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Rubrica Vita Nostra Luglio-Agosto 1922



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ATTIVITÀ SVOLTA


   X Gita sociale - Punta Roncia metri 3620 (Moncenisio) 1 - 2 Luglio 1922


Quando al venerdì sera al termine della riunione serale si conobbe che gli iscritti alla gita erano oltre 60, ci sentimmo un istante dubbiosi. Le condizioni della montagna, l'asprezza della gita, tanto più compiuta in comitiva numerosa, impensierì la Direzione della gita in un primo momento; ma ciò non fece che rinforzare la volontà tenace di adoperarsi in modo che le aumentate difficoltà sottolineassero con un felice esito il successo della manifestazione.
La sera del sabato la comitiva giunse a Susa, e in appositi camions gentilmente concessi dalla Società Forze Idrauliche del Moncenisio, raggiunse il Moncenisio verso le ore 22,30. Quivi la comitiva, accolta dalla simpatica e premurosa cordialità del Ten. Morgari, Comandante il presidio locale, e alpino della " vecchia guardia venne alloggiata nella spaziosa caserma su comodi lettucci, in camere messe a disposizione per concessione dell'Autorità Militare.
Al mattino sveglia alle ore 2, poi S. Messa, ed alle 3,30 la numerosa comitiva guidata dai Soci Fedele Castagneri, Bettazzi G. M. e A. Nebbia si diressero su per un ripido sentiero sul declivio erboso verso il forte Roncia. Qui breve alt, un breve spuntino al sacco, poi via e su, su, per la conca verde fino al Lago (m.2740) ove la comitiva sosta per un ultimo riposo, prima della salita al colle. Sono le 6 circa, l'aria è fredda: giungono sin presso al lago gli ultimi sprazzi del ghiacciaio del Lamet. Le roccie dell'antistante pendio che dovremo risalire per giungere al colle, ci appaiono sotto i riflessi del sole incerto fra qualche nebbia vagante, ricoperte di verglas in molti tratti: occorrerà prudenza ed attenzione, specie dato il numero dei gitanti. Poco dopo iniziamo la salita; la neve nel primo tratto è buona, e con pochi gradini di tratto in tratto permette un'assai sicura ascesa; raggiungiamo le roccie. Siamo ancora completamente all'ombra e solo i primi raggi brillano sulla vetta; si procede lentissimamente, in qualche punto la prudenza consiglia l'uso delle corde: qualche scheggia della roccia malferma sfugge e scivola lungo il pendio; il verglas costringe in taluni punti a dei lentissimi avanzamenti.
E verso le 9,30 aborda un ripidissimo pendio nevoso, che scende e termina abbasso con un canalino di roccie a salto sul ghiacciaio; con molta precauzione e cautela attraversiamo il nevato viscido; fra brevi giorni anche questa neve sarà scomparsa, il sole estivo avrà fatto sparire il verglas abbasso, e l'ascensione riuscirà assai meno faticosa; ma quest'anno la stagione è in ritardo, ed eccone le conseguenze... Finalmente alle 10, la comitiva sempre numerosa e quasi al completo (sette gitanti si sono fermati al lago) raggiunge il colle e vi sosta. Vista meravigliosa di lassù, brezza freschissima, a tratti tra il sole chiaro e risplendente, appetito... formidabile ! ! E dopo un ampio rifornimento, si formano le cordate per l'ultima tappa verso la vetta. Lasciamo al Chapeau Rouge un gruppo di gitanti, e la comitiva ridotta a 38 fra cui varie signorine, si avvia per la cresta, ove numerose cornici di ghiaccio ricoprono a tratti la roccia malferma e scheggiata. Così dopo un'ultima ma interessante fatica alle 12,30 raggiunge la vetta, donde una vista meravigliosa strappa entusiastiche ammirazioni. Il successo è raggiunto: malgrado le condizioni della montagna ben 38 gitanti in cordate regolari hanno toccata la vetta. La discesa si effettua per la medesima via rapidamente: soste brevi: poi al lago la comitiva si suddivide: un primo gruppo scende più rapidamente al Moncenisio dove arriva alle 17, e parte con uno dei camions, raggiunge Susa, indi Torino. L'altra comitiva seguendo la stessa via si porta invece più tardi col secondo camion fino a Bussoleno e di qui coll'ultimo treno della sera, a Torino.
Una lode particolarissima e meritata va qui data ai Direttori di gita. Ed un grazie sentito e cordiale vada da queste colonne all'ottimo Ten. Morgari il quale fu largo di attestazioni e di aiuti organizzando perfettamente il pernottamento al Moncenisio.
Un grazie ancora rinnovato alla Società delle Forze Idrauliche del Moncenisio, che permise cortesemente l'uso dei suoi camions facilitando la buona riuscita della manifestazione.

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   XI Gita Sociale - Punta Nera - m 3040 - 22-23 Luglio 1922


Gita interessante e riuscitissima. Al Sabato una numerosa comitiva si ritrovò alla stazione, e da Bardonecchia proseguì immediatamente per le Grange della Rho ove pernottò comodamente in locali sistemati appositamente. Al mattino prestissimo sveglia. I gitanti assistono alla S. Messa celebrata nella vicina cappelletta, e poi si inizia immediatamente l'ascesa su per le verdeggianti balze del vallone. Sovrasta dappresso la asprissima parete della Bernauda; il tempo prima discretamente sereno, si è ora alquanto mutato e ci regala un freddo vento unito a nevischio. Ciò riduce le fermate perché i gitanti, desiderano riscaldarsi, e la marcia diviene più rapida sì ché, raggiunto il Colle alle ore 9 la comitiva giunge la vetta al completo ed in ottime condizioni. Breve alt, si ammira il panorama, poi per nevi e macereti si scende al Colle del Fréjus ove si effettua una lunga sosta, mentre il tempo si è fatto nuovamente sereno. Si pranza allegramente, si canta, si dorme, si giuoca alle bocce, messe a disposizione nostra da un simpatico tipo di montanaro piemontese che lavora lassù e vi ha impiantato, qualche soccorso... d'urgenza uso rifugio albergo. Poi si discende per pascoli e per la magnifica pineta a Modane, donde in treno si fa ritorno a Torino.
Una lode particolare alla Direttrice di gita Sig.na Six la quale contribuì colla conoscenza dei luoghi alla buona riuscita della manifestazione; un grazie alle Autorità Italiane e Francesi le quali agevolarono le pratiche occorrenti per il passaggio del confine e la discesa a Modane.
Direttori : A. Appiano, G. Gribaudo, G. Six.

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   XII Gita Sociale - Gita al Rocciamelone m 3537 - 13-14-15 Agosto


L'annuale visita alla Vergine sul Rocciamelone, venne quest'anno effettuata in unione colla Sezione di Susa della G. M.. Il tempo splendido nei primi due giorni si guastò il 15 tanto che mentre P. Robotti celebrava la S. Messa in vetta, ai piedi della Madonna, imperversavano raffiche di vento e tormenta. Qualcuno volle salire dal ghiacciaio ma faticò molto dato il suo cattivo stato. In complesso la gita, riuscì bene e l'affermazione di fede anche quest'anno ebbe il suo felice coronamento.
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VITA SEZIONALE


   Nuove iscrizioni


Cesare Trocalli D.r Pilade de Nicola Rag. Roberto Gritti Varetto Luigi Felisaj Giovanni Canova Teresina Sertorio avv. Mario Marta Carlo Muretti Luigi Barbieri Angiolina Prof. Chianale Angelo Chianale Paolo Perruquet Emanuele David Edoardo Invrea.
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   LUTTI


Il comm. canonico Gabriele Frutaz
Il 24 giugno u. s., dopo breve malattia, si spegneva serenamente il canonico Gabriele Frutaz cultore appassionato della storia, dell'arte, degli usi, delle antichità e della natura di questo estremo lembo d'Italia.
Lavoratore indefesso, intelligenza critica e vivace, scrittore sobrio ed elegante, egli lascia un'opera che sta ad indicare le doti della sua mente eletta e che deve servire ai giovani di modello e di incitamento ad un lavoro umile, paziente e proficuo.
Il Compianto prediligeva i giovani e voleva che essi accoppiassero l'amore della natura, degli alti monti, con l'amore delle virtù cristiane, dell'arte, del culto del bello, del vero, dei ricordi del passato, degli usi locali.
Archeologo, paleografo, storico di fama, le sue numerose pubblicazioni, benché aventi un carattere locale, interessano quanti in Italia si occupano di archeologia e di storia.
Le alte onorificenze tributategli di membro della Deputazione di Storia Patria, dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia di Scienze di Torino, di commendatore della Corona d'Italia, di cavaliere dei S.S. Maurizio e Lazzaro, di presidente dell'Accademia di S. Anselmo di Aosta, ecc., provano che la personalità e l' opera dell'estinto varcarono i confini della piccola patria Valdostana.
I soci della "Giovane Montagna", leggeranno con piacere del compianto autore L'art chrétien dans la vallée d'Aoste, una storia sintetica dell'arte cristiana nella valle d'Aosta; Les origines du français dans la Vallée d'Aoste, ottima mono-grafia, in cui l'autore ricerca storicamente e filologicamente le origini della lingua francese in questa parte d'Italia, che, bilingue, desiderosa di conservare la sua lingua materna, cioè la francese, sente però italianamente ed ama e cura la lingua sorella italiana, quanto qualsiasi altra regione italiana.
Per i paleografi, moltissime altre opere sarebbero da consigliarsi rilevanti la competenza e la pazienza dell'autore che ha dedicato parte della sua vita allo studio della storia Valdostana con spirito di Valdostano e di Italiano.
D. Prof. GIUSTINO BOSON, canonico

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