite con mamma e papà. Ringraziamo ancora Bruno, sperando di rivederlo, magari in montagna.
Torna a inizio pagina


   Giovedì 18 maggio


L'ing. Clerici, padre del nostro socio Enzo missionario in Kenia, ci ha presentato una ricca serie di diapositive inerenti quella parte di terra africana. Il discorso per immagini sul continente nero non è nuovo al pubblico della G.M., abituato ai periodici resoconti che Marco ci faceva pervenire dall'Etiopia.
L'Africa ha sempre avuto un fascino particolare e anche quando le immagini tralasciano di descriverci gli immensi scenari naturali e si spingono sui volti delle popolazioni residenti, si percepisce il mistero legato indissolubilmente a quel continente, quasi fosse l'ancestrale richiamo della culla che accolse l'uomo nei suoi primi attimi di vita sul pianeta.
Immagini forti dunque, che hanno riempito la serata con dettagli di vita indigena, ricchi di particolari inediti intercalati dalle ormai classiche ma pur sempre maestose inquadrature paesaggistiche.
Al termine della serata è stata raccolta fra i presenti una somma in denaro che integrata dalla sezione di Torino verrà destinata alla missione in cui opera il nostro amico Enzo.
A. Guerci

Torna a inizio pagina



VITA SEZIONALE


   QUOTE SOCIALI


I soci che non ci risultano ancora in regola con il pagamento della quota sociale troveranno in questo notiziario il bollettino di Conto Corrente postale già compilato. In questo modo dovranno fare soltanto la fatica di andare alla Posta e PAGARE!
Se qualcuno avesse già pagato e trovasse ugualmente il bollettino, beh, accetti i nostri ringraziamenti e le nostre scuse per il disguido.
La segreteria

Torna a inizio pagina


   VITA SEZIONALE


Congratulazioni vivissime al nostro presidente PierLuigi Ravelli, unitosi in matrimonio con Anna Bosa il 3 giugno. A loro gli auguri più sentiti da parte di tutti i soci.

Congratulazioni a Laura Valle e al consorte Marco: a tutti e due gli auguri vivissimi della G.M. per il loro matrimonio.

Torna a inizio pagina


   RICORDO DI UNA MAMMA Cecilia REVIGLIO nata BETTAZZI (1895 - 1989)


Si è spenta serenamente a Pianezza, vicino a Torino, la signora Reviglio, moglie dell'indimenticabile nostro Presidente Centrale arch. Natale.
Era la socia più anziana della nostra Sezione. La sua tessera portava infatti la data del 1916: ben settantatrè anni di fedeltà alla nostra Associazione! Il più bel ricordo lo hanno scritto i suoi figli, e noi qui interamente lo riportiamo perché tutti possiate fare tesoro di quanto grande sia il dono di una Mamma.
Tutta la Giovane Montagna si stringe attorno ai suoi cari in questo momento di dolore e ricorderemo la cara scomparsa in modo particolare ai piedi di Maria il 3 settembre prossimo nella gita al Rocciamelone.
P.R.

Torna a inizio pagina


   Carissimi amici


ci sono dei momenti nella vita in cui il dolore più atroce si intreccia con gioie spirituali così profonde, che fanno intravvedere orizzonti puri e limpidi e gustare une pace che, certamente, non è di questo mondo.
È , successo a noi in questi giorni, proprio così. Credevamo di perdere Ia Mamma 19 anni fa, ma allora iI Signore ce la lasciò con un indicibile gesto di bontà. Avevamo ancora bisogno di lei.
In questi ultimi anni il Signore volle privarla, a poco a poco, di alcune capacità che costituiscono in qualche modo la nostra personalità. Cominciò a perdere la memoria, fino a confondere e dimenticare i nomi di noi, suoi figli. A grado a grado divenne non più autosufficiente, e le preoccupazioni, per noi, crebbero; fu una vera fortuna poterla ospitare
nella Casa di Riposo delle Suore del Cottolengo, a Pianezza. Quando vi arrivò, in una fredda mattina del gennaio 1988, sentimmo che stava entrando in una fase nuova, di più penoso spogliamento. Faticò un po' ad ambientarsi, ma poi seppe talmente, come era suo stile, sorridere con benevolenza a tutti, che riprese vita; tutto intorno a lei sorrideva.
Tuttavia si stava consumando sempre più. Il Signore le lasciò una sola cosa: la bontà; una bontà semplice come quella di un bambino, che ama baciare tutti ed essere baciato da tutti. Le sue delicatezze, le sue tenerezze erano di un altro mondo, non di questo.
Adesso l'abbiamo persa. No! L'abbiamo riavuta, in una dimensione nuova, più interiore, indicibile, che le parole non possono aiutarci a dirvi.
Come non possiamo dirvi che cosa c'era nel suo sguardo quando, dopo tre giorni di dura agonia, - nei quali non comunicava ormai più con nessuno, gli occhi sempre chiusi, la bocca aperta nel faticoso e velocissimo respiro, - la sera di domenica alle 17,55 giunse il don dalle ultime
Cresime e la benedisse; ella aprì gli occhi, ci guardò e guardò il cielo...
e chiuse la bocca con l'ultimo respiro! Quei momenti, cari amici, non li potremo mai più dimenticare... ma nemmeno possiamo descriverveli.
Per noi è stata una grazia immensa: il testamento della Mamma!
Scusateci queste confidenze: volevamo viverle, in qualche modo, in comunione con voi. E permettete che vi apriamo un altro lembo di quel segreto che ogni famiglia tiene religiosamente racchiuso nei ricordi del cuore. Vogliamo mettervi a conoscenza di una lettera che Papà ci scrisse nel lontano 10 settembre 1935: 54 anni fa! Fu scritta perché la leggessimo alla sua morte, avvenuta il 10 febbraio 1955.

Voglio dirvi che la vostra Mammina, in questi mesi di speranza e pure di sofferenze, mi ha più volte edificato per il suo spirito di sacrificio: non posso non comunicare a voi la mia ammirazione fatta di gratitudine e di amore per quanto ella supera in silenzio e serenità, per non turbare nessuno attorno ad essa. Ansie, fatiche, dolori, tutto nasconde non solo agli occhi vostri, ma di tutti. Anche agli occhi miei, perché vuole che io resti tranquillo al suo riguardo, per non aggiungere un'ansia di più a quelle che già mi attorniano.
È giusto che voi sappiate le virtù della vostra Mammina, specialmente quelle che ella ha saputo nascondere nel suo grande cuore. Ricordatevi di , quanto ella ha sofferto e soffre per me e per voi, e noi non abbiano avvertito.
E pregate dal Signore che questa Mammina vi sia a lungo conservata, perché essa ha un'aspirazione sola quaggiù: crescervi buoni, sapervi buoni, fermamente e perennemente buoni cristiani, in tutti i giorni della vostra vita. Restate buoni e recitate spesso l'invocazione di San Giovanni Evangelista: «Padre Santo, Dio giusto e buono, conserva nel tuo Nome coloro che ci hai dato, perché siano una cosa sola in Te».

Ma vogliamo terminare questa nostra lettera lasciando parlare lei: lei che negli ultimi anni non è più stata capace di fare quelle conversazioni tanto semplici, piene di fede e di convinzione che per lungo tempo tenne in quasi tutte le parrocchie della diocesi (e nei seminari del Piemonte, alle Mamme dei seminaristi); in questi ultimi anni non parlava più con quei discorsi, ma parlava con la bontà del cuore e con il silenzio di chi già contempla. Ecco alcune parole rivolte a noi, nel suo testamento:
Quanto ho pregato e prego sempre il Signore perché vi aiuti e vi dia tante consolazioni per mezzo dei vostri figli. E non solo per i figli e nipoti prego, e non solo loro amo, ma anche le mie carissime nuore e mio genero, che mi banno dimostrato sempre tanto affetto e tante premure. E per i nipoti, cosa faccio? Prego tanto per loro e voglio loro un gran bene e li spero sempre tutti buoni, affezionati, attaccati alle loro famiglie, e raccomando loro che ricordino anche loro la Nonna Cilla che li ha sempre nel cuore.
ln tutte queste grazie che il Signore mi ha dato nella mia vita (mi ha dato un Padre e una Madre modello, pieni di fede, un Marito che era an santo uomo, religioso, un marito eccezionale, un padre ammirevole, mi ha dato un figlio sacerdote); dunque, Per tutte queste grazie non devo essere contenta di avere delle sofferenze da offrigli? E vi assicuro che ne ho in tutte le parti del corpo, ma sono felice di questo e il Signore mi aiuta tanto, perché riesco anche a non lamentarmi tanto, ad estere serena e a non far pesare agli altri le mie sofferenze. Lo ingrazio tanto il Signore, di questo aiuto che mi dà, e cerco sempre di essere pronta per quando mi vuole chiamare.
Ormai sono vecchia, e tutti i momenti sono buoni per questo. Vogliatevi sempre bene e pregate per la vostra Mamma, perché il Signore la pigli vicino a Lui e vicino a Papà, che ho sempre ricordato nelle preghiere. La vostra Mamma (15 agosto 1978).

Non dimenticatela.
Giuseppe, Lisetta, don Rodolfo, Paolo, Annamuria

26 aprile 1989

Torna a inizio pagina