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Rubrica Vita Nostra Marzo 1931



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VITA SEZIONALE


   LUTTI NOSTRI


La Giovane Montagna, abbrunando il gagliardetto per la morte di S. A. R. il Duca Di Genova, rinnova al suo amato Presidente Onorario S. A. R. il Duca di Pistoia, in questa ora dolorosa, i sensi del più vivo cordoglio, in comunione profonda di suffragi per il Suo compianto augusto Genitore.
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   Vittime del dovere


Anche sulle nostre pagine vogliamo ricordati i nomi dei prodi alpini che nel vallone di Rochemolles, lo scorso gennaio, caddero sorpresi e sopraffatti dalla valanga vittime del dovere, nella scuola che, tendendo alla difesa della Patria, sa suscitare e formare gli eroi.
1° Capitano Carrera Attilio - 1° Capitano Lajolo di Cossano Carlo - Tenente Vigliani Carlo - Sergente Maggiore Luzzi Nino - Sergente Azzario Piero - Caporale Lantelme Ernesto - Caporale Tassisto Vincenzo - Soldati: Alume Agostino, Bo Giuseppe, Boasso Andrea, Carrera Emilio, Cisero Giovanni, Gardois Giacinto, Gerard Pietro, Jaime Cesare, Manzon Serafino, Massaglia Alfonso, Piantone Giovanni, Remondino Francesco, Rosingano Camillo, Ruffino Sisto.
In modo speciale ricordiamo il Caporale Lantelme ed il Soldato Jaime nostri Consoci della Sottosezione di Pragelato (Pinerolo), nelle cui squadre più d'una volta parteciparono - e con onore - alle dispute delle gare sociali.
Per tutti il nostro ricordo si elevi nella preghiera che è il conforto dei forti e che schiude ai sepolti i sereni orizzonti della beatitudine eterna.
LA GIOVANE MONTAGNA

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   Ernesto Lantelme


Nativo della borgata Sestrières (1909), orfano in tenerissima età, scolaro diligente e poi ragazzo volonteroso e robusto, alternava le fatiche della campagna a quelle del monte, formandosi bravo sciatore. Partecipò, con successo, a parecchie gare fra cui quelle della Giovane Montagna negli ultimi anni. La chiamata della sua classe lo arruolò negli alpini. Era caporale, amato dai commilitoni e stimato dai superiori. Di indole buona, energico, generoso, è scomparso lasciando nel dolore la madre adorata, la sorella, molti parenti ed amici.
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   Cesare Jajme


Di Pragelato, (1909) quinto di numerosa famiglia. Socio della Giovane Montagna dal 1928, recò nelle nostre file il suo nobile entusiasmo acquistandosi l'affezione dei compagni e distinguendosi per la sua abilità tanto nel campo dello sci quanto nell'alpinismo. Ben addestrato venuto alle armi tra gli alpini del 30, vi si comportò degnamente, segnalandosi come guida. In tale qualità appunto era stato chiamato a partecipare alla escursione di Rochemolles che ebbe così tragico epilogo.
Con la famiglia lo piangono numerosi colleghi ed amici.

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   Dott. Ottorino Mezzalama


Tra le sciagure alpine che hanno funestato la corrente stagione sciistica, questa di cui era vittima il dott. Mezzalama ha particolarmente impressionato ed addolorato.
La simpatica figura è scomparsa fulmineamente, lontano dalle sue montagne più amate, alla fine di una drammatica escursione. Le vicende della quale sono note, come vivo nel ricordo di tutti gli alpinisti torinesi è il ricordo delle estreme onoranze tributate.
La Giovane Montagna con Ottorino Mezzalama aveva rapporti di cordiale amicizia: collaboratore autorevole e sollecito amava la nostra Rivista, che apprezzava e conservava gelosamente: molti consoci ebbero spesso da lui preziosi consigli.
L'animo profondamente buono si entusiasmava per la montagna: e della bontà dell'animo molte furono le prove, specialmente quando qualche sciagura alpina richiedeva l'intervento di generosi e provetti soccorritori.
D'una competenza indiscussa in materia alpinistica sapeva fare del vero alpinismo di buona lega: valentia e prudenza, studio meticoloso e preparazione razionale: Era l'alpinista completo. Ed era molto serio e molto modesto.
L'alpinismo italiano perde in Lui uno dei migliori rappresentanti, e gli alpinisti italiani un collega valoroso ed un compagno - potremmo dire un maestro - prezioso ed affezionato.
Alla Famiglia desolata rinnoviamo da queste colonne - che tante volte s'onorarono della Sua firma - le più vive condoglianze.

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   Conferenza


Venerdì sera 9 gennaio u. s. l'amico Pio Rosso intrattenne in sede i consoci, facendo passare sullo schermo 50 diapositive riproducenti l'alta valle di Susa in veste invernale. Nel commentare il susseguirsi delle proiezioni afferma che la montagna oltre infondere benessere corporale a chi la frequenti, è pure e sopra-tutto palestra di elevazione spirituale. Si augura che le diapositive proiettate sullo schermo convinceranno i presenti ad amare la montagna invernale e che l'opera di propaganda intrapresa non rimanga sterile ma risvegli nell'uditorio, il desiderio di prendere parte alle manifestazioni sociali vivere così le gioie della montagna pura.
Accenna al fenomeno delle slavine e su di una diapositiva in cui è riprodotta la formazione di uno di questi micidiali scorrimenti di neve, dimostra la facilità di cotesti fenomeni. Invita i soci a stare costantemente in guardia e come primi rimedi: Prudenza e Rinuncia.
Dando l'annuncio della disputa della 1a Coppa PIER GIORGIO FRASSATI valevole per il titolo di campione sociale e che si disputerà a Sauze d'Oulx, invita tutti i presenti sciatori e non sciatori a parteciparvi dimostrando così che l'indimenticato Compagno nostro vive ognora e sempre fra noi. Ricorda come Pier Giorgio seguì costantemente la via per la quale la Giovane Montagna venne creata, cioè l'alpinismo Cristiano, e come questo alpinismo sia inconfondibile ed insolubile nell'alpinismo ambizioso, ateo, vanitoso e mondano.

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   VIII Campionato Sociale di Sci


1a Disputa Coppa Pier Giorgio Frassati
Domenica 18 gennaio 1931.
Il ritrovarci uniti per la disputa dell'annuale campionato di sci, è sempre ragione di intima soddisfazione e compiacimento; perché si possono constatare i progressi che i giovani compiono, illudendosi in una decadenza negli « anziani » che effettivamente ancora non esiste. Non una massa di concorrenti ebbe quest'anno la prima Coppa Frassati, opera di pregevole arte e di reale valore intrinseco; ma i nove partecipanti rappresentavano i nostri migliori: dall'anziano nostro campione Pietro Giacotto ai giovanissimi Buzio e Masera, che erano alla loro prima gara e perciò dovettero scontare con banali incidenti l'inesperienza ed essere così privati di una ben meritata soddisfazione che i loro mezzi fisici e la loro abilità avrebbero permesso di ottenere.
Il soffio gelido e violento del vento che ai colli Costapiana e Bourget investiva i concorrenti ed i controlli, non riuscì a vincere la resistenza di essi, che ben preparati ebbero vittoriosamente ragione degli elementi avversi, scrivendo una bellissima pagina di cuore e di ardimento.
Percorso classico, che alla salita dalla Villa Clotes al colle Costapiana, faceva seguire un tratto pianeggiante sino al colle Bourget per gettarsi in una entusiasmante scivolata finale a Sauze d'Oulx.
La neve non in buone condizioni per l'avversità degli elementi giocò brutti tiri ai concorrenti, in primo luogo a Giacotto, che avendo sbagliata sciolina dovette desistere dalla lotta ingaggiata con Piero Biginelli, il quale con agile e potente volata risaliva l'ultimo tratto di salita avendo alle calcagna Buzio, riuscito a seguire come un'ombra i due campioni.
La gara ormai era decisa ché Biginelli nella discesa non solo conservava la distanza; ma ancora l'aumentava rendendo più bella la sua vittoria.
A Sauze intanto sotto le gelide raffiche del vento attendevano l'arrivo dei concorrenti buon numero di soci capeggiati dal nostro Presidente Generale cav. Mario Bersia che volle personalmente porgere le sue vive congratulazioni al vincitore Piero Biginelli e dare una testimonianza del suo attaccamento alle manifestazioni che il Gruppo Sciatori indice ed organizza.
Dopo il pranzo sociale che riunì concorrenti, organizzatori e soci, venne proclamato l'ordine di arrivo che con encomiabile sollecitudine la Giuria formata dai sigg.ri Merlo, Grosso, Daviso, volle già annunciata ufficialmente:
1° Biginelli Piero in ore 1.22' 32";
2° Faggiani Carlo in ore 1.46' 40':
3° Cometto Giovanni in ore 2.09' 58".
Così nel ricordo di Pier Giorgio Frassati vivemmo una giornata che volle testimoniare al compagno nostro, quanto vivo sia il ricordo, anche se già è trascorso un lustro dalla sua dipartita e come grande sia il desiderio nostro di far conoscere l'amico che alla Giovane Montagna diede esempio vivo e palese della spiritualità della montagna.
IL CRONISTA.

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