Scarica notiziario originale in formato pdf - Itinerari alpinismo trekking scialpinismo
Scarica notiziario originale
(formato pdf 10.9Mb)

Rubrica Vita Nostra Giugno-Luglio 1931



ATTENZIONE: Nel testo seguente sono state riportate soltanto le parti del notiziario interessanti
al fine delle ricerche, il contenuto completo, nel formato originale, può essere consultato scaricando
il notiziario in formato pdf cliccando sull'immagine a lato.








ATTIVITÀ SVOLTA


   Attività Sciistica


Ma davvero il tempo ci prende gusto ad avversare con tutti i mezzi a sua disposizione (pioggia, vento, neve, nebbia) i nostri progetti. E così ci costringe all'inattività e soprattutto a ridurre sia il numero delle gite che il numero dei partecipanti.
Per Pasqua fu decisa la salita al Breithorn: ritorniamo in Val d'Aosta salendo giocondamente fino a Valtournenche con un gruppo di soci dell'U. G. E. T. che ci accolsero fraternamente nel loro torpedone.
Valtournenche, che raggiungiamo a sera tarda del Sabato Santo rigurgitava di alpinisti e ci volle del tempo a sistemare ognuno pel pernottamento: pure al mattino, quando ci ritrovammo nella Chiesa parrocchiale per assistere al Sacrificio della Messa, il numero degli alpinisti presenti era desolatamente esiguo, soprattutto di fronte al gran numero di valligiani che gremiva la Chiesa. Ed era Pasqua! Nostalgia di commoventi funzioni paesane, ricordo di mistici fervori giovanili, suoni di campane, festa di cuori e di spirito! Turbinio di pensieri che ci accompagnano nella salita verso il Breuil, ma che non riescono ad alterare la serena gioia del cuore.
Poco sopra il Gouffre calziamo gli sci, e la salita riprende in una giornata magnifica, calda, piena di luci, di sole, di riverberi. Salita lenta, con lunghe fermate al Giomein, ai Fourneaux, e poi ancora più in su, fino al Rifugio Principe di Piemonte al Colle S. Theodulo (m. 3000) già affollato. E' una schiera di alpinisti bergamaschi radunati quassù per apporre una piccola lapide in ricordo dello studente Limonta di Bergamo perito nel 1927 sul ghiacciaio del Theodulo in condizioni analoghe alla disgrazia capitata un mese fa ai torinesi Sciaccaluga e De Silvestris.
Partecipiamo anche noi con cuore di fratelli e di alpinisti alla dolce, semplice e mesta cerimonia e poi cerchiamo di aggiustarci alla meglio in quella baraonda; e se poi durante la notte ci pioverà addosso, questo ci impedirà forse di dormire, ma non di lamentarci contro le mal connesse tavole del rifugio. E' davvero desolante lasciarlo, così nuovo e bello, in questo stato! Al mattino vento e freddo: saliamo legati fino al Plateau Rosaz e poi sulla calotta ghiacciata del Breithorn fino a raggiungere la cresta terminale: qui il vento divenuto violento ci consiglia a tornare indietro. Discesa bellissima e interessante: sulle crepaccie dove sono caduti gli amici scomparsi vengono deposti dei fiori: e il ritorno si compie in silenzio, nell'ebbrezza inebriante della velocità. Breve tappa al rifugio, poi giù in una volata sola, nel sole caldo e con neve ottima fino al Breuil, fino a Valtournanche.
La sera del sabato 18 ci vedeva a Forno Alpi Graje, pochi ma decisi a salire pel vallone di Sea, ben noto per la sua abituale inospitalità... metereologica. E infatti al mattino quando, dopo ascoltata la Messa nella Chiesa Parrocchiale, giungiamo al Gias Neuv, incomincia a nevicare, e sotto la neve raggiungiamo il bel rifugio dell'Uget al Gias Piatou. Giriamo frugando fra i sassi alla ricerca di ramoscelli e legna secca, ma non riusciamo che ad affumicarci dato il vento violentissimo che caccia la fiamma nell'interno anziché lasciarla andare su per il camino.
Allegria di canti e risa gioconde, poi silenzio completo che si prolunga nella mattinata assai oltre l'ora fissata per la partenza. Il cielo è tutto sereno e ci avviamo contenti verso il ghiacciaio di Sea che risaliamo fin sul piano: che meraviglia la parete N. della Ciamarella! Rimontiamo il vallone della Piatou, constatando che carte schizzi della regione sono tutt'altro che precisi. Ci portiamo in cresta giungendo assai più a S.O. della Piatou, proprio sotto la Punta Rotonda (m. 3150). Di qui al colle senza difficoltà. Ma il tempo si è deciso a cambiare nuovamente, raffiche di vento, fiocchi di neve, nebbie che salgono dalla valle ad avvolgere tutto l'orizzonte: lungo consulto per decidere sul da fare, e infine, gettato un ultimo sguardo sconsolato sull'immenso e splendido Glacier des Evettes, ridiscendiamo per la stessa via. Lunga sosta sul pianoro superiore del ghiacciaio di Sea a goderci il calore del sole la cui luce appare e scompare sotto l'alterno gioco del vento, delle nuvole e della nebbia, finché tutto s'oscura e ricomincia a nevicare. Allora in splendida volata ritorniamo al rifugio... mentre il tempo (ingrato e incostante) pare si rimetta al bello. Questa volta il fuoco nella stufa si accende senza difficoltà e passiamo la serata in completa, serena allegria; peccato che la legna racimolata sia così scarsa!
L'indomani, Natale di Roma, saliamo con tempo incerto al Col di Sea (m. 3089): splendida visione sul versante francese dell'Albaron di Savoia. Vorremmo salire la Punta Tonini ma il tempo che va rapidamente rabbuiandosi e le cattive condizioni della montagna ce lo sconsigliano: ci vorrebbero i ramponi e li abbiamo lasciati al rifugio!
Discesa meravigliosa, indimenticabile, unica fino al pianoro superiore del ghiacciaio, con neve invernale, polverosa: un'unica scia diritta dalla sommità del colle. Poi giù, su neve primaverile ma buona, fino al rifugio, segnando sulla neve innumerevoli arabeschi, giri, volate. E nel pomeriggio mentre a tratti la neve continua a cadere scendiamo a valle. Ritorno in città sotto un cielo plumbeo. Ma occorrerà che noi ritorniamo ancora in questo bellissimo vallone alpino, sciisticamente assai interessante.
Altri amici negli stessi giorni s'erano limitati a salire sui monti di Sauze d'Oulx e tentare il Tabor: ma vi trovarono neve poco buona e tempo incerto. Infine il 9 maggio riprendiamo gli sci e il treno della Val Susa: scendiamo a Salbertrand, altri proseguono per Oulx e saliranno il Freitéve trovando più neve di quanto non ce n'era d'inverno, ed altri ancora da Clavières saliranno al Col Chenaillet con neve meravigliosa. Da Salbertrand saliamo, sci a spalle, a San Colombano, giungendo assai tardi in serata al rifugio Mariannina Levi alle Grangie della valle; bel rifugio in una magnifica posizione, ben arredato, pulito e comodo come ben pochi rifugi. Al mattino il Rev. prof. D. Zuretti ci celebra la S. Messa che tutti ascoltiamo con commozione: è la prima volta che vien detta in quel Rifugio! E poi su, verso il lago delle Monache, verso il lago Galambra sulla neve buona, sotto un cielo che dapprima benigno permette al sole di scaldarci e bruciarci per bene finché s'oscura al nostro arrivo al Ricovero Galambra (m. 3079). Saliamo in breve al Roc Peirous (m. 3191) ridiscendiamo al Galambra per subito portarci sulla vetta della Sommeiller (m. 3330) che raggiungiamo poco dopo mezzogiorno quando più fitta è la nebbia. Ma per la discesa il cielo si mostra nuovamente cortese, e sulla neve meravigliosa della Valfroide, dove è davvero impossibile cadere pur scendendo a forte velocità o sbizzarrendosi in capricciose volute, scendiamo giocondamente in « canottiera ». Lunga sosta poco sotto i casolari di Valfroide ad una sorgente d'acqua e poi ricalziamo gli sci, scivolando su neve ormai troppo bagnata fino alle grange.
Per Rochemolles scendiamo a Bardonecchia, felici di questa bella e forse ultima gita sciistica dell'annata, plaudendo al nostro caro D. Zuretti che ha saputo pure lui seguirci per tutta la magnifica traversata.

Torna a inizio pagina


   5a Gita Sociale - Punta Lunel (1300 m) - Uja di Calcante (1614 m) - 12 Aprile 1931 - IX


Dopo aver ascoltato la S. Messa alla Consolata, partiamo per Traves col treno della ferrovia Ciriè-Lanzo. Saliamo alla borgata omonima e mentre la comitiva più numerosa (14 persone guidate da Fontana e Chiavatero) salgono direttamente al M. Calcante, un'altra formata da Mortarotti e Ravasso si porta prima alla borgata Pugnetto e per il Col Lunel e il canalone detritico alla Punta Lunel. La cresta che prosegue verso il Calcante è interessante con buoni appigli. Talvolta aerea, ma sempre sicura. Sull'Uja di Calcante le due comitive si riuniscono e scendono al Colle della Ciarmetta, dove la neve ancora abbondante par li inviti ad una lunga e accanita, ma amichevole battaglia a palle di neve. Ritorno per Pessinetto.
La gita sarà poi ripetuta da un'altra comitiva il 7 giugno, che salita la punta Lunel per la parete Nord proseguì pure per cresta fino al Calcante e ridiscese poi per la via solita a Pugnetto e a Traves. Gita già ripetuta molte e molte volte, sia in gita sociale che in comitive isolate, ma pur sempre interessante e buona palestra di arrampicamento.
Il CRONISTA.

Torna a inizio pagina