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Rubrica Vita Nostra Agosto 1924



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ATTIVITÀ SVOLTA


   10a Gita sociale Monte Zerbion (m 2721) - 7-8 giugno 1924


A questa gita hanno partecipato larghe rappresentanze delle Sezioni di Torino, Aosta ed Ivrea, portando una nota di simpatica fraternità alpina nelle località percorse con giova-nile baldanza. Pernottati a Promiod, a notte ancora le tre è stata celebrata la santa Messa, e poi per la Cresta Ovest si è toccata la vetta dello Zerbion, poco dopo le 8. Il pro-gramma della giornata non permetteva lunghe fermate contemplative, ma in compenso si è ben ammirato il bellissimo percorso per il Colle della Portola (2458) ad Antagnod in Valle d'Ayas, e poi pel Colle di Jou (1675) a S. Vincent donde per ferrovia le comitive han-no fatto ritorno alle rispettive Sedi. La fraternità sociale segna così una nuova brillante affermazione.
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   11a Gita sociale Monte Seguret (m 2901) - 21-22 giugno 1924


Il pessimo tempo della settimana precedente non ha impedito che un discreto numero di soci prendesse parte a questa gita, sì che, armati di buona speranza, partiti da Torino nel pomeriggio del 21, Si pernottò la sera alla borgata Auberge sopra Oulx.
L'indomani, per tempissimo, il nostro compagno di gita Rev. D. Massé, celebra la Messa, e subito dopo si attacca la ripida salita pel forte di Prarmion. Il tempo è ancora chiaro, ma le nebbie minacciano la loro comparsa e difatti poco dopo le nove ne siamo totalmente avvolti. Lungo la strada militare pei baraccamenti del Seguret passiamo presso le originali grotte dei Saraceni, quindi, per la mulattiera del Vin Vert ci portiamo al lago superiore donde per cresta alla vetta, che tocchiamo alle undici. La nebbia ci impedisce qualsiasi panorama, ed il venticello piuttosto freddo ci consiglia ad iniziare tosto la discesa, che ha luogo giocondamente lungo la strada militare fine a Salbertrand, con abbondante messe di narcisi e di rododendri. All'ultima ora ci coglie anche la pioggia, ma non arriva a inzupparci, ed a Torino arriviamo in perfetto orario e, con gran meraviglia dei timorosi e dei rimasti, assolutamente asciutti.

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   13a Gita sociale Uia della Ciamarella (m 3676) - 19-20 luglio 1924


La partenza da Torino, per quanto suddivisa in tre carovane, non ha mancato di essere spettacolosa. Un centinaio di partecipanti nella giornata di sabato è partito su torpedoni di ogni genere e qualità alla volta di Balme, donde con ottima marcia si è portato al Rifugio Gastaldi.
La grande adunata trovava tutti raccolti, alle ore 3,30 di Domenica, nella sala del Rifugio ad ascoltare la S. Messa. Mezz'ora dopo 94 partecipanti prendevano ordinatamente la via per la Ciamarella. E giù per il vallone, e su per l'erta che porta ai seracchi si snodava la lunga teoria dei nostri soci, accresciuta da numerosi valligiani e da altri alpinisti.
La colonna si incamminò pel ghiacciaio in cordate susseguentesi ordinatamente in fila indiana, sinché verso il termine del ghiacciai si allargò a ventaglio attaccando contemporaneamente da più parti la salita finale. Alle 9,30, il primo nucleo toccava la vetta, regolarmente seguito dalle cordate successive.
Cosi in breve la vetta superba (m. 3670 vede raccolta la più folta falange di alpinisti che mai lassù siasi riunita: perché sono circa 120 quanti attorniano il pilone commemorativo. Tutti i nostri 94 partiti dal rifugio hanno raggiunto la vetta, simpaticamente fraternizzati con un forte gruppo di valligiani, capitanati dall'ottimo parroco di Balme rev. D. Cargnino ; anch'essi lassù convenuti collo stesso scopo nostro, di degnamente celebrare il 25° anniversario dell'erezione del pilonetto, contenente la sacra immagine di Maria Consolata.
Allestito celermente un altarino da montaglia Don Cargnino celebra una prima messa, e una seconda viene celebrata da un Missionario della Consolata.
La funzione assume un forte sentimento emotivo in cospetto dell'impagabile scenario, che il sole fulgidamente limpido rende più brillante.
Mentre dalla pianura una densa cortina di nubi ci isola misticamente nella tranquilla purezza dell'atmosfera alpina, tutta la cerchia di montagne, dalle più piccole vette ai più impressionanti colossi, ci circonda superbamente bella.
Alla S. Messa seguono brevi ed elevate parole del rev. D. Cargnino che, nel portare la parola d'adesione dell'Arcivescovo di Torino Mons. Gamba, ricorda l'alto significato di fede del pilonetto contenente la sacra effige della Consolata, costruito or sono 25 anni ad opera dei valligiani.
La sosta sulla vetta si protrae per circa due ore, ed è da poco scoccato il mezzodì quando le cordate si riordinano per la discesa.
Ancora per poco godiamo il sole fulgido e il panorama meraviglioso, ché alla fine del ghiacciaio ci tuffiamo nella nebbia. Balme ci rivede dopo 24 ore e i numerosi torpedoni ci riportano a Torino, cogli occhi ancor ricordanti la spettacolosa limpida impressione, coll'animo ancor pieno di poetico e mistico senso montano.

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VITA SEZIONALE


   IN GIRO PER I MONTI


Nuove ascensioni nelle Valpelline.
Nei passati mesi di giugno e luglio il valoroso alpinista biellese comm. Enrico Augesto ha fatto strage di molte delle punte vergini che ancora esistono nella Valpelline e delle sue scalate dà notizie l'Abbé Henry in uno degli ultimi numeri del Duché d'Aoste Ecco l'elenco delle ascensioni compiute.
17 Giugno. Les Trois Frères. Pointe Orientale. Ia ascensione coi portatori di Valtournanche L. Carrel e C. Maquignaz. Dalla Breche des Molaires alla punta per la cresta Est roccia marcia pericolosa e difficile.
17 Giugno. Deuxième Molaire. Discese dal Frère Est, per la suddetta Breche s'arrampica sul Deuxième Molaire arrivando fin sotto la vetta che raggiunge poi dal versante svizzero.
Rivolto al Morion, il 28 giugno conquista il Col Clapier (Ia ascens.), donde coi soliti compagni per la cresta Sud tocca la Punta Sud dei Morion (Ia ascens.), ridiscendendone a corda doppia. Il 30 giugno, con L. Carrel e Nex Raymond di Valpelline si porta a Nord della punta suddetta e camminando in direzione Sud-Nord sale la punta immediatamente successiva a cui l'Abbé Henry propone il nome di Becca de Varère (metri 3498). (1). Di qua scende al Col Morion (metri 3470) e sale al Morion Centrale (m. 3495), ove rintraccia la carta di visita del primo scalatore Laker-Gabb. Continuando verso Nord conquista una punta vergine a cui, causa la somiglianza, vien dato nome Campanile du Morion (m, 3490) e ne fa la traversata per arrivare alla Pointe Sud du Morion Nord detta Pointe Monro (m. 3502) salita una volta sola nel settembre 1895 dal suo conquistatore W D. Monto di Cambridge, del quale rintraccia il biglietto da visita.
Al termine della giornata, per la parete Est ed il Morion centrale scende ad Oyace. Il 7 luglio ritorna nel gruppo, ripete alcune di queste punte, e scala felicemente la punta centrale del Morion Nord alla quale l'Abbé Henry; propone il nome di Pointe Augusto (metri 3500). Questa punta è assoi larga, trilobata. Da essa per cresta, raggiunge la punta Nord, che sarà chiamata Punta Baratono (m. 3485) a cui fan seguito cinque altre punte di altezza decrescente, da denominarsi La scie du Morion (3440-3300m.). Da ultimo raggiunto il Col Bietti pel ghiacciaio del Morion scende ad Ollomont. La traversata del Morion è così finalmente compiuta. L'Abbé Henry commenta il bell'avvenimento con una delle sue brillanti frasi: Haec sunt ergo gesta Domini Augusti, e certo ogni alpinista non può non rallegrarsi con questo valoroso collega, ammirandone lo slancio e la costanza.
(1) Primieramente l'Abbé Henry, intendendo onorare l'autore della più bella guida delle A. Pennine, propose per questa punta il nome di Marcel Kurz, ma questi, per modestia, ha richiesta la sostituzione con altro nome.
(n. d. r.)

Applicazioni della radiotelefonia in montagna.
Dalla Rivista francese La Montagne apprendiamo come la radiotelefonia, oltre che servire egregiamente a far sentire a distanza i concerti di Londra e di Parigi entri nelle applicazioni pratiche anche in montagna. Tutti sanno come in questa regione i mezzi di comunicazione scarseggino e come le trasmissioni telefoniche a filo oltre che essere particolarmente costose di manutenzione, sono assai facilmente vittima delle intemperie, e, specialmente in inverno, delle valanghe.
La radiotelefonia è in grado di evitare questi inconvenienti, come lo ha dimostrato l'impianto fatto dalla Thomson-Houtson, in via di esperimento, nella alta valle dell'Isère, tra lo chàlet del Col du Clandon, a 1950 m. s. m. e l'ufficio postale di Saint-Colomban-les-Villard, distante da quello circa 8 km. in linea d'aria. La semplicità dell'impianto e la sua praticità fanno prevedere che dall'esperimento si passerà presto all'applicazione su vasta scala, e se ciò succedesse anche nelle nostre vallate Alpine, ci sarebbe davvero da rallegrarsi.

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   LUTTI


Il 27 luglio p. p. è deceduto il sig. Giuseppe Trincheri, padre della nostra Consocia signorina Maria Rina Trincheri.
Porgiamo a Lei ed alla Famiglia in quest'ora dolorosa le più sentite condoglianze.

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