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Notiziario Sezione di Torino Ottobre 1965



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VITA SEZIONALE


   ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI


I soci sono convocati in assemblea ordinaria presso la sede sociale, Via della Consolata 7 per
Venerdì 22 ottobre 1965 alle ore 21,30 con il seguente ordine del giorno:
Relazione annuale
Rendiconto finanziario (discussione)
Varie
Nomina comitato elettorale e inizio votazioni.
Modalità per il voto
1) Hanno diritto al voto tutti i soci della Sezione, in regola con la quota sociale 1965.
2) La scheda allegata al presente Notiziario dovrà essere ritornata compilata, al Comitato Elettorale della Sezione entro venerdì 22 ottobre. Il seggio elettorale rimarrà ancora aperto dalle ore 14,30 alle 16,30 del giorno successivo, sabato 23 ottobre. Seguirà lo scrutinio.
Verranno eletti 14 consiglieri, che successivamente sceglieranno, nel loro ambito, il Presidente della Sezione; verranno pure eletti i delegati al Consiglio Centrale che rappresenteranno i Soci di Torino all'assemblea che si terrà a Padova il 14 novembre prossimo e provvederanno alla nomina della Presidenza Centrale per il biennio 1966-1967.

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   FUNZIONE RELIGIOSA - Monte dei Cappuccini - 7 novembre 1965


Nell'annuale ricorrenza del ricordo di coloro che ci precedettero nel segno della Croce e dormono il sonno della pace, la Presidenza sezionale rivolge un caldo appello a tutti i soci per unirsi in preghiera nella raccolta e francescana Chiesa al Monte dei Cappuccini.
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ATTIVITÀ PREVISTA


   GITA DI CHIUSURA A ST. BARTHELEMY


Domenica 17 ottobre 1965 avrà luogo una gita a St. Barthelemy con il seguente programma:
ore 7 - S. Messa a S. Secondo.
7,45 - Partenza in pullman per Ivrea, Nus, St. Barthelemy. Sosta durante il viaggio con visita al castello di Issogne.
12 - Pranzo facoltativo in trattoria o al sacco. Nel pomeriggio gita nei dintorni.
20-Rientro a Torino.
Oltre al tradizionale lieto commiato a conclusione del programma gite 1965, viene offerta ai soci l'occasione di scoprire un altro gioiello della valle di Aosta, che una moderna strada, recentemente costruita, allaccia finalmente al fondovalle.
La quota di viaggio è fissata in L. 1400 con 20 partecipanti oppure in L. 1000 con 8 partecipanti.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Monte Marguareis m 2651 - 29-30 maggio 1965


Intrapreso il viaggio alle 14,45, in perfetto orario, poco oltre Mondovì siamo stati investiti da un violento acquazzone che aumentava di intensità mano a mano ci avvicinavamo al Pian delle Gorre nell'alto bacino del Pesio. Poco prima di raggiungere questa località il temporale cessava, permettendoci di risalire il vallone del Marguareis e raggiungere poco dopo le 19,30 il Rifugio Piero Garelli evitando la pioggia.
Sveglia alle 4,45: il vento aveva completamente ripulito il cielo e tutta l'aspra giogaia, dalla inviolata parete nord dello Scarason alla punta Bozano con le loro orride gorge scure, intarsiate dai nevai che quasi mai le abbandonano, sfilava davanti ai nostri occhi baciata dal primo sole.
Con il morale alle stelle alle 5,45 iniziava l'ascesa. Un primo gruppo ha raggiunto la vetta alle 8,45 risalendo il canalone dei Torinesi; un'altro, composto da quattro cordate da 3, alle 9,15: superando la forte pendenza (45°- 500) del Canalone dei Genovesi che con i suoi 550 m di dislivello porta quasi in punta. Questi ultimi raggiunta la sommità si son trovati ben presto avvolti nella nebbia che saliva a grandi folate dal versante meridionale.
Veloce discesa per il canalone dei Torinesi e sosta al rifugio Garelli. Il tempo peggiorava decisamente e alle 13 si iniziava la discesa verso il Pian delle Gorre che veniva raggiunto poco prima iniziasse a piovere. Alle 17 eravamo già in città.
Voglio ringraziare tutti i 24 partecipanti per il prezioso aiuto che mi hanno dato in questa gita, sia durante l'ascensione, sia nella sistemazione alquanto laboriosa al rifugio super affollato e incustodito dove sono emersi il senso della disciplina e lo spirito cristiano
di tutti. Giovanni Marchisio

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   Gran Paradiso m 4061 - 12-13 giugno 1965


Questa escursione, ancorchè lunghetta, esercita sempre un certo, meritato, fascino per cui alle ore 14,45 di sabato il solito « Leoncino » (un pullman più grosso non potrebbe giungere sino a Pont Valsavaranche) parte al gran completo, con 21 partecipanti. Alcuni altri soci fanno il viaggio in autovettura.
Entro le ore 22 tutti pervengono al nuovo Rifugio Vittorio Emanuele, che è sovraffollato. Ci si deve quindi accontentare di una sistemazione tipo « scatola di sardine o nel vecchio Rifugio. All'indomani sveglia, o meglio, levata tra le ore 3,30 e le 4. L'inevitabile confusione generata dall'affollamento rende più difficile mantenere unito il nostro gruppo che prende l'avvio verso la meta un po' alla spicciolata, tra le ore 4 e le 4,30. Dei 21 partecipanti, 6 sono muniti di ski.
La lunghezza del percorso opera una certa selezione e la vetta viene raggiunta, in tempi diversi, da 15 soci. Nulla di particolare da rilevare sulla salita, non difficile. Un solo breve tratto richiede un po' d'attenzione: il pendio dopo la valletta ove è posto il pluviometro, pendio che si presenta con ghiaccio e perciò qui si trova meglio chi ha portato i ramponi.
Il tempo si mantiene bello sin verso le ore 10, permettendo di ammirare il ben noto magnifico panorama, poi si rannuvola, senza però volgere al brutto.
A valle, nella bella chiesa parrocchiale di Degioz che il signor parroco mette a nostra disposizione con tanta premura e cortesia, ascoltiamo la S. Messa celebrata dal simpatico don Langella, che è con noi la prima volta.
Riteniamo di poter affermare che la gita, a parte il disagiato pernottamento, sia stata soddisfacente per tutti, avendo tutti potuto godere di un discreto tempo e dell'ancor (sino a quando?) naturale bellezza di questa zona ove gli stambecchi, che abbiamo
visto da vicino, vivono la loro libera esistenza. Carlo Donato

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   Piramide Vincent m 4215 - 10-11 luglio 1965


Siamo giunti a Gressoney, appena in tempo per usufruire delle ultime corse della seggiovia che porta alla punta Jolanda. In due ore di marcia abbiamo raggiunto il Rifugio Città di Vigevano al Col d'Olen dove abbiamo pernottato. Dopo cena riuniti attorno a Don Piero Giacobbo abbiamo innalzato a Dio le nostre riverenti preghiere. Levataccia alle 3, anche se per qualcuno è stato un sollievo dopo una notte pressoché insonne per il gran freddo. Preparativi non troppo frettolosi per la verità, cosicché alle 4 lasciamo il Rifugio. La nostra giornata si annuncia splendida, anche se un vento gelido ci accompagnerà per tutta la gita. Superato rapidamente lo Stolemberg e il Corno del Camoscio ci sgraniamo in lunga fila sul ghiacciaio di Indren ed alle 7 raggiungiamo la Capanna Gnifetti. In 29 divisi in 8 cordate, alle 6 iniziamo la risalita del ghiacciaio del Lys. Poco prima di abbandonare la pista che conduce al Colle del Lys, per portarci verso il colle Vincent, incrociano una cordata di amici della Sezione di Pinerolo di ritorno dalla Margherita, ed alle 10,15 poniamo piede sulla cima sferzata dal vento. Lo sguardo corre veloce sul magnifico corollario di punte che ci circonda mentre il cuore si empie di gioia e l'animo sale riverente a Dio che tutto ciò ha creato.
Dal Monviso, attraverso i massicci del Gran Paradiso, del Delfinato, del Bianco, del Gran Combin, del Cervino, del Vallese e più giù sino alle lontane Dolomiti, centinaia di punte forano la bassa coltre di nubi che copre il piano, in un fantasmagorico gioco di luci, di scintillanti ghiacciai e di cupe pareti rocciose. Alle 11 dopo un ultimo sguardo alla affilata cresta del Liskamm, e ai possenti fianchi del versante valsesiano della Parrot, iniziamo la discesa per portarci al colletto tra la Piramide Vincent e la Balmenhorn che alcuni volenterosi risalgono per rendere omaggio al Cristo delle Vette. Alla Capanna Gnifetti ci riuniamo con quelli che paghi della meta raggiunta si erano fermati a godere il sole. Alle 14 avvolti da nembi di nebbia iniziamo la lunga discesa verso Gressoney che raggiungiamo poco prima delle 18. Dopo la S. Messa, celebrata da don Piero nella Chiesa del Paese, risaliamo sul pullman e dopo una breve sosta a Pont S. Martin, raggiungiamo Torino alle 21,15. Giovanni Marchisio - Carlo Donato

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   Barre des Ecrins - 24-25 luglio 1965


Salita al Rifugio del Glacier Blanc, sotto un cielo imbronciato: nuvole basse che coprono le vette del Pelvoux a metà altezza.
Durante la notte caldo e raffiche di vento che fanno risuonare le lamine del tetto; alle 4,30 partenza ai primi chiarori dopo aver atteso per mezz'ora un eventuale miglioramento. A meno di un tempo proibitivo, è sempre un'ottima abitudine, quella di partire egualmente: può darsi che il tempo migliori e che permetta la salita. In ogni caso ci sarà sempre una quota parte della gita che si potrà fare: sarà se non altro, un ottimo allenamento per la gita prossima, come abitudine al freddo ed alla quota, ed un'esperienza utile nello stato del ghiaccio o della roccia con temperatura del genere. Risaliti pendii morenici e il pianoro del Glacier Blanc ed abbandonati al loro destino i rinunciatari, si formano di nuovo le cordate scompaginate dalle defezioni, e si attacca il pendio carico di neve recente: la pista di salita delle cordate che ci precedono non obbliga all'uso dei ramponi.
La vetta della Barre è nascosta da nuvole all'altezza della crepaccia terminale: raffiche di vento da Ovest obbligano a qualche fermata per poter restare in piedi. Ogni tanto qualche serpeggiamento per aggirare grossi crepacci e passare su ponti di neve abbastanza sicuri. A metà parete, alle raffiche di vento si unisce la « neve a palline » (qualcosa di mezzo fra i chicchi di grandine e la neve compressa) non molto gradita dalla pelle del viso, piuttosto sensibile, e si prosegue, proteggendosi alla meglio il viso dal mitragliamento.
Si arriva sotto il tetto di nuvole che ogni tanto si abbassa e ci avvolge: incontriamo alle ore nove le prime cordate che scendono; più in alto il tempo è ancora peggiore e la visibilità quasi nulla. Riteniamo di essere sui 3800 metri e decidiamo in breve di scendere: non è prudente salire ancora in mezzo alla bufera ed in un pendio abbondantemente crepacciato. Discesa veloce che in due ore ci riporta al Rifugio, con l'ac-compagnamento di scrosci di pioggia.
Ritorno con inatteso spettacolo di un elicottero militare francese in esibizioni acrobatiche sopra Ailefroide, dopo una esercitazione di soccorso alpino. Durante l'intasamento delle auto sulla strada, abbiamo ascoltato la S. Messa in una chiesetta del luogo. A Torino alle ore 21.

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VITA SEZIONALE


   Soggiorno estivo al Rifugio "N. Reviglio"


Dopo due mesi è stato chiuso anche per il 1965 il nostro Rifugio « N. Reviglio » che ha offerto quest'anno maggior conforto, poichè le cuccette sono state equipaggiate con nuovi materassi di gommapiuma.
Anche il vitto è stato oggetto di particolari attenzioni e sono comparsi per la prima volta nel nostro menù i polli e il pesce fresco.
E' questione non tanto di spesa quanto di organizzazione, e qualsiasi miglioramento richiede una più comprensiva collaborazione di tutti con i direttori di turno, che non debbono essere considerati dei dipendenti o degli impresari, ma essere sollevati il píù possibile nei loro. impegni, in modo da potersi permettere anche di godere le ferie e di effettuare qualche gita in montagna, particolarmente le gite sociali.
Ad ogni modo è stato fatto tutto il possibile perchè tutti si trovassero a loro agio e confidiamo che tale scopo sia stato raggiunto.
L'attività alpinistica è stata ottima, compatibilmente con le condizioni della montagna, affrontata con slancio giovanile da cordate di nuovi e vecchi soci. E' stata finalmente preferita, come nei tempi migliori, la sconfitta alla inattività. Per ogni giorno di sole o mezzo sole le richieste di viveri al sacco sono aumentate, sconvolgendo le previsioni del personale di cucina.
Segnaliamo che quest'anno l'Agenzia Ceria non ha più acconsentito al deposito bagaglio e conseguentemente è stato abolito il loro trasporto col motocarro, del quale ci siamo serviti soltanto eccezionalmente.
I bagagli dovettero essere portati sulla corriera fino a La Palud, e affidati, in caso di bisogno, al Bar La Genzianella dove viene pure recapitata ora la nostra posta, anzichè al Bar Funivie.
D'altra parte, dato il nostro carattere di Rifugio e non di albergo, abbiamo sempre consigliato di limitare il bagaglio a poco più dell'equipaggiamento di montagna, con un vestito di ricambio.
Degli intervenuti, i due terzi non avevano mai trascorso ferie al Rifugio, e di questi vi è stato un rilevante numero di nuovi soci che confidiamo siano ben disposti a continuare la loro attività presso la nostra Sezione.
L'affluenza al Rifugio Reviglio tenderà a progredire, anzichè rallentare, favorita, oltrechè dall'ambiente familiare, anche dalle nuove possibilità offerte dal traforo del Monte Bianco per gite anche sul versante francese.
E' da tenersi presente la incoraggiante partecipazione delle altre Sezioni. Furono 17-20 i soci di Pinerolo presenti nella settimana delle ferie, i quali, soddisfatti, si propongono di ritornare più numerosi. Furono graditi ospiti i sacerdoti nostri soci: don Costantino, don P. Giacobbe e padre Giovenale.
Vi furono due gite sociali con guida (A. Penard e Pietro Ferraris) ed altre guidate da nostri soci volenterosi, di cui si darà l'elenco nel prossimo notiziario.

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PROSSIME SERATE IN SEDE


   Venerdì 15 ottobre 1965 alle ore 21,30


i soci e gli amici sono invitati in Sede per assistere alla proiezione di films del socio CLAUDIO TERROSI ripresi durante la gita alla Piramide Vincent ed il soggiorno al Rifugio "N. Beviglio".
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