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Rubrica Vita Nostra Giugno 1927



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ATTIVITÀ SVOLTA


   9a Gita Sociale - Visita ai Castelli di Fenis - Verres e Issogne - 19 giugno 1927


È stata una gita nuovo genere: questa specie di scorribanda in ferrovia fra un treno e l'altro è stata assai gradita.
Sentimmo la S. Messa nella Parrocchiale di Fenis, dove si usa la benedizione del pane, suggestiva funzione che ancor oggi religiosamente quelle popolazioni tramandano. Quindi visita al Castello, magnifica e signorile costruzione del 1350. Ammirammo con piacere in forma autentica quello che noi siamo usi vedere nel nostro Castello medioevale del Valentino.
Dal suo piazzale e dalla sua torre si gode un panorama superbo: Aosta, Gran Combin, e giù fino a Bard. Anche questo castello come molti altri è in via di riparazioni per riportarli in parte al loro vecchio splendore. Quindi in treno ritorniamo a Verres. Qui di primo colpo, niente di medioevale, ma un pranzo prosaicamente moderno. Verso le 14,30 visita al castello di Verres, che dà l'impressione di una immensa fortezza, opera colossale, se si pensa all'epoca in cui fu costrutta (13° secolo) muri alti 30 m., ampie rampe di scale arditamente gettate ad arco. L'incuria degli uomini e il tempo Io ridussero in malo modo, ma l'attuale R. Soprintendenza dei monumenti pensa a ripararlo, nel modo migliore.
Scendiamo e attraversata la Dora su un ponte, che starebbe bene rifatto su basi solide, visitiamo il magnifico e ben conservato castello d'Issogne.
Innalzato questo verso il 1480 per volere dei Challant potenti feudatari della valle di Aosta, forma un completo contrasto con quello di Verres.
Qui è il vero tipo di dimora sfarzosa e signorile; si ammirano veri tesori d'arte medioevale, magnifica la fontana del cortile di onore, curiose le iscrizioni su per le scale e corridoi e ben conservati gli affreschi del cortile con gli stemmi dei signori che si sono avvicendati durante i secoli. Credo sia il monumento meglio conservato del genere.
Ci fu guida preziosa ed intelligente il nostro consocio architetto Natale Reviglio che ci fece riandare la vita trascorsa da quei potenti feudatari, e ci diede modo di osservare quella parte artistica che a noi, profani, sarebbe certo sfuggita.
Il nuovo tipo di gita è stato assai gradito agli intervenuti che fecero istanza perché la nostra Direzione ne proponga il bis in altre zone interessanti quanto questa.
F. MARTORI

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   10a Gita sociale - Clot Sabouiller - 3 luglio 1927


Eravamo in pochi ma buoni, gita essenzialmente di riposo e visita estiva a Sauze d'Oulx, dove nell'inverno è il regno dello sci; se la differenza non regge fra le due stagioni non è meno suggestiva una passeggiata in pineta in pieno fiore, ove siamo ormai abituati a vedere la neve.
Il folto bosco e i rododendri fioriti ci sono compagni per tutta la gita.
Pranzato alla fontana della capanna Kind, dopo buon riposo procedevamo per il lago Nero (metri 2350) e scendendo per i piani Bourget raccogliendo fiori in abbondanza, ritornammo a Sauze.
Per i soci nuovi fu una sorpresa la nostra Casa dello sciatore e per noi nostalgicamente riandammo le belle ore trascorse con promessa di aggiungere nuovi allori alle glorie della Casa Nostra.
F. MARTORI

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   14a Gita sociale - Bessanese - 23-24 luglio 1927


65 alpinisti pregano ai piedi della Bianca Vergine sulla Bessanese.
Gita tecnicamente e moralmente riuscita in pieno su questa montagna cara ai torinesi, palestra di ardui cimenti!
Della nostra comitiva di circa 80 persone, una ventina appartengono all'« Adeat », società sorella, data l'identica finalità coi propositi nostri.
Riuniti nel rifugio Gastaldi, alle ore 4 il nostro socio teol. Cavallo celebrava la S. Messa presenti un centinaio di alpinisti; la sua soddisfazione di sacerdote e la nostra di soci della G. M. non poteva essere superiore!
Alle ore 7 al colle di Arnas nonostante gli inviti del nostro Presidente ai meno agguerriti di non proseguire, solo otto persone si fermavano, (salvo salire poi per il ghiacciaio di Arnas fino alla punta Maria), altri seguivano per il lago della Rossa. Una cordata di virtuosi saliva la Bessanese per la cresta Rey.
Il grosso della comitiva con passo accelerato teneva la strada solita e alle ore 10,30 la prima cordata guidata dalla guida Castagneri Mini era sulla vetta, seguita in perfetto ordine dalle altre cordate.
La discesa si effettuò per via solita e con lo stesso ordine: alle 14,30 le prime cordate erano di ritorno al rifugio. Tutti indistintamente hanno dato prova di resistenza fisica e di certo allenamento; ma mi sia permessa la raccomandazione a chi non è sufficientemente allenato, di avere la forza di rinunziare a certe mete per non compromettere l'ascensione loro e quella dei loro compagni.
Il ringraziamento di tutti i componenti la comitiva e quelli della Presidenza vadano ai direttori di gite sig.ri Appiano Amedeo, rag. Denicola Giovanni e Pio Costa, che con auto-revolezza e spirito di sacrificio non indifferente - cosa che i soci giovani hanno da impa-rare - hanno portato a buon termine una gita che tecnicamente presentava non poche difficoltà, aumentate dal numero grande dei partecipanti.
Mentre eravamo festanti per aver compiuto una ascensione importante poco lontano da noi, sulla torre d' Ovarda, una giovine vita veniva stroncata: il dott. E. Tazzetti.
A noi sia di memento, ed alla Sua Famiglia vada il commosso dolore di una grande famiglia alpinistica come la Giovane Montagna.
Ho atteso la gita alla Bessanese per una proposta che spero non dovrà rimanere lettera morta. Si tratterebbe di erigere sulla vetta del monte Lera la statua di Cristo Re, che con la Madonna dei bimbi d' Italia sul Rocciamelone e la Madonnina della Bessanese, formerà una testa di ponte spirituale a difesa della consacrazione cristiana dei nostri monti e delle nostre valli. Agli uomini intelligenti e di cuore la pratica attuazione. La proposta non è completamente mia e non è una cosa nuova in mezzo ai soci della G. M. è cosi su un terreno già preparato, credo si potrà edificare senza difficoltà.
Al nostro Presidente generale, dott. prof. I. M. Angeloni che ha voluto salire con noi, ed ha potuto sul terreno pratico, conoscere un buon numero di soci affezionati, vada il nostro saluto.
F. MARTORI

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