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Notiziario Sezione di Torino Marzo-Aprile 1919



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VITA SEZIONALE


   Per il dopo-guerra turistico della "Giovane Montagna"


Mentre con confortante alacrità ed interessamento si stanno riprendendo le Manifestazioni del Sodalizio, continuano a pervenirci dai Soci proposte e programmi degni di considerazione. E siamo lieti di dare di nuovo la -parola al socio Paolo Reviglio sull'argomento della Settimana Alpina di propaganda, che propone con lodevole slancio quale manifestazione di alpinismo cristiano nazionale. Gli amici leggano questa traccia di -programma, e noi saremo loro grati se servendosene opportunamente di spunto, ci comunicheranno osservazioni, modificazioni, non inutili alla Commissione Gite per la deliberazione di un programma definitivo. Annunciamo intanto pel prossimo numero un'altra proposta del socio? eritreo sul Giardino prealpino la grangia sociale.
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   Settimana alpina di propaganda


Ammesso senz'altro come fatto indiscutibile. la necessità di far conoscere la nostra Società anche fuori di Torino, e di procurarle molte nuove adesioni, credo che uno dei migliori mezzi per tale diffusione sia appunto una settimana alpina da svolgersi, con programma abbastanza facile e comodo, attraverso a qualcuna delle nostre più belle vallate e con partecipazione di buon numero di amici e conoscenze provenienti da altri centri dove i comuni ideali in fatto di alpinismo cristiano siano già in qualche modo condivisi e seguiti.
Penso infatti che, nei trascorsi lunghi mesi di guerra, i nostri consoci alla fronte avranno avuto spesso occasione di avvicinare e frequentare giovani di altre regioni, amanti della montagna come noi, e come noi amanti delle stesse idealità: perché non approfittare di tali relazioni, fatte già forti per lunga comunanza di fatiche, di pericoli, di emozioni indimenticabili, per renderle anche più cordiali con qualche giornata di libero e giocondo vagare per i nostri monti, dove noi saremmo così lieti di offrire a quegli amici la più fraterna ospitalità Ed uso di proposito questa parola perché, a mio giudizio, sarebbe opportunissimo che a quelli fra essi che accettassero il nostro invito, e venissero a noi da Milano, da Genova, da Bologna, o da altre città più lontane, la nostra G. M. fosse in grado di provvedere, mediante apposite sottoscrizioni fra i Soci, alle spese richieste dalla loro partecipazione alla Settimana, in modo che non dovesse far carico ad essi che il solo viaggio a Torino.
La misura. che, per ovvie ragioni finanziarie, non potrebbe certo applicarsi anche a tutti quegli altri amici che provenissero dai paesi del Piemonte, verrebbe ad avere così un simpatico carattere di ospitalità regionale pei col-leghi più lontani, e costituirebbe sicuramente un efficace legame di cameratismo con essi, ai quali vorremmo affidata la parte più attiva della propaganda che desideriamo per la G. M. e se, com'è presumibile e come il programma stesso che ora esporrò mi lascia fondatamente sperare, le adesioni dei Soci di Torino e provincia saranno abbastanza numerose, si potrà offrire agli ospiti una degna accoglienza senza gravar per questo il bilancio sociale, e si dimostrerà coi fatti, oltre che il confortante progresso della nostra Associazione, anche il vivo senso di simpatia con cui li avremo graditissimi compagni di gita.
Ecco ora il programma: la data, si intende, è in bianco.
Domenica (possibilmente verso la fine di agosto od i primi di settembre, per ovvie ragioni di opportunità alpinistica). Ricevimento dei partecipanti provenienti da fuori di Torino. Assistenza in corpo alla Messa alla Consolata, riunione inaugurale, pranzo sociale, ecc., secondo un programma da determinarsi.
Lunedì col primo treno partenza per Ceres: di qui a piedi per Cantoira, Chia-lamberto e Forno A. G. (Km. 18).
Martedì. Da Forno pel Ghicet di Sea (m. 2735) al Piano della Mussa (metri 1708).
Mercoledì. Dal Piano della Mussa al Crot del Ciaussiné (m. 2649). Gite nei dintorni.
Gioredì. Dal Crot pel Collerin d'Arnas (m. 2851) e pel lago della Rossa (metri 2698) al Rifugio di Peraciaval (m. 2600) e ad Usseglio (m. 1265).
Venerdì. Riposo ad Usseglio. Gite nei dintorni.
Sabato. Da Usseglio, per Malciaussia, e poi, parte pel Colle della Croce di Ferro al Rifugio di Cà d'Asti (m. 2834) e parte al Rifugio di Fons d'Armour (m. 2700).
Domenica. Dai due rifugi alla vetta del Rocciamelone (m. 3537). Messa. Benedizione dei lavori già eseguiti sulla vetta per la Cappella Rifugio. Discesa a Susa in tempo pel treno che giunge a Torino verso le 19 in modo che i gitanti venuti di fuori possano ripartire coi diretti delle 20.
Il programma, come si vede, non è certo faticoso, pure .svolgendosi per buona parte fra la solennità dell'alta montagna ed offrendo quindi larga varietà di panorami grandiosi: lo propongo così perché credo che meglio risponda a quel carattere di vigorosa propaganda che dovrebbe essere data a tale iniziativa appunto allo scopo di favorire una partecipazione numerosa e di estendere così l'effetto utile della nostra manifestazione.
Del resto, dato il largo margine di tempo che rimane per ciascuna tappa, e l'inserzione di giornate di riposo come quelle al Crot e ad Usseglio, sarà facile aggiungere anche qualche ascensione interessante, da concordarsi fra gli ele-menti meglio allenati ed in relazione alle condizioni del tempo e della montagna, senza spostare praticamente le basi del programma stesso.
Ing. PAOLO REVIGLIO.

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   Per la Cappella e Rifugio sul Rocciamelone


Una proposta pratica.
Presentando ai cooperatori della Cappella e Rifugio questa proposta, ne rimarchiamo la praticità ed esprimiamo il desiderio che venga accolta con vero entusiasmo da tutti, specialmente dalle Socie. In attesa delle direttive che in merito sta per dare il Comitato Esecutivo e che pubblicheremo nel prossimo numero è più che utile un primo scambio di vedute ed un primo... accaparramento di lavori.

La vittoria, nel riportarci di colpo dinanzi ad un più quieto avvenire, ha indubbiamente ridestato in noi i propositi di un alacre lavoro per la nostra maggiore iniziativa sociale: la Cappella e Rifugio del Rocciamelone. Non torni quindi discorro ai soci della G. M. che, approfittando di questa occasione, presenti loro una proposta atta a risolvere uno dei tanti problemi secondari della iniziativa stessa. In modo speciale mi rivolgo qui alle Consocie, con piena fiducia nella loro fattiva solidarietà, dimostrata già in tante prove passate.
Se sappiamo, se prevediamo fin da ora, grazie alle tante presentazioni del progetto, come sarà l'edificio della Cappella e Rifugio sulla vetta nella sua fisionomia esterna, non abbiamo pensato a come l'uno e l'altro locale saranno arredati internamente. Lascio subito da parte il Rifugio perché per esso possono parlare e proporre altre persone con la competenza che... io non ho; mi limito invece all'arredamento della Cappella, alla provvista, cioè, della sua suppellettile. La quale comprende due categorie principali: quella degli arredi sacri fissi - candelabri, mobili, ecc. e quella degli arredi di servizio para-menti, tovaglie, ecc. Riduco anche qui il campo ad una sola categoria, la seconda. Comprende un genere nel quale avuto un indirizzo che si aspetta dal Comitato Esecutivo ogni Socia può lavorare con le proprie mani, purché senta il fascino o la santa ambizione di voler praticamente concorrere a far più bello l'altare di Maria. Occorrono tovaglie, camici, lini, paramenti, ecc.: cose semplici, di gusto, naturalmente, e messe in una scala tale da soddisfare tutti i propositi, le possibilità e le capacità di chiunque. E' bene che appena si abbia un elenco degli oggetti di suppellettile e un indirizzo sulla loro confezione, già si sappia chi e come vi presterà la propria, opera. Perciò io fin da ora vi invito, e per mezzo vostro invito le vostre famiglie, a procurarvi il tempo da dedicare a tali lavori (oh, gli ozi estivi delle Future prolungate ferie !) e i mezzi per non restare estranei a così 'importante collaborazione. Per intanto penso che di ciò si fare oggetto nelle conversazioni delle riunioni settimanali in sede. Si discuterà le idee dell'una e dell'altra, e non sarà difficile il mettersi d'accordo per un lavoro così bello e nel quale si sentirà anche se la cara Madonna è sola tra le nevi più vicina l'estasi di quel santo culmine, e si vedrà farsi più puro l'omaggio di figli riconoscenti.
Pensateci quindi, Consocie, e... ne riparleremo presto in sede.
M.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Ascensione alla Torre di Lavina (m 3308) (Vai di Forzo)


Partiti da Ronco Canavese in un caldo pomeriggio dello scorso agosto e curvi sotto il peso dei ben rigonfi sacchi ci avviammo, l'avv. Luigi Mezzena ed io, per la bella ma soleggiata strada che risale la Valle di Forzo, e in poco più di un'ora e mezza raggiungemmo il villaggio omonimo.
Seguendo i consigli e le indicazioni forniteci dall'avv. Conte Toesca presidente dell'Unione Escursionisti al quale esprimo qui un vivo ringraziamento, assoldammo per guida Domenico Rastello impegnandogli l'ultimo giorno di una breve licenza di ferragosto. Ci serviva da portatore un suo cugino.
Fissato il luogo di ritrovo per la sera alle grange Cugni, leggeri, ci avviammo allegramente per la bella mulattiera di Boschietto e Boschiettiera, due ridenti borgate adagiate fra verdi pinete e lambite dal torrente spumeggiante. Alle ore 19 eravamo alle grange Brenvei (1825) e alle 20,30, dopo alcune incertezze sulla via dovute all'incombente oscurità, bussavamo alle grange Cugni (metri 2206). Rispose soltanto un flebile belato, e pure di lontano ci giungeva il lieto scampanio di una grossa mandria rincasante.
Sprovvisti totalmente di cibarie constatammo davvero a malincuore, tra i continui sbadigli, come il calcolo di trovar alle grange abitate delle capaci scodelle di latte, rimanesse soltanto un pio desiderio. Calavan le ombre della notte e già ci tormentava il dubbio di aver sbagliata la meta, quando una voce lontana rispose ai nostri appelli: era la guida col portatore, e relativo agognato sacco, che giunti ai piedi dell'ultima salita si preannunciavano. Pochi minuti dopo li accoglievamo festosamente nella nostra improvvisa dimora. Rastelli però fu d'avviso di pernottare alle Alpi di Lavina Grossa ove aveva rincasato poc'anzi il gregge e rifatto zaino in spalla, per detriti e cassere incomin-ciammo una corsa ripida nel buio della notte, con giuochi di equilibrio sulle roccie malferme. In breve ora eravamo alle grange e vi trovammo, questa volta, latte in abbondanza. .
La notte passò presto quantunque il giaciglio non fosse dei più comodi specie per l'estrema vicinanza del suolo al soffitto, ed al mattino al primo sorgere del sole si riprendeva la salita su per gli erbosi pendii che salgono al pian Carrettone, e, di là alle basi della piramide.
Dopo un breve spuntino in ammirazione di alcuni camosci e stambecchi pascolanti tranquillamente sulle balze che dovremo percorrere, iniziamo la salita della parete sud attaccandola dal lato sinistro e seguendo una direzione obliqua in modo da tagliare trasversalmente la parete stessa. Sono dapprima belle cenge erbose che di lontano non si rivelano all'occhio e che offrono invece un comodo appoggio per il piede, poi sono piccoli canaloni che, sotto la direzione sicura ed intelligente di Rastelli, si valicano in tutta fretta evitando la caduta di infide pietruzze; indi il pendio si fa più erto, quasi vertiginoso e ci si arrampica faticosamente su per la vera parete che offre tuttavia ottimi e sicuri appigli, finché si giunge ad una specie di pianerottolo ove si -sosta per riprender fiato e degnare almeno di uno sguardo il bell'anfiteatro di picchi e di ghiacciai che circonda la testata della Valle di Forzo. Sulle vicine creste in-tanto saltano con impareggiabile agilità dei bellissimi campioni di stambecchi, dalle lunghe corna rovesciate all'indietro, e pare ci sfidino a rincorrerli.
Attraversato un ultimo canalone si raggiunge la cresta sud-est, spartiacque tra la Valle di Forzo e quella di Campiglia, e vi si gode un primo panorama verso le lontane vette del Rosa. Percorsa poi una. breve e facile crestina, e superati in quattro salti gli ultimi speroni di roccia, alle 12,45 (ora legale) siamo in vetta (m. 3308) e ammiriamo estatici la vasta distesa di guglie di picchi e di ghiacciai che si offre al nostro sguardo. Sullo sfondo si profila la svelta piramide del Viso, mentre più dappresso è tutta una fantasmagoria di luci e di ombre, di ghiacci -lucenti e di roccie nere, brune o azzurre che ci colpisce gli occhi abbacinati. Poco alla volta ci orizzontiamo e le nominiamo tutte come vecchie amiche o conoscenze ancor insoddisfatte : il Colombo, il Gialin, il Moncimour, la punta Ondezana, la punta ed il ghiacciaio delle Sengie, il Monveso di Forzo, la Roccia Azzurra, la Grande e la Piccola Arolla; poi più lontano, la Torre del Gran San Pietro, la Roccia Viva, la Tresenta, il Gran Paradiso, l'Herbetet, la Grivola, indi il Gran Combin, il Velan, la Tersiva, la Rosa dei Banchi, e sulla estrema destra, l'imponente mole del Monte Rosa.
Se entrambi abbiamo altre volte raggiunto vette più alte, siamo però oggi concordi ad affermare che non abbiamo mai provato gioia più pura e soddisfa-zione più intima di quella che ci pervade su questo magnifico belvedere: il cielo terso come un cristallo e l'aria limpida contribuiscono senza dubbio a questo ottimo risultato della nostra ascensione, e ci permettono di raccogliere una larga messe di fotografie stereoscopiche e panoramiche.
Alle 13,45 si inizia la discesa seguendo per un tratto la cresta nord e poi svoltando a destra sulla parete est fino a trovare una ben marcata traccia, o sentiero di camosci, che taglia obliquamente la parete e raggiunge i detriti che he cingono la base: nell'ultimo tratto però una fascia di neve durissima ed a pendio piuttosto ripido ci fa perdere una buona mezz'ora per dar tempo alla guida di intagliarvi dei gradini. Ancora in cresta abbiamo avuto la visita di un'aquila, venuta a volteggiare sulle nostre teste per assicurarsi, forse, che le nostre lente mosse non mirassero a violare i reconditi recessi del sito nido.
Dalla base est della piramide raggiungiamo in breve la strada reale di caccia e là ci separiamo a malincuore dall'ottimo Rastelli e dal portatore - un eroe mutilato del braccio sinistro alla presa di Monte Nero ! i quali, per assolvere agli urgenti impegni professionali, per la bocchetta di Lavina discendono rapidamente in Val di Forzo.
Noi, seguendo i larghi giri della strada di caccia, tocchiamo le grange del Rancio, traversiamo il piano dell'Azaria e di là, per Campiglia e Valprato, arri-viamo verso le 22 a Ronco, non più stanchi che soddisfatti.
Come per consuetudine spontanea e dolce, in questi chilometri di ritorno, col passo involontariamente cadenzato, col compagno vado ricordando le vicende della giornata. E riconosciamo insieme che il coefficiente precipuo della riuscita è stata la guida intelligente, prudente, sicura, anche se, per lasciarci maggior libertà di movimenti, non volle far uso delle corde. La addito volentieri a quanti vogliono far nelle sue valli, valli che egli conosce roccia per roccia.
Né d'altra parte la Torre Lavina è ascensione di primissimo rango, anzi, a scartare dalla via da noi percorsa e più difficile, una più, comoda si offre dal versante di Campiglia. La parete sud è, raccomandabile a chi voglia far una buona scalata di roccie coronata da uno dei più estesi ed interessanti panorami delle Alpi: non è però conveniente avventurarvisi da soli o con inesperti della montagna.
VITTORIO MARCHIS.

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VITA SEZIONALE


   IN MARGINE


In un recente numero della Sorgente l'organo del Comitato Nazionale del T. C. I. pel turismo scolastico - Mario Tedeschi espone la necessità di un migliore programma di educazione morale delle nostre società sportive. Rileviamo davvero con piacere, come si sia finalmente avvertita la deficienza del medesimo nel passato: nel pullulare di associazioni sportiti e d'ogni genere la questione dell'educazione morale « viene sempre lasciata in un deplorevole abbandono. Le persone preposte alla loro direzione alla quale dedicano le poche ore di libertà concesse dalle rispettive occupazioni, non amano farsi cattivo sangue e per amore del quieto vivere tollerano individui non meritevoli di appartenervi nel modo più assoluto: sconvenienza di parole, trivialità di modi e di contegno, si affermano spesse volte per mancanza di un'immediata e salutare reazione da parte di coloro che pure avrebbero il dovere di tutelare il decoro e la dignità del Sodalizio al quale sono preposti ».
Non si tratta che dei più elementari doveri di educazione e perciò il richiamo alla loro osservanza sorprende; ma non illudiamoci a credere che sia superfluo, e consideriamone piuttosto la gravità e l'opportunità. Noi, da tempo, l'abbiamo segnalato, e perciò rallegrandoci che un inizio di miglioramento sorga alfine anche fuori delle nostre file, confermiamoci nella bontà, della nostra causa e tributiamovi più affettuosamente il fiore delle nostre energie.

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   CONSIGLIO CENTRALE


Cariche
Nella riunione serale di martedì 18 marzo i delegati al Consiglio Centrale hanno proceduto alla nomina delle cariche col seguente risultato: Presidente: rag. Stefano Milanesio; Vice-Presidente: Natale Reviglio; Consiglieri; Bettazzi prof. Rodolfo, Lazzero Luigi, Fino geom. Felice, Macciotta rag. Pietro, Ravasenga Francesco, Roccati prof. Alessandro. In una prossima riunione si procederà alla nomina del Segretario e del Cassiere.

Propaganda per la Cappella e Rifugio sul Rocciamelone
Sta ultimandosi in questi giorni la tiratura di una artistica cartolina riproducente il progetto che tutti i soci conoscono. La cartolina verrà messa in vendita a cent. 10 la copia. I soci, naturalmente, sono tenuti a smerciarne quanto più è possibile.
La annunziata conferenza del consocio professore Bettazzi è ormai fissata per domenica 6 aprile, alle 17,30 nel Teatrino del Collegio San Giuseppe, messo gentilmente a disposizione. La chiara parola dell'oratore, le numerose dia-positive che verranno proiettate, illustreranno degnamente la nobile iniziativa cooperando in modo certo efficace al successo della sottoscrizione che sta per iniziarsi. Presterà servizio d'onore una rappresentanza dei Giovani Esploratori Cattolici.

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   SEZIONE di TORINO - Assemblea generale


Domenica 9 febbraio, alle; 14,30, si è aperta l'annuale assemblea generale ordinaria, sotto la presidenza del socio Mario Bersia. Assisteva un numero limitato: di soci, una quarantina appena. Dato il benvenuto, ha .avuto la parola Milanesio, presidente del Consiglio Centrale e presidente interinale della Sezione di Torino nel decorso 1918. Egli ha letto la relazione morale sull'operato del Sodalizio in quell'anno, con particolari accenni allo sviluppo preso dall'iniziativa della cappella e rifugio sul Rocciamelone. Con parola commossa ha commemorato i soci tenente Gallian, caduto sul Carso fin dal maggio del 1917, teol. Strumia e B. Peracchione vittime del morbo infierito nell'inverno.
Dopo l'approvazione della relazione finanziaria si procedette alle elezioni di 14 consiglieri e di 8 delegati al Consiglio Centrale. L'adunanza si è sciolta alle 17.

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   Cariche


Nella sua prima riunione il Consiglio Direttivo della Sezione ha eletto nel suo seno la Presidenza, e le cariche sono state così assegnate:
Presidente: Bersia Mario; Vice-Presidente: Sansalvadore Giuseppe; Consiglieri: Bricco teologo G. B., Bollito Cesare, Filippello Giuseppe, Fontana Pietro, Iorio Carlo, Lazzero Macciotta geom. Giovanni, Marino Antonio, Ravasenga Francesco, Reviglio Natale, Seimandi Costanzo; Segretario: Albera Michele; Economo: Ravasenga Francesco; Bibliotecario: Gaidano Luciano.

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   Programma gite per l'anno 1919


La Commissione Gite nella sua prima riunione ha proposto il seguente programma per l'anno corrente, con l'approvazione della Presidenza:
19 Gennaio Madonna della Bassa (m. 975): Val di Susa.
16 Febbraio M. Ciabergia (m. 1178): Val di Susa.
10 Marzo Cima di Mares (m. 1654): Valle dell'Orco.
13 Aprile Monte Servin (m. 1756): Valle del Chisone.
Maggio - Punta dell'Aquila (m. 2115): Valle del Sangone;
Giugno Punta dell'Aggia (m. 2253): Valle del Tesso.
Luglio - Punta Lunella (m. 2772): Val di Susa.
Agosto Rocciamelone (in. 3537): Valle di. Susa.
M. Tabor (m. 3177): Valle Stretta.
Settembre - M. Gialin (in. 3271): Val di Forzo.
Ottobre - M. Civrari (m. 2302): Val di Susa.
Novembre Grange Gergiour: Valle Sangonetto.

Dicembre Gita di chiusura a Piossasco: M. Pietraborga.
Nei mesi di agosto e settembre verrà organizzata la Settimana Alpinistica.

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ATTIVITÀ SVOLTA


   Prima Gita Sociale - Madonna della Bassa - Domenica 19 gennaio


Vi parteciparono 30 gitanti che col 1° treno della Valsusa dopo la Messa alla Visitazione, partivano per Sant'Ambrogio. Di qui a piedi per Almese, Rubiana per la mulattiera del Col del Lis vino al bivio del Acquarossa. Preso a destra: verso le 12,15 la comitiva raggiungeva il colle e sostava pel pranzo al sacco nelle adiacenze della chiesa.
Alle 14 si ripartiva pel ritorno, secondo la via fatta al mattino. Tempo bello, parecchia neve al versante nord.

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   Seconda Gita Sociale - M. Ciabergia (metri 1178) - Domenica 16 febbraio


La partecipazione a questa gita fu oltremodo soddisfacente. Dopo la. Messa alla Visitazione, col 1° treno di Valsusa. a Sant'Ambrogio, donde alla Sacra. Prima fermata con primo spuntino e poi inizio della salita. La giornata è buona, se non ottima: l'allegria costante alimentata certamente dal camminare nella neve, faticoso ma comico per gli affondamenti. Prima delle 12 siamo in vetta e... ci fermiamo per la refezione. Al ritorno, attraversando tappeti di neve soffici .e candidissimi che. invitano a piacevoli gare di... tiro a segno, ci portiamo al Col Braida. Un piccolo alt per assistere alle volate degli sciatori e poi avanti fino da Perotto dove ci fermiamo per abbondante ed allegra merenda. Per Almese si, ritorna a Sant'Ambrogio e in treno a Torino.
e. b.

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   Terza Gita Sociale - Cima di Mares (metri 1454) - Domenica 16 marzo


Messa alle 6 in Duomo e partenza alle 6,50 per Pont. Arrivo alle 9 circa, con un tempo alquanto incerto. Attraversato l'Orco, la comitiva si incammina per la mulattiera di Alpette è vi giunge alle ore 16,30. Qui una parte dei gitanti cui non garba calpestar molta neve si ferma, gli altri proseguono ma arrivati alle ultime grange la strada si fa accessibile solo ai muniti di racchette che raggiungono la punta alle 13,30. Sopraggiunge la nebbia e iniziamo immedia-tamente il ritorno che si svolge senza incidenti. Alle 18,30 si riparte da Pont e si arriva in città alle 20,45. Partecipanti 40.
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VITA SEZIONALE


   SEZIONE di PINEROLO - Assemblea generale


Domenica 12 gennaio u. s. ebbe luogo l'assemblea generale per la comunicazione dell'operato nel 1918 e l'elezione delle carche direttive pel 1919. Il nuovo Consiglio Direttivo risultato così composto: Presidente: Teresio Gugliemone; Vice-Presidente: e Segretario: Pietro Tajo; Cassiere: Luigi Barbieri: Consiglieri: G. Biancardi, S. Brusa, A. Losano. E. Royer.
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   Necrologio


Vivamente addolorati registriamo la perdita del Chierico Pietro Renaldi, caporale 3° alpini, del Seminario di Pinerolo, avvenuta il 1° marzo corrente. Giovane intelligente e di ottime doti, appena diciottenne ha dovuto soccombere in seguito a lunga malattia: alla vigilia di riprendere i suoi studi. Fu uno dei soci più attivi e sempre lo ebbimo collaboratore in ogni iniziativa sociale. Ai parenti le condoglianze più sincere dei soci tutti della G. M.
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   Cose liete


Apprendiamo con vivo compiacimento la notizia dell'assegnazione delle croci di guerra italiana e francese e della medaglia al valore al consocio Tenente C. A. Trogolo, che fu tra noi in licenza in questi giorni. Vivissimi rallegramenti.
Pietro Tajo.

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   Soci inscritti dal 1 gennaio 1919 al 15 marzo 1919


Sezione di Torino: Fangareggi Antonio, Gallo Vincenzina. Navone Guido. Viola Francesco. Dal Santo Antonio. Gatti Alessandro, Maschio Giulio, Six Teresa, Camoletto Adolfo, Chelotti Ersilia, Oddone Fanny, Ronco Emma, Caligaris Alessandro.

Sezione di Pinerolo: Rag. Ten. Sèry Adriano, Natale Paglietta, Enrico Barnieri,
Giovanni Giacomino, Bartolomeo Scalerandi, G. B. Scalerandi, Pietro Gadina.

Sezione di Torino:
Soci al 1° Gennaio 1919 196
Nuovi Soci dal 1° Gennaio 1919... 13
Soci al 15 Marzo 1919 209

Sezione di Pinerolo
Soci al 1° Gennaio 1919 52
Nuovi Soci dal 1° Gennaio 1919... 7
Meno Soci dimissionari 5

Soci attivi al 15 Marzo 1919 54

Totale Soci al 15 Marzo 1919 263

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   SEZIONE DI TORINO - Rendiconto finanziario dell'esercizio 1918


ATTIVO PASSIVO
1° gennaio 1918 - Fondo Cassa L. 25,70 Pubblicazione Bollettino Sociale a spedizione L. 203,80
Interessi annuali depositati alla C. O. » 5,71 Gerenza Bollettino Sociale » 7,00
Quote sociali 1918 » 404,40 Conio e fattura 150 distintivi sociali » 415,00
Quote ingresso » 89,00 Versamenti in conto corrente alla Cassa Operaia » 150,00
Quote arretrate » 24,00 Cancelleria » 49,60
Offerte pro Bollettino Sociale » 147,50 Posta » 34,35
Dalle Sezioni di Pinerolo a saldo tessere e distintivi » 48,45 Quote sociali Società Sportive » 27,50
Affitto attrezzi » 7,00 Spese varie » 49,95
Vendita tessere e buste di custodia » 0,80 Offerte varie » 10,00
Ritirate dalla Cassa Operaia » 285,00 Mancia e strenna » 5,00
Fondo attivo al 31 dic. 1918 alla C.O. » 0,40 Interessi annuali depositati alla C.O. » 5,71
Passivo » 957,91
Fondo attivo al 31 dic. 1918 » 80,05
Totale incassi » 1037,96 » 1037,96

Il Cassiere I Revisori dei Conti Il Presidente
M. Reviglio C. Perino S. Milanesio
A. Rocco

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   SEZIONE DI PINEROLO - Rendiconto finanziario dell'esercizio 1918


ATTIVO PASSIVO
1° gennaio 1918 - Fondo Cassa L. 131,20 Spese per Gite L. 86,00
Quote sociali e d'ammissione » 156,10 Spese Cancelleria » 44,25
Quote soci benemeriti ed onorari » 40,00 Spese posta » 23,40
Elargizioni diverse » 66,00 Spese distintivi e tessere » 48,50
Vendita distintivi » 8,00 Quota federazione G.C.I. e abbonamenti al Giovane Piemonte » 45,80
Offerte pro Biblioteca Circolante » 300,00 Stampa Statuto Regolamento » 24,00
Spese diverse » 48,00
Spese in conto Biblioteca » 98,70
Versate in conto corr. Banca Italiana di Sconto » 150,00
In Cassa al 31 dic. 1918 » 81,35
In cassa conto Biblioteca circolante » 51,30
Totale incassi » 701,30 » 701,30

Il Cassiere I Revisori dei Conti Il Presidente
L. Barbieri Pietro Tajo T. Gugliemone
Silvio Brusa

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